Pensionati in attesa presso un ufficio INPS di Napoli in una immagine di archivio. ANSA/CIRO FUSCO

Il panorama previdenziale italiano si prepara a un’importante revisione, con modifiche che incideranno profondamente sui piani di pensionamento di molti lavoratori. Un emendamento del Governo alla legge di bilancio introduce una doppia stretta sulle pensioni anticipate, intervenendo su due fronti cruciali: l’allungamento della cosiddetta “finestra mobile” e una penalizzazione per chi ha riscattato gli anni di laurea per raggiungere i requisiti contributivi. Queste misure, destinate a entrare in vigore progressivamente nel prossimo decennio, mirano a contenere la spesa pensionistica in un contesto demografico sempre più complesso.

La Finestra Mobile: Attese Più Lunghe per l’Assegno Pensionistico

La novità più impattante riguarda la “finestra mobile”, ovvero quel lasso di tempo che intercorre tra la maturazione dei requisiti per la pensione e l’effettiva erogazione del primo assegno. Attualmente, per la pensione anticipata – accessibile con 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne – è prevista un’attesa di tre mesi.

Secondo quanto previsto dall’emendamento governativo, questo periodo di attesa è destinato ad aumentare gradualmente a partire dal 2032. Vediamo nel dettaglio la nuova scansione temporale:

  • Fino al 31 dicembre 2031: la finestra mobile resterà invariata a 3 mesi dalla maturazione dei requisiti.
  • Dal 2032 al 31 dicembre 2033: la finestra si allungherà a 4 mesi.
  • Dal 2034 al 31 dicembre 2034: l’attesa salirà a 5 mesi.
  • Dal 1° gennaio 2035: la finestra mobile raggiungerà i 6 mesi a regime.

Questo significa che, a regime, i lavoratori dovranno attendere fino a sei mesi in più prima di percepire la pensione, un raddoppio rispetto alla situazione attuale che sposta di fatto in avanti l’uscita effettiva dal mercato del lavoro.

Adeguamento all’Aspettativa di Vita: Un Ulteriore Fattore di Allungamento

Alle modifiche sulla finestra mobile si aggiunge un altro elemento fondamentale: l’adeguamento dei requisiti pensionistici all’aspettativa di vita. La manovra conferma l’incremento già previsto, che comporterà un aumento graduale dell’anzianità contributiva necessaria per l’accesso alla pensione anticipata. Nello specifico:

  • Dal 2027: è previsto un aumento di un mese.
  • Dal 2028: si aggiungeranno altri due mesi.

Considerando questi adeguamenti, nel 2028 il requisito contributivo per la pensione anticipata arriverà a 43 anni e 1 mese per gli uomini e 42 anni e 1 mese per le donne. La combinazione dell’aumento dei requisiti contributivi e dell’allungamento della finestra mobile renderà l’accesso alla pensione anticipata un traguardo progressivamente più lontano.

Riscatto della Laurea: Meno Peso nel Calcolo dei Requisiti

La seconda stretta significativa introdotta dall’emendamento riguarda il riscatto degli anni di laurea. Questa opzione, che permette di convertire gli anni di studio universitario in anzianità contributiva, subirà una progressiva “sterilizzazione” ai soli fini del raggiungimento del diritto alla pensione anticipata. È importante sottolineare che questa modifica non influirà sull’importo dell’assegno pensionistico, ma solo sul conteggio degli anni utili per andare in pensione.

La penalizzazione sarà applicata come segue:

  1. Per chi matura i requisiti nel 2031: non concorreranno al calcolo 6 mesi di anzianità derivanti dal riscatto.
  2. Nel 2032: il taglio salirà a 12 mesi.
  3. Nel 2033: la sterilizzazione sarà di 18 mesi.
  4. Nel 2034: si arriverà a 24 mesi.
  5. Dal 2035: il taglio si assesterà a 30 mesi, ovvero due anni e mezzo.

A regime, quindi, un lavoratore che ha riscattato una laurea triennale potrebbe vedersi riconoscere solo sei mesi di contributi utili ai fini della pensione anticipata, costringendolo a lavorare fino a due anni e mezzo in più per raggiungere la soglia richiesta.

Il Contesto della Riforma: Sostenibilità e Scelte Future

Queste misure si inseriscono in un dibattito più ampio sulla sostenibilità del sistema pensionistico italiano, messo a dura prova dall’invecchiamento della popolazione e dal calo delle nascite. L’obiettivo del Governo è chiaro: garantire l’equilibrio dei conti pubblici nel lungo periodo, anche a costo di richiedere sacrifici ai futuri pensionati. Le modifiche, pur non essendo una riforma strutturale come la legge Fornero, rappresentano un intervento significativo che richiederà a molti lavoratori di ricalcolare i propri percorsi professionali e previdenziali.

Di atlante

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