Una tragedia che scuote le fondamenta del mercato della cosiddetta “cannabis light” e che accende un faro su un pericolo invisibile e potenzialmente mortale. Un giovane studente di 23 anni, Erhan Hacımustafaoğlu, di origini turche, è deceduto a Milano nella notte tra il 28 e il 29 novembre, precipitando dal secondo piano di un bed & breakfast. Dietro a quello che inizialmente poteva sembrare un gesto disperato, le indagini hanno portato alla luce una verità sconcertante: la marijuana che il giovane aveva fumato, acquistata in un negozio di Firenze come “cannabis light”, era in realtà contaminata da una potentissima e pericolosa sostanza sintetica, l’MDMB-PINACA.
Questo drammatico evento ha innescato un’allerta a livello nazionale da parte del Sistema nazionale di allerta rapida per le droghe del Dipartimento Antidroga del governo, che ha messo in guardia sui gravi rischi legati al consumo di prodotti a basso contenuto di THC adulterati con cannabinoidi sintetici.
La ricostruzione della tragedia e le indagini in corso
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, il 23enne si trovava a Milano per far visita al fratello. I due avevano acquistato insieme la sostanza in un negozio specializzato nel centro di Firenze, convinti si trattasse di un prodotto legale e innocuo. Quella sera, dopo aver fumato in compagnia del fratello, il giovane avrebbe iniziato a manifestare gravi allucinazioni e uno stato confusionale acuto. Il fratello ha raccontato agli investigatori che Erhan “non capiva più dove fosse”, fino al tragico epilogo, quando si è lanciato nel vuoto dalla finestra della loro stanza.
Le analisi effettuate dalla Polizia scientifica sulla sostanza rinvenuta in un barattolo nella camera del B&B hanno confermato i sospetti: era presente l’MDMB-PINACA. Lo stesso cannabinoide sintetico è stato riscontrato anche nelle scorte di prodotti sequestrati nel negozio di Firenze. Di conseguenza, sono state aperte due inchieste parallele: una a Milano, coordinata dal pubblico ministero Giovanni Tarzia, per l’ipotesi di reato di “morte come conseguenza di altro reato”, e una a Firenze per detenzione ai fini di spaccio a carico del titolare della rivendita.
Il titolare del negozio fiorentino, un uomo di 38 anni, ha dichiarato agli inquirenti di aver acquistato il lotto incriminato, con regolare fattura, durante una fiera di settore a Praga, Repubblica Ceca, nei mesi precedenti, e di essere all’oscuro della contaminazione. Gli investigatori stanno ora esaminando il suo telefono per ricostruire la filiera di approvvigionamento.
Cos’è l’MDMB-PINACA e perché è così pericoloso
L’MDMB-PINACA è un cannabinoide sintetico a base di indazolo, una sostanza creata in laboratorio che non esiste in natura. La sua pericolosità risiede nella sua potenza, di gran lunga superiore a quella del THC, il principio attivo naturale della cannabis. Questa sostanza si lega ai recettori dei cannabinoidi nel cervello con un’intensità molto più elevata, provocando effetti imprevedibili, gravi e spesso letali.
Gli esperti, come Carlo Alessandro Locatelli, direttore del Centro Antiveleni di Pavia, sottolineano che queste sostanze vengono aggiunte deliberatamente a prodotti come la cannabis light per potenziarne gli effetti psicoattivi, trasformando un prodotto percepito come sicuro in un cocktail chimico mortale. Non è possibile riconoscere la presenza di MDMB-PINACA a occhio nudo, rendendo il consumatore completamente ignaro del rischio che sta correndo.
I sintomi di intossicazione da MDMB-PINACA includono:
- Gravi allucinazioni e stato confusionale
- Vomito e perdita di coscienza
- Sedazione profonda che può portare all’arresto respiratorio
- Ansia, psicosi e convulsioni
In Europa, sono già stati segnalati numerosi casi di intossicazione grave e anche decessi legati al consumo di questo cannabinoide sintetico.
Un mercato deregolamentato e i rischi per i consumatori
Questa tragedia solleva interrogativi urgenti sulla regolamentazione e il controllo del mercato della cannabis light in Italia. Sebbene venduta come prodotto legale a basso contenuto di THC, la mancanza di controlli rigorosi sulla filiera produttiva e di vendita apre la porta a contaminazioni e adulterazioni estremamente pericolose. L’episodio di Milano e Firenze non è che la punta di un iceberg di un problema più vasto, che mette a rischio la salute pubblica, in particolare quella dei più giovani, spesso attratti da questi prodotti proprio per la loro apparente legalità e sicurezza.
Il governo ha recentemente intensificato i controlli e le operazioni di sequestro in tutta Italia, ma la vicenda dimostra la necessità di un quadro normativo più chiaro e di sistemi di tracciabilità efficaci per garantire che i prodotti in commercio siano sicuri e conformi a standard di qualità certificati. Fino ad allora, il confine tra “legale” e “letale” rimane pericolosamente labile.
