Milano, cuore pulsante della cultura italiana, si è arricchita di un nuovo, significativo tassello nel suo mosaico artistico. Il 15 dicembre, una fredda mattina invernale ha fatto da cornice a un evento carico di calore simbolico: l’inaugurazione di “Sipario”, il bassorilievo monumentale firmato dall’artista Daniele Milvio, destinato ad accogliere lavoratori e visitatori all’ingresso della nuova torre del Teatro alla Scala in via Verdi. Alla cerimonia hanno presenziato figure di spicco del panorama cittadino e culturale, tra cui il Sindaco di Milano e Presidente della Fondazione, Giuseppe Sala, l’Assessore alla Cultura Tommaso Sacchi e il Sovrintendente e Direttore Artistico del Teatro, Fortunato Ortombina, testimoniando l’importanza di un momento che va oltre la semplice installazione artistica.
Un’Opera che Unisce Musica e Architettura
“Sipario” non è un’opera qualunque, ma il frutto di un concorso indetto da ARIA (Azienda Regionale per l’Innovazione e gli Acquisti) in ottemperanza alla Legge 717/49, che sancisce la necessità di integrare opere d’arte negli edifici pubblici. Il bando, lanciato nel febbraio 2024, invitava gli artisti a confrontarsi con il tema “Musica e Architettura”, creando un lavoro inedito capace di dialogare con le imponenti geometrie della torre progettata dall’architetto Mario Botta in collaborazione con Emilio Pizzi, garantendo al contempo durabilità e un armonioso inserimento nel tessuto urbano.
La scelta della commissione giudicatrice, presieduta da Paolo Besana, Direttore della Comunicazione del Teatro alla Scala, e composta da personalità del calibro dello stesso Mario Botta, degli artisti Maurizio Cattelan e Marzia Migliora, e di Roberta Gnagnetti per la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, è ricaduta all’unanimità sulla proposta di Milvio nel dicembre 2024. L’opera è stata premiata “per la sua sintesi tra qualità artistica e coerenza con il contesto urbano e architettonico”. Un riconoscimento che sottolinea la capacità dell’artista di aver saputo interpretare con profondità e sensibilità il legame intrinseco tra due arti sorelle. Menzioni speciali sono state inoltre attribuite ai progetti di Arcangelo Sassolino e Nico Vascellari, a testimonianza dell’alto livello delle proposte pervenute.
Il Sipario in Bronzo: Metafora di un Nuovo Inizio
L’opera di Daniele Milvio è un imponente bassorilievo in bronzo fuso a cera persa, dalle dimensioni notevoli (102x319x18 cm), che riproduce con straordinaria fedeltà la parte centrale del celebre sipario del Teatro alla Scala. La scelta del materiale non è casuale: il bronzo, con la sua nobiltà e resistenza, conferisce all’opera un carattere di eternità, quasi a voler fissare nel tempo l’attimo magico che precede lo spettacolo. Milvio ha scelto di rappresentare il sipario nel momento in cui sta per aprirsi, leggermente socchiuso, un’immagine carica di suspense e promesse. È una soglia, un confine tra il mondo reale e quello della finzione scenica, tra la preparazione febbrile del dietro le quinte e l’attesa trepidante del pubblico.
“Ho deciso di illustrare il momento esatto in cui il sipario, ancora chiuso, funge da separazione tra due realtà,” ha spiegato l’artista, “invitando lo spettatore a immaginare la transizione e l’incontro che avverranno.” L’opera invita a una riflessione sulla dualità tra visibile e invisibile, tra il lavoro nascosto di innumerevoli artigiani, artisti e tecnici e la magnificenza della rappresentazione finale.
Le Voci dell’Inaugurazione: Un Coro di Entusiasmo
Le parole del Sindaco Giuseppe Sala hanno colto appieno il significato profondo dell’installazione: “La Scala vive un momento felice, in un momento storico che è anche complicato. Noi andiamo avanti a portare il valore di questo teatro nel mondo, anche con questa installazione che porterà questo messaggio”. Sala ha inoltre sottolineato come l’opera sia un omaggio al “lavorio, a tutta la preparazione” che si cela dietro la magia del palcoscenico, un ringraziamento a tutti coloro che contribuiscono alla grandezza della Scala.
Gli ha fatto eco il Sovrintendente Fortunato Ortombina, che ha visto in “Sipario” l’emblema di una “nuova epoca” per il Teatro. “Il sipario si apre su qualcosa e qui si apre su una nuova epoca,” ha dichiarato, “cioè questa torre che è una cosa storica anche per i lavoratori che per vent’anni sono stati a lavorare lontano dalla Scala”. L’opera, quindi, non solo impreziosisce la nuova architettura, ma segna anche il completamento di un lungo percorso di rinnovamento e riunificazione degli spazi lavorativi del Teatro, un ritorno a casa per molte delle sue maestranze.
L’Artista: Daniele Milvio, tra Classico e Contemporaneo
Nato nel 1988, Daniele Milvio è un artista che si muove con disinvoltura tra pittura e scultura, attingendo da un vasto repertorio che spazia dalla letteratura alla mitologia, dalla storia dell’arte alla cultura contemporanea. Formatosi all’Accademia di Belle Arti di Brera, la sua ricerca artistica è caratterizzata da una profonda riflessione sui confini tra sacro e profano, visibile e invisibile. La sua passione giovanile per la musica classica e il violino emerge in filigrana nella sua produzione, conferendo alle sue opere una sensibilità quasi sinfonica. Per “Sipario”, Milvio ha approfondito lo studio dell’architettura scenica, traendo ispirazione dai testi di maestri come Giacomo Torelli e Bruno Mello per cogliere gli aspetti funzionali e simbolici di questo elemento iconico del teatro. L’artista stesso ha definito quest’opera “il lavoro più complesso che abbia mai realizzato”, un segno della dedizione e della profondità intellettuale profuse nel progetto.
La Torre di Mario Botta: Un Dialogo con la Città
L’opera di Milvio si inserisce in un contesto architettonico di grande prestigio. La nuova torre, progettata da Mario Botta, rappresenta l’ultimo tassello di un processo di ampliamento e modernizzazione del Teatro alla Scala iniziato oltre vent’anni fa. L’edificio, alto 38 metri fuori terra e con uno sviluppo sotterraneo di 19 metri, non è solo un capolavoro di ingegneria e design, ma un organismo funzionale che ospita uffici, sale prova per l’orchestra e il corpo di ballo, e spazi logistici essenziali per la produzione degli spettacoli. La decisione di collocare “Sipario” all’ingresso di via Verdi trasforma questo spazio in un luogo narrante, un punto di connessione che lega la memoria storica del Teatro al suo presente dinamico e al suo futuro. Come ha affermato l’assessore Sacchi, questo gesto “conferma la vocazione di Milano a essere una città dove arte e architettura si intrecciano per dare nuova forma alla bellezza condivisa”.
