Sydney, Australia – Una serata di festa e preghiera si è trasformata in un bagno di sangue sulla celebre spiaggia di Bondi Beach, quando almeno due attentatori hanno aperto il fuoco sulla folla riunita per celebrare la prima notte di Hanukkah. Il bilancio, ancora provvisorio ma drammatico, parla di almeno 16 morti e 38 feriti. L’attacco è stato ufficialmente classificato come un “atto terroristico” dalle autorità australiane, gettando un’ombra di terrore sulla nazione.

La dinamica dell’attacco

Secondo le prime ricostruzioni e le testimonianze raccolte sul posto, l’attacco è avvenuto nel tardo pomeriggio di domenica. Due uomini, descritti come vestiti di nero e armati di fucili semiautomatici, sarebbero scesi da un veicolo lungo Campbell Parade, la strada che costeggia la spiaggia, e avrebbero iniziato a sparare indiscriminatamente contro le circa 2.000 persone presenti per l’evento “Chanukah by the Sea”. Molti testimoni hanno inizialmente confuso il suono dei colpi con dei fuochi d’artificio, prima di rendersi conto dell’orrore che si stava consumando. Scene di panico di massa hanno rapidamente preso il sopravvento, con la folla che cercava disperatamente riparo e una via di fuga.

Le vittime e la risposta delle autorità

Tra le vittime accertate figura anche il rabbino di Sydney, Eli Schlanger. Il commissario di polizia del Nuovo Galles del Sud, Mal Lanyon, ha confermato in una conferenza stampa la natura terroristica dell’attacco, sottolineando che è stato “progettato per colpire la comunità ebraica di Sydney”. Le forze dell’ordine sono intervenute massicciamente, neutralizzando uno degli attentatori, mentre un secondo sospetto è stato fermato e si trova in condizioni critiche. Le indagini sono in corso per verificare l’eventuale presenza di un terzo complice. Il Primo Ministro australiano, Anthony Albanese, ha definito la strage “un atto di malvagio antisemitismo che ha colpito al cuore la nazione”. Durante le perquisizioni successive, sono stati rinvenuti ordigni esplosivi rudimentali sia in un veicolo vicino alla scena sia nell’abitazione di uno degli attentatori, fortunatamente non attivati.

Un’icona mondiale sotto attacco

Bondi Beach non è solo una spiaggia, ma un simbolo globale dell’Australia: un luogo iconico amato da turisti e residenti per la sua sabbia dorata, le onde perfette per il surf e l’atmosfera rilassata. L’attacco ha violato profondamente questo santuario di pace, trasformandolo in una scena di crimine e dolore. L’evento “Chanukah by the Sea” era stato pubblicizzato come una celebrazione per famiglie, un momento di gioia e unione per la comunità ebraica, reso tragico da un odio incomprensibile.

Il contesto di crescente antisemitismo

Questa strage si inserisce in un contesto di crescente preoccupazione per l’aumento dei crimini d’odio a sfondo antisemita in Australia, un fenomeno che ha visto un’escalation negli ultimi mesi. Il presidente dell’Associazione Ebraica Australiana ha definito la sparatoria una “tragedia del tutto prevedibile”, criticando il governo per non aver adottato misure adeguate a protezione della comunità. La comunità internazionale ha espresso unanime condanna e solidarietà, con messaggi provenienti da leader politici e religiosi di tutto il mondo.

Mentre le indagini proseguono per delineare completamente la rete di responsabilità e le motivazioni dietro questo gesto efferato, Sydney e l’intera Australia si ritrovano a piangere le proprie vittime e a interrogarsi su come una celebrazione di luce sia potuta sprofondare nelle tenebre della violenza terroristica.

Di atlante

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