TERMOLI – Si infittisce il mistero sulla morte di Andrea Costantini, il 38enne originario di Penne (Pescara) trovato senza vita lo scorso 15 settembre all’interno della cella frigorifera del supermercato Eurospin di via Corsica a Termoli, dove lavorava come macellaio. A quasi tre mesi dalla tragedia, la Procura della Repubblica di Larino ha impresso una svolta decisiva alle indagini, accogliendo la richiesta dei familiari della vittima e disponendo l’incidente probatorio con riesumazione della salma e una nuova e più approfondita autopsia. L’obiettivo è fare piena luce sulle cause del decesso, inizialmente archiviato come suicidio, un’ipotesi mai accettata dai genitori dell’uomo.

La svolta della Procura: incidente probatorio e nuovi accertamenti

Il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Larino, Rosaria Vecchi, ha accolto la richiesta avanzata dal Pubblico Ministero, Marianna Meo, disponendo l’incidente probatorio. Questo strumento giuridico permetterà di “cristallizzare” le prove medico-legali in vista di un eventuale processo. L’udienza per il conferimento dell’incarico al perito, il professor Cristian D’Ovidio, è stata fissata per mercoledì 17 dicembre. Gli accertamenti necroscopici comprenderanno esami tecnici, istologici e tossicologici, con un focus particolare sui segni rinvenuti sul collo del 38enne e sulla ricerca di eventuali lesioni da difesa, elementi sollevati dalla famiglia Costantini nella loro denuncia.

La decisione della magistratura arriva dopo il deposito di una perizia del primario di Medicina Legale di Foggia, Luigi Cipolloni, che ha evidenziato l’urgenza di procedere con un esame autoptico completo. Inizialmente, infatti, non era stata effettuata l’autopsia e il caso era stato orientato verso il gesto volontario, anche a causa di un biglietto trovato addosso alla vittima. I genitori, Gennaro e Lidia Costantini, assistiti dall’avvocato Piero Lorusso, non hanno mai creduto a questa versione, presentando una denuncia formale per omicidio o, in subordine, istigazione al suicidio e maltrattamenti in famiglia.

Le tensioni familiari e il mistero del terreno

Mentre le indagini scientifiche si preparano a fornire risposte cruciali, emergono dettagli sulle dinamiche familiari che precedettero la morte di Andrea. Al centro della vicenda vi sarebbe la compravendita di un terreno situato in contrada Ponticelli, nella periferia di Termoli. Secondo l’avvocata Paola Cecchi, legale della compagna di Costantini, l’uomo aveva acquistato l’appezzamento a giugno con l’intento di costruirvi una piccola casa per la famiglia. Tuttavia, poco dopo l’acquisto, avrebbe cambiato idea manifestando un’ansia crescente e la volontà di vendere immediatamente, generando dissapori con la compagna che non ne comprendeva le ragioni.

“La mia assistita non è indagata ed è stata chiara sin dall’inizio. Non c’erano problemi di coppia. Non erano in fase di separazione e, se c’era qualche screzio familiare, era dovuto semplicemente al discorso della vendita del terreno”, ha dichiarato l’avvocata Cecchi, sottolineando come anche la sua cliente abbia il massimo interesse a che venga fatta chiarezza. La legale respinge l’idea che Costantini volesse tornare a vivere a Penne, sostenendo che l’acquisto del terreno dimostra una progettualità familiare a Termoli.

Di parere opposto l’avvocato della famiglia Costantini, Piero Lorusso, il quale sostiene che i conflitti e i presunti maltrattamenti fossero precedenti e non legati alla questione del terreno. La famiglia del 38enne ha puntato il dito sulla compagna, che però, come ribadito dal suo legale, non risulta iscritta nel registro degli indagati.

Le prossime tappe dell’inchiesta

Oltre alla riesumazione e all’autopsia, sarà effettuata anche una perizia calligrafica, presumibilmente sul biglietto trovato addosso ad Andrea Costantini. L’inchiesta, riaperta formalmente, si muove ora su un doppio binario: da un lato gli accertamenti scientifici, che dovranno stabilire con certezza le cause e la dinamica della morte; dall’altro la ricostruzione dei rapporti personali e delle ultime settimane di vita della vittima, per comprendere il contesto in cui è maturata la tragedia. La comunità di Termoli e la famiglia di Andrea attendono risposte che solo un’indagine approfondita potrà fornire, per diradare le ombre che ancora avvolgono questa drammatica vicenda.

Di veritas

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