Bruxelles – L’Europa si trova ad affrontare una crisi abitativa e sociale di proporzioni allarmanti. Con oltre un milione di persone senza tetto e più di 40 milioni di cittadini impossibilitati a riscaldare adeguatamente le proprie case, la Commissione Europea ha dato il via libera al suo primo Piano per Alloggi Accessibili. L’annuncio, dato in sessione plenaria dal Commissario per l’Energia e la Casa, Dan Jørgensen, segna un punto di svolta nella risposta comunitaria a un’emergenza che colpisce in modo particolare giovani e lavoratori.
“Questo Natale non tutti potranno permettersi di riscaldare le proprie case: oltre 40 milioni di persone non riescono a farlo. Poi oltre un milione di europei è senza tetto”, ha dichiarato Jørgensen, sottolineando l’urgenza di un intervento coordinato. Il piano mira a fornire soluzioni concrete a una crisi che, negli ultimi dieci anni, ha visto i prezzi delle case aumentare in media del 60% e gli affitti di oltre il 20%, superando di gran lunga la crescita dei redditi.
Un quadro critico: i numeri dell’emergenza abitativa
I dati presentati dalla Commissione dipingono un quadro a tinte fosche. La domanda di alloggi, soprattutto nelle aree urbane, è prevista in aumento di oltre due milioni di unità all’anno. Tuttavia, dal 2021, i permessi di costruzione sono diminuiti di oltre il 20%, aggravando la carenza di offerta. A complicare ulteriormente la situazione contribuisce il boom degli affitti a breve termine, cresciuti di quasi il 93% tra il 2018 e il 2024, sottraendo immobili al mercato residenziale a lungo termine.
Questa tempesta perfetta non colpisce solo le fasce tradizionalmente più deboli, ma si estende ormai anche alla classe media, a lavoratori di settori essenziali come insegnanti e infermieri, e ai giovani che vedono svanire la prospettiva di un’autonomia abitativa. La povertà energetica, secondo dati del Comitato Economico e Sociale Europeo (CESE), affliggeva già nel 2022 il 9,3% della popolazione UE, circa 42 milioni di persone, un dato in peggioramento a causa dell’impennata dei prezzi dell’energia.
I pilastri del Piano Casa Europeo
Il piano presentato dal Commissario Jørgensen si articola su diversi assi strategici, con l’obiettivo di aggredire le cause strutturali della crisi. Le principali misure includono:
- Maggiore flessibilità sugli aiuti di Stato: Verranno snellite le regole per consentire ai governi nazionali di sostenere più agevolmente la costruzione di alloggi sociali e a prezzi accessibili. Questo permetterà interventi su larga scala per una nuova categoria di “alloggi accessibili” pensata per il ceto medio.
- Mobilitazione di nuovi fondi e investimenti: La Commissione, che ha già mobilitato 43 miliardi di euro per il settore, prevede ulteriori investimenti. Un ruolo chiave sarà giocato dalla Banca Europea per gli Investimenti (BEI), che supporterà la creazione di una piattaforma paneuropea per attrarre capitali pubblici e privati. Si stima che per colmare il divario abitativo servano 650.000 alloggi in più all’anno, per un costo di circa 150 miliardi di euro annui.
- Regolamentazione degli affitti brevi: È prevista una proposta legislativa per il 2026 per fornire alle autorità locali strumenti efficaci per gestire il fenomeno degli affitti turistici, specialmente nelle aree a forte tensione abitativa.
- Semplificazione e innovazione: Si punterà a ridurre la burocrazia per il rilascio dei permessi di costruzione e a promuovere l’innovazione nel settore edilizio attraverso iniziative come il New European Bauhaus, per coniugare sostenibilità, qualità e accessibilità.
Il ruolo della Banca Europea per gli Investimenti (BEI)
Il sostegno della BEI è un elemento cruciale del piano. La banca è già attiva nel finanziamento di progetti di social housing in tutta Europa. La nuova piattaforma di investimento, sviluppata in collaborazione con la Commissione e le banche di promozione nazionali, mira a catalizzare le risorse necessarie per raggiungere gli ambiziosi obiettivi del piano. La Presidente della BEI, Nadia Calviño, ha sottolineato l’importanza di un’iniziativa paneuropea per affrontare una delle preoccupazioni più urgenti dei cittadini europei.
Le sfide future e le reazioni
Nonostante l’ampio consenso sulla necessità di un intervento, non mancano le voci critiche. Alcuni eurodeputati, come Benedetta Scuderi dei Verdi, sostengono che il piano non affronti a fondo le cause strutturali della crisi, come la speculazione finanziaria e il sottoinvestimento cronico nell’edilizia pubblica. Altri, come Irene Tinagli (PD), pur apprezzando l’impostazione, avvertono che senza un reale impegno da parte dei governi nazionali, gli sforzi europei rischiano di essere insufficienti.
Il successo del Piano Casa dipenderà in larga misura dalla capacità degli Stati membri di recepire le nuove opportunità, riprogrammare i fondi di coesione e attuare riforme a livello locale. La strada è ancora lunga, ma l’iniziativa della Commissione rappresenta un primo, fondamentale passo per riaffermare che un alloggio dignitoso e accessibile non è un lusso, ma un diritto fondamentale per tutti i cittadini europei. Il primo vertice UE sull’abitazione, annunciato per il 2026, sarà un’importante occasione per fare il punto sui progressi compiuti.
