Una delle favole più amate di Hollywood si è infranta nel modo più tragico. Il regista, attore e produttore Rob Reiner, 78 anni, e sua moglie, la fotografa e produttrice Michele Singer Reiner, 68 anni, sono stati trovati morti nella loro casa nel quartiere di Brentwood a Los Angeles. La notizia, confermata da un portavoce della famiglia, ha scosso profondamente l’industria cinematografica e il pubblico di tutto il mondo, lasciando un vuoto incolmabile nel panorama culturale contemporaneo. Le autorità stanno indagando sul caso come un “apparente omicidio” e nelle ore successive al ritrovamento dei corpi è stato arrestato il figlio trentaduenne della coppia, Nick Reiner.
Una Scoperta Straziante e le Indagini in Corso
Secondo le prime ricostruzioni, i corpi della coppia sono stati scoperti nel pomeriggio di domenica. Le forze dell’ordine, giunte sul posto dopo una chiamata di emergenza, hanno trovato Reiner e la moglie con ferite compatibili con un’arma da taglio. La polizia di Los Angeles (LAPD) ha immediatamente avviato un’indagine per omicidio. Poche ore dopo, l’attenzione degli investigatori si è concentrata sul figlio della coppia, Nick Reiner, 32 anni. Il giovane, con un passato segnato da dipendenza da sostanze e periodi di instabilità, è stato localizzato e arrestato con il sospetto di duplice omicidio. Nick è stato formalmente accusato di due capi di omicidio di primo grado con l’aggravante dell’uso di un’arma mortale.
La famiglia, attraverso un comunicato, ha espresso il proprio strazio: “È con profondo dolore che annunciamo la tragica scomparsa di Michele e Rob Reiner. Abbiamo il cuore spezzato da questa improvvisa perdita, e chiediamo privacy in questo momento incredibilmente difficile“.
Rob Reiner: un Gigante del Cinema Americano
Nato a New York il 6 marzo 1947, figlio d’arte del leggendario comico, attore e regista Carl Reiner, Rob Reiner è cresciuto respirando l’aria dello spettacolo. La sua carriera è decollata negli anni ’70 con il ruolo di Michael “Meathead” Stivic nella sitcom di enorme successo “All in the Family” (“Arcibaldo” in Italia), che gli è valso due Emmy Awards.
Tuttavia, è dietro la macchina da presa che Reiner ha lasciato un’impronta indelebile nella storia del cinema. A partire dalla metà degli anni ’80, ha diretto una serie di film diventati classici intramontabili, dimostrando una versatilità straordinaria nel passare dalla commedia al dramma, dal fantasy al thriller. Tra i suoi capolavori si annoverano:
- This Is Spinal Tap (1984), un mockumentary cult sulla scena rock.
- Stand by Me – Ricordo di un’estate (1986), un toccante racconto di formazione tratto da un’opera di Stephen King.
- La storia fantastica (1987), una fiaba avventurosa amata da generazioni.
- Harry, ti presento Sally… (1989), considerata una delle migliori commedie romantiche di tutti i tempi.
- Misery non deve morire (1990), un thriller psicologico mozzafiato, ancora da Stephen King.
- Codice d’onore (1992), un avvincente dramma giudiziario candidato all’Oscar come miglior film.
Oltre al suo talento artistico, Reiner era noto per il suo forte impegno politico e sociale, sostenendo attivamente cause progressiste e i diritti civili. Insieme alla moglie, ha co-fondato l’American Foundation for Equal Rights, che ha svolto un ruolo cruciale nella battaglia per il matrimonio tra persone dello stesso sesso in California.
Michele Singer: la Fotografa che Cambiò un Finale
Michele Singer Reiner, nata nel 1957, era una stimata fotografa e artista visiva, oltre che una produttrice. Sebbene lontana dai riflettori rispetto al marito, la sua influenza sulla sua vita e sulla sua arte è stata profonda e decisiva. I due si incontrarono sul set di Harry, ti presento Sally…, dove lei lavorava come fotografa. L’amore sbocciò rapidamente e fu così travolgente da spingere Reiner, all’epoca reduce dal divorzio con la regista Penny Marshall e piuttosto disilluso sull’amore, a cambiare il finale del film.
In origine, la sceneggiatura di Nora Ephron prevedeva che Harry e Sally non finissero insieme. “Poi ho incontrato Michele“, raccontò Reiner in un’intervista. “E ho capito come funziona“. Fu così che nacque l’iconica scena di Capodanno, un lieto fine ispirato direttamente dalla loro storia d’amore, che suggellò il film nell’immaginario collettivo. Si sposarono nel 1989, lo stesso anno di uscita del film, e dalla loro unione sono nati tre figli: Jake, Nick e Romy.
Michele non fu solo una musa, ma una partner creativa e un’attivista al fianco del marito. Lavorò come fotografa speciale in “Misery non deve morire” e come produttrice in diversi progetti. Era la forza motrice dietro molto dell’impegno politico di Reiner, come lui stesso ammise: “Posso onestamente dire che la ragione per cui ho fatto così tante cose politicamente è grazie a lei“.
Una Tragedia Familiare che Lascia Senza Parole
La morte di Rob e Michele Reiner non è solo la fine di una grande carriera artistica, ma una tragedia familiare di proporzioni devastanti. Il coinvolgimento del figlio Nick, la cui battaglia contro la dipendenza era stata in parte raccontata nel film del 2015 “Being Charlie”, diretto dallo stesso Reiner e co-sceneggiato da Nick, aggiunge uno strato di dolore e complessità a una vicenda già straziante. Hollywood e il mondo intero piangono la perdita di un regista che ha saputo raccontare l’amicizia, l’amore e la paura con ineguagliabile maestria, e della donna che, con il suo amore, ha contribuito a scrivere uno dei finali più belli della storia del cinema.
