Una immagine dell'esterno del palazzo della Borsa di Milano, 24 luglio 2012 . Piazza Affari amplia il calo e, in scia a Wall Street negativa, il Ftse Mib arriva a cedere il 2,07 per cento. Pesanti le banche con Intesa Sanpaolo che cede il 4,18%, Unicredit il 2,38% e Mps il 3,36 per cento.ANSA

Una giornata dai due volti per la Borsa di Milano, che archivia le contrattazioni con un bilancio moderatamente positivo ma con un listino profondamente diviso. L’indice principale, il Ftse Mib, ha terminato la seduta con un guadagno dello 0,25%, attestandosi a quota 44.099,48 punti, dopo aver oscillato per gran parte della giornata in un clima di incertezza che ha visto prevalere ora gli acquisti, ora le vendite. A dettare il ritmo sono state da un lato le ottime performance del settore assicurativo e di quello bancario, dall’altro la debolezza che ha colpito comparti chiave come l’industria, il lusso e le utilities.

Il Leone di Trieste ruggisce: Generali brilla grazie a UBS

Protagonista indiscussa della giornata è stata Assicurazioni Generali, che ha messo a segno un robusto rialzo del 2,23%, chiudendo a 35,26 euro per azione. A innescare la corsa del titolo è stata la promozione arrivata dagli analisti di UBS. La banca d’affari svizzera ha infatti rivisto drasticamente il proprio giudizio, portandolo da “Sell” (vendere) a “Buy” (acquistare). Non solo: il target price è stato quasi raddoppiato, passando da 23,70 a ben 40 euro, lasciando intravedere un ampio margine di apprezzamento rispetto alle quotazioni attuali. Secondo UBS, Generali è posizionata per generare il più alto tasso di crescita degli utili per azione tra i suoi competitor europei, grazie a un focus strategico sull’assicurazione danni retail, a un’esposizione geografica favorevole in mercati a più alta crescita e a un’opzionalità di capitale sottovalutata dal mercato.

Banche in spolvero: Popolare di Sondrio e Bper guidano i rialzi

A sostenere il listino milanese ha contribuito in modo significativo anche il settore bancario, apparso in ottima forma. A svettare è stata la Banca Popolare di Sondrio, che ha registrato un balzo del 2,91%, dimostrando una forza relativa superiore a quella dell’indice di riferimento. Molto bene anche Bper Banca, che ha chiuso con un progresso del 2,66%. L’intero comparto sembra beneficiare di un clima di fiducia, sostenuto dalle aspettative sulle future mosse delle banche centrali e da una generale percezione di solidità del sistema creditizio italiano, che continua ad attrarre gli acquisti degli investitori.

Industria, lusso e utilities in affanno: scivolano Buzzi, Moncler ed Enel

Se da un lato i finanziari hanno sorriso, dall’altro una corrente di vendite ha colpito diversi titoli di primo piano. La maglia nera della giornata è andata a Buzzi, che ha ceduto il 3,5%, penalizzata probabilmente da prese di beneficio dopo un periodo di buone performance e da incertezze sul ciclo economico globale che potrebbero impattare il settore delle costruzioni.

Giornata negativa anche per il settore del lusso, con Moncler che ha lasciato sul terreno il 2,2%. Sul titolo pesano i timori per un possibile rallentamento della domanda globale, in particolare sui mercati asiatici, cruciali per il brand. In territorio negativo anche il gigante dei cavi Prysmian (-2,2%) e il colosso energetico Enel (-2,2%), quest’ultima appesantita forse dalle dinamiche dei prezzi dell’energia e da valutazioni strategiche degli investitori in un settore in profonda trasformazione.

Fuori dal listino principale: Ariston corre con l’acquisizione di Riello

Al di fuori del Ftse Mib, i riflettori sono stati puntati su Ariston, le cui azioni hanno guadagnato un significativo 2,9%. Il mercato ha accolto con grande favore la notizia dell’acquisizione del 100% di Riello Group da Carrier Global Corporation, per un corrispettivo di 289 milioni di euro. Riello, storico marchio italiano fondato nel 1922 e attivo nel settore del comfort climatico, prevede per il 2025 ricavi per circa 400 milioni di euro. L’operazione, che secondo il ministro Adolfo Urso ha anche sventato l’interesse di un colosso cinese, è stata vista come strategica per Ariston, in quanto permette di rafforzare la filiera nazionale, ampliare il portafoglio prodotti, generare importanti sinergie tecnologiche e logistiche e consolidare la presenza in mercati chiave come il Nord America. Con questa mossa, Ariston si posiziona come un player ancora più solido e competitivo nel panorama globale della transizione energetica.

Di atlante

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