Sydney, Australia – L’orrore ha squarciato la serenità di una serata estiva a Sydney, trasformando una delle spiagge più iconiche del mondo, Bondi Beach, nel teatro di un efferato attacco terroristico. Quindici persone sono state uccise e oltre quaranta ferite quando due uomini armati hanno aperto il fuoco indiscriminatamente sulla folla riunita per celebrare la prima notte della festa ebraica di Hanukkah. L’attacco, definito dalle autorità un “atto di terrore e antisemitismo”, è stato perpetrato da un padre di 50 anni, Sajid Akram, e da suo figlio di 24 anni, Naveed.
L’attentato è avvenuto domenica sera, intorno alle 19:00 ora locale, mentre centinaia di famiglie, inclusi molti bambini, partecipavano all’evento “Hanukkah sul mare”. Testimoni oculari, ancora sotto shock, hanno descritto scene di panico e terrore, con persone in fuga che cercavano disperatamente riparo mentre i due attentatori, vestiti di nero, sparavano con fucili semiautomatici.
L’Identità degli Attentatori e la Rivendicazione dell’ISIS
Le forze di polizia del Nuovo Galles del Sud, guidate dal commissario Mal Lanyon, hanno rapidamente identificato i responsabili. Il padre, Sajid Akram, è stato ucciso durante l’intervento delle forze dell’ordine, mentre il figlio, Naveed, è stato ferito gravemente e si trova attualmente ricoverato in ospedale in condizioni critiche. “Posso dire che non stiamo cercando altri autori di reato”, ha dichiarato il commissario Lanyon in una conferenza stampa, confermando che la minaccia immediata è stata neutralizzata.
Le indagini hanno subito rivelato una chiara matrice terroristica. Secondo l’emittente australiana ABC, che cita fonti dell’intelligence interna (ASIO), gli attentatori avevano giurato fedeltà allo Stato Islamico (ISIS). A conferma di ciò, due bandiere dell’ISIS sono state ritrovate nell’auto utilizzata dal duo. È emerso inoltre che Naveed Akram era noto ai servizi di sicurezza dal 2019 per i suoi legami con un altro individuo condannato per pianificazione di un attacco terroristico, ma non era considerato una minaccia imminente. Il padre, invece, possedeva legalmente da dieci anni un porto d’armi e deteneva sei armi da fuoco, tutte recuperate sulla scena del crimine.
Le Vittime e gli Eroi di Bondi Beach
Il bilancio della strage è pesantissimo. Tra le 15 vittime, di età compresa tra i 10 e gli 87 anni, figurano un rabbino e una bambina. I feriti sono oltre 40, di cui 27 ancora ricoverati in ospedale; sei di loro versano in condizioni critiche. La comunità ebraica di Sydney, che stava celebrando un momento di gioia e di luce, è stata colpita al cuore.
In una giornata segnata dalla tragedia, è emersa anche una storia di incredibile coraggio. Un uomo di 43 anni, Ahmed al Ahmed, un fruttivendolo di fede musulmana, ha affrontato a mani nude uno degli attentatori, riuscendo a disarmarlo prima di essere ferito. Il suo gesto eroico, che ha probabilmente evitato un bilancio ancora più grave, è stato lodato dal premier del Nuovo Galles del Sud, Chris Minns, e dal Primo Ministro australiano, Anthony Albanese, che ha definito “eroi” tutti i cittadini che “sono corsi verso il pericolo per aiutare gli altri”.
La Risposta Politica e il Contesto di Odio Crescente
Il Primo Ministro Anthony Albanese ha condannato fermamente l’attacco, definendolo un “atto di malvagio antisemitismo che ha colpito al cuore la nazione”. Il governo ha convocato un consiglio dei ministri nazionale per discutere una risposta immediata, che potrebbe includere una stretta sulla legislazione relativa al possesso di armi. “Siamo al fianco degli ebrei australiani e ci opponiamo all’odio e alla violenza”, ha dichiarato Albanese.
Questo attentato, il più grave in Australia degli ultimi trent’anni, si inserisce in un clima globale e locale di crescente antisemitismo. Dati recenti mostrano una triplicazione degli atti di odio contro i cittadini ebrei in Australia dall’inizio della guerra a Gaza. L’episodio ha riacceso il dibattito sulla sicurezza delle comunità ebraiche e sulla necessità di contrastare con più forza l’estremismo e l’incitamento all’odio. Messaggi di cordoglio e solidarietà sono giunti da leader di tutto il mondo, incluso il Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, che ha espresso la più dura condanna contro il terrorismo e l’antisemitismo.
Mentre la nazione è in lutto, con le bandiere a mezz’asta, le indagini proseguono per chiarire ogni dettaglio di questo attacco pianificato che ha insanguinato la festa delle luci.
