Nelle nobili stanze della cultura, dove l’eco delle parole scritte risuona attraverso i secoli, una nuova melodia si leva per celebrare un amore a lungo taciuto: quello tra le donne e i libri. È una sinfonia di voci, storie e passioni quella orchestrata da Francesca Nepori nel volume “Donne che amano libri”, sesto Quaderno annuale dell’Aldus Club, edito da La Nave di Teseo. Quest’opera, ben più di una semplice raccolta di saggi, si configura come un vero e proprio atto di restituzione storica, un affresco polifonico che ridisegna i contorni della bibliofilia, declinandola finalmente al femminile. Come sottolinea Alessandro Danovi nella sua premessa, il libro narra di “protagoniste della nostra storia che hanno letto, scritto, amato, collezionato, protetto e tramandato libri, anche sfidando le convenzioni del loro tempo”.

Un Mosaico di Ritratti ed Esperienze

Sfogliando le pagine di “Donne che amano libri”, ci si immerge in un viaggio affascinante che attraversa il tempo, dal Settecento ai giorni nostri. Il volume si articola in diverse sezioni tematiche che esplorano la multiforme relazione tra l’universo femminile e la cultura del libro. La prima parte è dedicata a ritratti di bibliofile, donne che hanno fatto del libro un oggetto di culto e di collezione. Ma la narrazione non si ferma qui. Una sezione corposa, intitolata “Altri mestieri”, apre uno squarcio su un mondo spesso ignorato, raccontando le vicende di donne tipografe, xilografe, storiche ed esperte di case d’aste antiquarie, figure professionali che hanno contribuito in modo determinante alla produzione e diffusione del sapere. Un’ulteriore sezione, “Memorie”, rende omaggio a figure femminili che hanno lasciato un’impronta indelebile nel campo della bibliografia e della bibliofilia.

Tra i contributi più intimi e personali, spicca quello dell’editrice Elisabetta Sgarbi, che confida il suo rapporto “in segreto” con certi volumi, tesori personali “solo miei, trovati da me, scoperti da me, di cui non parlo”. Un legame viscerale e solitario che rivela la dimensione quasi sacra che il libro può assumere.

Sfidare il Silenzio della Storia: Le Lettrici del Passato

Uno dei saggi più illuminanti è firmato da Tiziana Plebani, storica e profonda conoscitrice della materia. La sua analisi smonta la credenza, a lungo radicata, di un pubblico di lettrici quasi inesistente prima dell’età moderna. Plebani, forte dei suoi studi sull’alfabetizzazione femminile nel Rinascimento, dimostra come il panorama fosse, in realtà, “assai più abitato e più movimentato”, in particolare a partire dal Quattrocento. Le donne aristocratiche non erano le sole a interagire con i libri; amavano commissionare opere preziose, ma il loro ruolo di lettrici e collezioniste è spesso difficile da tracciare a causa di una convenzione sociale invalidante: l’impossibilità di apporre la propria firma, una rivendicazione di proprietà che non era loro concessa.

In questo contesto, Plebani fa emergere figure di straordinario interesse come le “honeste cortigiane”, donne di grande cultura che animavano i salotti intellettuali, maestre nell’arte della conversazione, del canto e della poesia. Figure che, pur muovendosi ai margini della società “rispettabile”, furono custodi e promotrici di cultura. La ricerca di Plebani evidenzia come, per comprendere appieno la storia della lettura, sia necessario ampliare la nostra concezione includendo pratiche di appropriazione dei testi anche parziali e non convenzionali, fondamentali per non escludere le donne da questo universo.

Guerriera Guerrieri: l’Eroina che Salvò i Libri

Tra le storie esemplari narrate nel volume, emerge con forza la figura di Guerriera Guerrieri, definita da Fiammetta Sabba “donna e ancilla bibliografica in tempi di guerra”. La sua è una vicenda di coraggio e amore sconfinato per la cultura. Direttrice della Biblioteca Nazionale di Napoli e soprintendente per la Campania e la Calabria durante il secondo conflitto mondiale, Guerriera Guerrieri fu la protagonista indiscussa del salvataggio del patrimonio bibliografico campano. Mentre la città subiva bombardamenti incessanti, lei organizzò il trasporto di migliaia di volumi, inclusi i preziosissimi papiri di Ercolano, in ricoveri sicuri, proteggendoli dalla distruzione e dalle razzie. Un’opera eroica che le valse anche la gratitudine di Benedetto Croce, il quale riconobbe che “tutto il patrimonio delle biblioteche governative è salvo per l’amore e la devozione della Signora Guerrieri”. La sua storia, documentata anche in un diario di guerra, è la testimonianza potente di come la difesa della cultura sia un atto di resistenza civile.

Dalle Case d’Asta al Pregiudizio Bibliofobo

Il volume esplora anche le professioni più moderne legate al libro. Il saggio di Chiara Nicolini, ad esempio, ci porta nel mondo affascinante delle case d’asta, un “mestiere che può soddisfare l’illimitato appetito di chi si appassiona a qualunque tipo di libro”. Un ambito dove la competenza e la passione femminile trovano oggi ampio spazio, spaziando da codici medievali a prime edizioni di capolavori come la “Divina Commedia” o il “First Folio” di Shakespeare.

A chiudere la raccolta, quasi a voler esorcizzare un antico fantasma, è il saggio di Antonio Castronuovo su Octave Uzanne e il suo “Dizionario bibliofilosofico”. Uzanne, bibliofilo vissuto a cavallo tra Otto e Novecento, incarnava un pregiudizio diffuso: l’idea che la donna, “spesso gelosa del libro”, fosse “bibliofoba per istinto”. Una tesi che l’intero volume “Donne che amano libri” si impegna a smontare pezzo per pezzo, dimostrando con la forza dei fatti e delle storie come la bibliofilia non abbia genere, ma sia piuttosto una declinazione universale dell’amore per la conoscenza e la bellezza.

Di euterpe

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