Un’intesa raggiunta in extremis che disinnesca una potenziale paralisi sulla rete autostradale italiana durante uno dei periodi di maggior traffico dell’anno. Lo sciopero di 72 ore delle stazioni di servizio, proclamato dalle associazioni di categoria Faib, Fegica e Anisa e previsto tra il 27 e il 31 dicembre, è stato sospeso. La decisione è maturata al termine di un tavolo tecnico di confronto tenutosi presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT), che ha visto la partecipazione dei rappresentanti dei gestori e dei vertici ministeriali.
La notizia, ufficializzata da una nota del MIT, garantisce la regolarità del servizio di rifornimento carburanti per le imminenti festività di fine anno, un momento cruciale per la mobilità nazionale. L’agitazione era stata indetta per portare all’attenzione del governo le profonde criticità che affliggono il settore, mettendo a rischio la sopravvivenza economica di numerose imprese di gestione e i relativi livelli occupazionali.
Le Ragioni della Protesta: un Settore in Crisi
Alla base dello stato di agitazione vi erano preoccupazioni strutturali che da tempo gravano sui gestori delle aree di servizio autostradali. Le sigle sindacali lamentavano uno “stato di assoluto degrado” del settore, caratterizzato da diverse problematiche chiave:
- Prezzi fuori mercato: Una delle critiche principali riguardava la differenza di prezzo dei carburanti e dei prodotti di ristorazione tra la viabilità ordinaria e quella autostradale, definita “abnorme”.
- Mancanza di riforme: I sindacati contestavano una bozza di decreto interministeriale che, a loro dire, non prevedeva una razionalizzazione della rete per migliorarne l’efficienza e riproponeva un sistema di royalty a esclusivo vantaggio dei concessionari.
- Tutela delle imprese e dell’occupazione: Al centro delle rivendicazioni vi era la necessità di una riforma regolatoria capace di garantire la continuità delle gestioni e di salvaguardare i posti di lavoro, messi a repentaglio da equilibri economici sempre più precari.
Le organizzazioni di categoria (Faib Confesercenti, Fegica e Anisa Confcommercio) avevano denunciato una situazione di crisi profonda, esacerbata da politiche commerciali ritenute penalizzanti e dalla sistematica elusione delle norme contrattuali. La proclamazione dello sciopero era dunque l’atto finale di un percorso di protesta volto a ottenere un intervento risolutivo da parte delle istituzioni.
La Mediazione del MIT e l’Accordo Raggiunto
Il ruolo del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti è stato decisivo per la risoluzione positiva della vertenza. La convocazione tempestiva del tavolo tecnico ha permesso di aprire un canale di dialogo costruttivo tra le parti. Durante l’incontro, è stato riconosciuto il bisogno di affrontare le criticità sollevate dai gestori, impegnandosi ad avviare un percorso di analisi e confronto.
A conclusione del confronto, le parti hanno concordato di sospendere lo stato di agitazione per proseguire i lavori del tavolo tecnico. L’obiettivo condiviso è ora quello di “studiare possibili misure per salvaguardare i livelli occupazionali e le imprese di gestione coinvolte, nel rispetto delle vigenti norme di settore”, come si legge nel comunicato ufficiale del MIT. La decisione di revocare lo sciopero è stata accolta con favore, in quanto evita notevoli disagi agli automobilisti e agli autotrasportatori durante il consueto esodo per le festività di Capodanno.
Prospettive Future: un Confronto Aperto per la Riforma del Settore
La sospensione dello sciopero non rappresenta la fine della vertenza, ma l’inizio di una fase negoziale che si preannuncia complessa e delicata. Il tavolo tecnico presso il MIT diventa ora la sede istituzionale per definire un nuovo quadro di regole che possa dare stabilità e sostenibilità a un comparto strategico per l’infrastruttura del Paese.
Le federazioni dei gestori hanno espresso apprezzamento per l’intervento del Ministero, riconoscendo l’impegno del Direttore Generale per le Autostrade, l’ingegner Sergio Moschetti, nell’avviare immediatamente il percorso negoziale. La sfida, ora, sarà trasformare il dialogo in soluzioni concrete e durature, capaci di riequilibrare i rapporti tra concessionari, compagnie petrolifere e gestori, garantendo al contempo un servizio efficiente e a prezzi equi per i consumatori finali. La vigilanza resta alta, con la speranza che questo confronto possa finalmente portare a quella riforma strutturale che il settore attende da tempo.
