L’arena politica americana, mai veramente a riposo, sembra già proiettata verso la prossima contesa presidenziale. A poco più di un anno dalla sua sconfitta contro Donald Trump, l’ex Vicepresidente Kamala Harris sta inviando segnali inequivocabili di una sua possibile, se non probabile, candidatura per le elezioni del 2028. Una serie di mosse strategiche, incontri di alto livello e un cambio di tono nei suoi discorsi pubblici suggeriscono che la sua carriera politica è tutt’altro che conclusa.
Il tour del libro e gli incontri strategici: i primi passi della campagna
Un indicatore chiave delle intenzioni di Harris è l’intensificazione del suo tour promozionale per il libro “107 Days”. Quello che era iniziato come un giro di presentazioni si sta trasformando in una piattaforma per mantenere alta la sua visibilità e connettersi con l’elettorato. Il tour, che ha aggiunto nuove date fino al 2026, tocca città strategicamente importanti e stati cruciali per le primarie, come la Carolina del Sud, e aree con un forte elettorato afroamericano, tra cui Detroit, Memphis e Atlanta.
Parallelamente, l’attività politica di Harris si è fatta più intensa. La sua partecipazione alla riunione invernale del Comitato Nazionale Democratico (DNC) a Los Angeles è stata particolarmente significativa. In questa occasione, Harris e suo marito, Doug Emhoff, hanno incontrato funzionari di partito e presidenti dei comitati statali, un’azione tipica di chi sta costruendo una rete di sostegno per una futura campagna elettorale. Un aneddoto riportato da Axios ha acceso ulteriormente i riflettori: durante un ricevimento, il presidente del DNC del Minnesota, Ken Martin, ha scherzosamente presentato Emhoff come il potenziale futuro “first gentleman”, una battuta che non è passata inosservata tra gli addetti ai lavori.
Una nuova retorica: critica allo status quo e a entrambi i partiti
Forse il segnale più forte lanciato da Harris è il cambiamento nella sua comunicazione. In un discorso tenuto a Los Angeles di fronte ai funzionari democratici, ha sorpreso molti con una critica aspra non solo ai Repubblicani, ma allo status quo politico in generale, includendo implicitamente anche il suo stesso partito. “Entrambi i partiti non sono riusciti a mantenere la fiducia del pubblico”, ha dichiarato, aggiungendo che “il governo è visto come fondamentalmente incapace di soddisfare i bisogni della sua gente… Le persone ne hanno abbastanza dello status quo e sono pronte a rompere gli schemi per forzare il cambiamento”.
Questa nuova retorica si discosta nettamente dal messaggio di sostegno all’amministrazione Biden che aveva caratterizzato la sua campagna del 2024. Secondo Harris, Donald Trump è “un sintomo” di un problema più grande, e non ci si può permettere di essere “nostalgici per un sistema imperfetto che ha deluso così tanti”. Questo posizionamento sembra mirare a intercettare la frustrazione di una parte dell’elettorato e a presentarsi come una figura di rottura, capace di portare un cambiamento reale.
Il sostegno dell’elettorato e le sfide all’orizzonte
Nonostante le preoccupazioni di alcuni leader e finanziatori del Partito Democratico riguardo alla sua capacità di vincere a livello nazionale, Kamala Harris mantiene una posizione di forza in diversi sondaggi per le primarie del 2028. Un suo punto di forza cruciale è il solido sostegno di cui gode tra gli elettori afroamericani, che costituiscono il blocco elettorale più influente nelle recenti primarie presidenziali democratiche. I dati delle exit poll del 2024 mostrano che il suo supporto in questa fascia demografica è stato simile a quello ottenuto da Joe Biden nel 2020. In particolare, il 92% delle donne nere ha votato per lei.
Tuttavia, la strada verso la nomination non è priva di ostacoli. Altri potenziali candidati democratici si stanno già muovendo. Il governatore della California, Gavin Newsom, e il governatore dell’Illinois, J.B. Pritzker, sono tra le figure che potrebbero contenderle la leadership. Alcuni sondaggi mostrano Newsom in testa, sebbene Harris mantenga un vantaggio significativo tra gli elettori neri. La stessa Harris, in recenti interviste, ha lasciato la porta aperta a una candidatura, affermando di non aver ancora deciso ma dichiarando chiaramente: “Non ho finito”.
In conclusione, mentre la polvere delle elezioni del 2024 si è appena posata, la macchina politica di Kamala Harris sembra già essere in pieno movimento. Attraverso un’attenta strategia mediatica, incontri politici mirati e un riposizionamento del suo messaggio, l’ex Vicepresidente sta chiaramente comunicando ai rivali e al partito che le sue ambizioni per la Casa Bianca sono più vive che mai.
