Il mercato dei metalli preziosi è in pieno fermento. L’argento ha raggiunto un nuovo, impressionante picco, toccando i 66,5 dollari l’oncia durante le contrattazioni notturne, per poi assestarsi a 65,8 dollari, segnando un rialzo del 4,45%. Un dato ancora più eclatante è la performance da inizio anno, che ha visto i prezzi del metallo bianco più che raddoppiare. Ma l’argento non corre da solo: la sua ascesa è strettamente legata al rally dell’oro, che ha superato la soglia dei 4.300 dollari l’oncia con un incremento dell’1%, estendendo una corsa storica che ha caratterizzato tutto il 2025.
Questa impennata, secondo l’analisi di Bloomberg e di numerosi esperti del settore, non è un fuoco di paglia. Le previsioni indicano che il trend rialzista ha ancora spazio per proseguire, con proiezioni che si estendono fino al 2026. A sostenere questa corsa apparentemente inarrestabile sono due pilastri fondamentali dell’economia globale: le politiche monetarie delle banche centrali, in particolare della Federal Reserve statunitense, e la fame d’oro dimostrata dagli istituti centrali di tutto il mondo.
Il Rally dell’Argento: Tra Bene Rifugio e Domanda Industriale
L’ascesa dell’argento è un fenomeno complesso, spinto da una duplice natura. Da un lato, segue fedelmente l’oro nel suo ruolo di bene rifugio. In periodi di incertezza economica, tensioni geopolitiche e timori di inflazione, gli investitori si riversano su asset tangibili per proteggere il proprio capitale. La forte correlazione storica tra i due metalli preziosi, con un coefficiente che si attesta intorno a 0,80, fa sì che l’argento benefici direttamente della fiducia accordata all’oro.
Dall’altro lato, a differenza dell’oro, l’argento vanta una componente di domanda industriale massiccia e in crescita. Circa il 50% della sua domanda totale proviene da settori chiave per il futuro dell’economia globale. È un componente essenziale per le tecnologie verdi, come i pannelli fotovoltaici, e per l’industria dei veicoli elettrici. Inoltre, il suo impiego è cruciale nell’elettronica avanzata, nei microchip e nelle infrastrutture per i data center. Questa domanda strutturale, unita a un deficit di mercato che si protrae da diversi anni, fornisce una solida base per la crescita del suo valore, al di là delle semplici dinamiche speculative.
L’Oro come Motore: le Mosse della Federal Reserve
Il vero motore di questo rally rimane l’oro, il cui prezzo è estremamente sensibile alle decisioni di politica monetaria. Il fattore chiave del momento sono le aspettative di ulteriori tagli dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve. Quando la Fed abbassa i tassi, il costo del denaro diminuisce. Questo ha due effetti principali a favore dell’oro:
- Riduce il costo opportunità: L’oro è un asset che non produce interessi. Quando i tassi sono alti, investimenti come le obbligazioni diventano più attraenti. Con tassi in calo, invece, il rendimento delle obbligazioni diminuisce, rendendo meno “costoso” detenere oro nel proprio portafoglio.
- Indebolisce il dollaro: I tagli dei tassi tendono a rendere il dollaro meno appetibile per gli investitori internazionali. Poiché l’oro è quotato principalmente in dollari, un biglietto verde più debole lo rende di fatto più economico per chi acquista con altre valute, stimolandone la domanda.
I mercati stanno già prezzando la possibilità di un ciclo di allentamento monetario che potrebbe proseguire per tutto il 2026, alimentando così le previsioni di un’ulteriore avanzata del metallo giallo.
La Fame d’Oro delle Banche Centrali: Un Segnale di Cambiamento
Il secondo grande pilastro che sostiene i prezzi è la domanda robusta e continua da parte delle banche centrali. Negli ultimi anni, e in particolare dopo la crisi finanziaria del 2008 e le recenti tensioni geopolitiche, gli istituti centrali, soprattutto dei paesi emergenti e del blocco BRICS (Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica e nuovi membri), hanno incrementato massicciamente le loro riserve auree.
Le ragioni dietro questa strategia sono molteplici:
- Diversificazione e de-dollarizzazione: Ridurre la dipendenza dal dollaro statunitense come principale valuta di riserva.
- Copertura contro i rischi: L’oro funge da scudo contro l’inflazione, l’instabilità finanziaria e le sanzioni internazionali.
- Segnale di stabilità: Possedere ingenti riserve auree aumenta la fiducia nella solidità economica e nella stabilità della valuta di un paese.
Secondo il World Gold Council, questa tendenza non mostra segni di rallentamento e rappresenta un acquisto strategico che ha un impatto a lungo termine sul mercato, interpretato dagli investitori come un forte segnale di fiducia nel metallo prezioso.
Prospettive Future: Una Corsa Sostenibile?
Con un quadro macroeconomico caratterizzato da un potenziale allentamento monetario e da una domanda strutturale solida, sia da parte degli investitori che delle istituzioni, le prospettive per oro e argento rimangono positive. Gli analisti prevedono che il rally possa continuare, pur avvertendo che l’argento, per sua natura più volatile, potrebbe subire oscillazioni più marcate rispetto all’oro. Tuttavia, il crescente interesse degli operatori e i fondamentali robusti indicano un mercato in piena evoluzione, proiettato in una fase completamente nuova.
