La vicenda giudiziaria e le condizioni di salute dell’ex presidente brasiliano, Jair Bolsonaro, tornano a intrecciarsi in un complesso quadro che tiene con il fiato sospeso il Brasile. I suoi legali hanno depositato una nuova, pressante richiesta alla Corte Suprema (STF), sollecitando la concessione degli arresti domiciliari per ragioni umanitarie e il via libera a un intervento chirurgico ritenuto non più procrastinabile. Al centro della preoccupazione medica vi sono due problematiche principali: un’ernia inguinale il cui quadro clinico è in peggioramento, come confermato da una recente ecografia, e una fastidiosa forma di singhiozzo cronico, conseguenza, secondo i medici, dei numerosi interventi addominali subiti in passato.
Il quadro clinico e la richiesta dei legali
Secondo quanto riportato nella perizia medica allegata all’istanza, l’ex capo di Stato necessita di un’operazione di “herniorrafia inguinale bilaterale”, da eseguirsi in regime di ricovero ospedaliero sotto anestesia generale, con una degenza stimata tra i cinque e i sette giorni. Questa richiesta fa seguito a una precedente istanza che non aveva ancora ricevuto un giudizio, in quanto il ministro Alexandre de Moraes, giudice della Corte Suprema, aveva disposto una perizia medica ufficiale da parte della Polizia Federale. La difesa, composta dagli avvocati Celso Villardi, Paulo Bueno e Daniel Tesser, insiste sullo stato di salute “delicato e precario” di Bolsonaro, sottolineando come le sue condizioni non siano compatibili con il regime carcerario.
L’ex presidente, che dallo scorso 22 novembre si trova recluso in una sala della Sovrintendenza della Polizia Federale a Brasilia, sta scontando una condanna a 27 anni e tre mesi di reclusione per il suo ruolo nel tentato colpo di Stato del 2023, volto a impedire l’insediamento del suo successore, Luiz Inácio Lula da Silva.
Una storia di problemi di salute ricorrenti
La salute di Jair Bolsonaro è da anni al centro dell’attenzione pubblica, in particolare dopo l’accoltellamento subito all’addome durante la campagna elettorale del 2018. Quell’attentato ha richiesto numerosi interventi chirurgici e ha lasciato strascichi significativi, tra cui occlusioni intestinali e le problematiche addominali che persistono ancora oggi. Negli ultimi mesi, anche durante il periodo trascorso agli arresti domiciliari prima della detenzione in carcere, Bolsonaro ha avuto diversi ricoveri. A settembre, ad esempio, è stato trasportato d’urgenza in ospedale per un malore accompagnato da crisi di singhiozzo, vomito e pressione bassa. In quell’occasione, gli fu diagnosticata anche un’anemia da carenza di ferro e i medici parlarono di un quadro generale “fragile”. In precedenza, aveva lasciato la sua residenza per sottoporsi a cure per alcune lesioni cutanee.
Il singhiozzo, in particolare, è un disturbo ricorrente per l’ex presidente. Già nel luglio 2021 era stato ricoverato per un episodio di singhiozzo persistente durato oltre dieci giorni, che aveva portato i medici a sospettare un’occlusione intestinale.
Sviluppi sul fronte politico e giudiziario
Mentre la battaglia legale sulla salute di Bolsonaro prosegue, sul fronte politico si è aperto un nuovo capitolo. La Camera dei Deputati ha recentemente approvato un disegno di legge, noto come “legge della dosimetria”, che potrebbe portare a una significativa riduzione della pena per l’ex presidente e per altri condannati per il tentato golpe. Se il testo dovesse essere approvato anche dal Senato, la condanna di Bolsonaro potrebbe essere drasticamente ridotta a poco più di due anni. Questa mossa legislativa, sostenuta dai suoi alleati in Congresso, rappresenta un potenziale spiraglio per l’ex leader di destra, anche se la decisione finale sulla riformulazione delle sentenze spetterà comunque all’autorità giudiziaria.
La difesa ha anche affrontato un recente episodio controverso: la presunta violazione del braccialetto elettronico da parte di Bolsonaro. Secondo i legali, l’atto non sarebbe stato un tentativo di fuga, ma piuttosto un’azione compiuta in uno “stato di confusione mentale” a causa degli effetti di nuovi farmaci prescritti. Un argomento che mira a rafforzare l’immagine di un uomo la cui salute fisica e mentale sarebbe compromessa e incompatibile con la detenzione.
La situazione rimane fluida, con la Corte Suprema chiamata a decidere su una questione che intreccia indissolubilmente diritto, salute e politica, in un Brasile ancora profondamente diviso.
