Un’ondata di polemiche sta investendo la proposta di legge di riforma della normativa sui condomini, presentata da Fratelli d’Italia e approdata alla Camera dei deputati. Il testo, a prima firma della deputata Elisabetta Gardini, introduce novità sostanziali che stanno facendo discutere non solo l’opposizione, ma anche gli stessi alleati di governo e le associazioni di categoria. I due punti più controversi, che hanno acceso un infuocato dibattito, riguardano l’introduzione dell’obbligo di laurea per gli amministratori di condominio e il meccanismo di rivalsa dei creditori, che potrebbe portare i condomini in regola con i pagamenti a dover coprire i debiti dei morosi.
Laurea Obbligatoria per gli Amministratori: Una “Professionalizzazione” Contestata
Il cuore della riforma, secondo i proponenti, è la volontà di professionalizzare la figura dell’amministratore di condominio, considerata “anacronistica” nella sua versione “fai-da-te”. La proposta prevede che per esercitare la professione sia necessaria una laurea, anche triennale, in materie economiche, giuridiche o scientifico-tecnologiche. Viene inoltre istituito un elenco ufficiale degli amministratori presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT), al quale sarà obbligatorio iscriversi. Chi eserciterà senza iscrizione rischierà sanzioni pecuniarie significative.
La norma prevede una clausola di salvaguardia per chi già esercita la professione ed è iscritto ad albi, ordini o collegi dell’area economica, giuridica o tecnica (come geometri, periti e ragionieri), che sarebbero esentati dal requisito della laurea. Tuttavia, la misura ha scatenato immediate reazioni negative. Il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, ha definito la richiesta “irragionevole”, commentando ironicamente sui social: “Ma allora chiediamo la laurea anche per i politici, per chi va in Parlamento, per i Presidenti del Consiglio? Suvvia. Quando si scrivono le proposte di legge ci vuole un po’ di buon senso”.
Il Nodo dei Condomini Morosi: Chi Paga i Debiti?
L’altro aspetto che ha sollevato un vero e proprio vespaio è la modifica delle norme sulla responsabilità dei condomini verso i fornitori. Attualmente, i creditori del condominio possono agire legalmente solo nei confronti dei singoli condomini morosi. La proposta di Fratelli d’Italia, invece, prevede che i creditori possano rivalersi direttamente sul conto corrente condominiale per l’intero importo del credito. Qualora i fondi non fossero sufficienti, e solo dopo un tentativo infruttuoso di recupero sui morosi, i creditori potrebbero agire nei confronti dei condomini in regola con i pagamenti, in proporzione alla loro quota. Questi ultimi avrebbero poi azione di regresso verso i morosi.
Questa norma, di fatto, espone chi è puntuale nei pagamenti al rischio concreto di dover anticipare le somme non versate da altri, una prospettiva che ha allarmato proprietari e inquilini. Lo stesso Conte ha sottolineato come la proposta “espone gli inquilini in linea coi pagamenti al rischio di dover pagare anche il conto degli inquilini morosi a fornitori e manutentori”. Anche all’interno della maggioranza sono emersi forti dubbi: Forza Italia ha dichiarato che “a pagare non può essere chi non è moroso”, e la Lega ha parlato di “evidenti criticità”.
Altre Novità e il Contesto della Riforma
La proposta di legge, composta da 17 articoli, introduce anche altre significative modifiche, tra cui:
- Stop ai pagamenti in contanti: Tutte le transazioni dovranno avvenire tramite il conto corrente condominiale per garantire maggiore tracciabilità e trasparenza.
- Revisore contabile obbligatorio: Per i condomini con più di 20 proprietari, diventa obbligatoria la nomina di un revisore contabile per la verifica dei rendiconti.
- Rinnovo automatico dell’amministratore: La nomina annuale dell’amministratore si rinnoverà automaticamente, salvo diversa decisione dell’assemblea.
L’obiettivo dichiarato dai firmatari è quello di ridurre il vasto contenzioso civile legato alle questioni condominiali, che rappresenta circa il 35% di tutte le cause civili in Italia, e di migliorare la sicurezza e la gestione degli edifici. Tuttavia, le critiche non si placano. Associazioni come Assoutenti hanno definito le misure “sbagliate”, sollevando anche dubbi di costituzionalità. La stessa prima firmataria, Elisabetta Gardini, ha definito il testo “aperto” e ha annunciato tavoli di confronto con le categorie interessate per apportare migliorie durante l’iter parlamentare. Ma la strada appare in salita, con una maggioranza divisa e un’opposizione pronta a dare battaglia su una riforma che tocca da vicino la vita e le tasche di milioni di italiani.
