Una relazione “altamente conflittuale”, la volontà di separarsi da una convivenza divenuta “un inferno” e il desiderio di tornare a vivere dalla sua famiglia d’origine. Emergono nuovi e inquietanti dettagli sulla vita di Andrea Costantini, il 38enne originario di Penne trovato senza vita lo scorso 15 settembre nella cella frigorifera dell’Eurospin di Termoli, in provincia di Campobasso, dove lavorava. A tre mesi dalla tragedia, a squarciare il velo di silenzio e a contrastare l’ipotesi iniziale del suicidio sono le parole nette dell’avvocato Piero Lorusso, legale dei genitori della vittima, che dipingono un quadro di profondi dissidi personali e maltrattamenti.

Le Rivelazioni del Legale: “Un Inferno Domestico”

Secondo quanto affermato dall’avvocato Lorusso, i genitori di Andrea erano a conoscenza di una situazione familiare estremamente tesa. “Ai genitori di Andrea risulta, perché l’hanno constatato personalmente e perché è stato loro riferito, che esisteva un rapporto altamente conflittuale tra Andrea ed Angela”, ha dichiarato il legale. Una tensione tale che, in diverse occasioni, l’uomo sarebbe stato “allontanato dalla casa familiare dalla compagna”.

La difesa della famiglia Costantini tiene a precisare che questi forti dissidi non erano legati a questioni economiche, come la vendita di un terreno. “Non esistevano screzi sulla vendita del terreno: i conflitti, i maltrattamenti e i forti dissidi – prosegue Lorusso – sono temporalmente antecedenti all’acquisto o alla vendita del terreno e non sono causalmente connessi allo stesso”. La decisione di Andrea di mettere in vendita un terreno da poco acquistato sarebbe, al contrario, la prova tangibile della sua intenzione di chiudere definitivamente con quella vita. “Andrea voleva separarsi dalla compagna e porre fine ad una convivenza divenuta insostenibile (‘è diventato un inferno’ confessava ai genitori) e tornare dai genitori a Penne”, ha aggiunto l’avvocato.

Un altro elemento sottolineato dal legale è che Andrea non avesse mai chiesto alla compagna di sposarlo, pur essendo la madre di suo figlio, e che avesse intestato la casa familiare esclusivamente a lei, pur pagando da solo le rate del mutuo. Questi dettagli, secondo la famiglia, disegnerebbero l’assenza di una reale “progettualità familiare”.

La Svolta nelle Indagini: Riesumazione e Autopsia

La versione dei genitori di Andrea, che non hanno mai creduto all’ipotesi del gesto volontario, ha trovato un primo, fondamentale riscontro nella decisione della magistratura. Il Giudice per le Indagini Preliminari di Larino, Rosaria Vecchi, ha infatti accolto la richiesta della Procura e ha disposto l’incidente probatorio con riesumazione del corpo e una nuova autopsia. Si tratta di un passo cruciale per “cristallizzare” le prove medico-legali che potranno essere utilizzate in un eventuale processo.

L’esame autoptico, fissato per il 14 gennaio a Pescara, sarà eseguito dal medico legale Cristian D’Ovidio. Saranno effettuati anche esami tossicologici e del DNA, con il supporto di un genetista forense, e tutte le operazioni saranno videoregistrate. L’obiettivo è fare piena luce sulle cause della morte e verificare la compatibilità dei segni ritrovati sul corpo con l’ipotesi del suicidio o con quella, sostenuta con forza dai familiari, dell’omicidio. I genitori, infatti, parlano di “ematomi ben visibili a occhio nudo” e “incompatibili con il suicidio”, che potrebbero configurare un tentativo di “immobilizzazione e di strangolamento”.

Le Due Versioni a Confronto

Alla narrazione di un rapporto logoro e conflittuale fornita dalla famiglia Costantini, si contrappone quella della compagna di Andrea, Angela, difesa dall’avvocata Paola Cecchi. La legale respinge fermamente le accuse, definendole prive di riscontri oggettivi come referti medici o altre certificazioni. Secondo la difesa della donna, il giorno prima della morte Andrea, la compagna e il figlio avevano partecipato insieme a una festa, e le immagini di quell’evento restituirebbero un quadro di serenità familiare. L’avvocata Cecchi ha inoltre denunciato il “circo mediatico” che si sarebbe creato attorno alla sua assistita, lesivo della sua dignità e della serenità del figlio minore.

La Procura di Larino prosegue le indagini a 360 gradi. Oltre agli accertamenti medico-legali, l’attenzione degli inquirenti si concentra su un biglietto trovato accanto al corpo, la cui autenticità è contestata dai familiari, e sulle immagini delle telecamere di videosorveglianza del supermercato. La morte di Andrea Costantini resta un giallo complesso, un dramma umano che attende risposte chiare e definitive dalla giustizia.

Di veritas

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