Roma – Cala il sipario sull’edizione 2025 di Atreju, la tradizionale kermesse di Fratelli d’Italia, e la premier Giorgia Meloni, nel suo intervento conclusivo, non risparmia un affondo diretto al cuore dell’opposizione, prendendo di mira la grande assente: la segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein. In un discorso durato quasi un’ora, la leader di FdI ha rivendicato il successo della manifestazione, definendola un luogo di dialogo aperto dove “tutte le idee hanno diritto di cittadinanza” e dove “il valore delle persone si misura sui contenuti”.

Proprio su questo punto si è concentrato l’attacco a Schlein. “Questo è il luogo in cui Nietzsche e Marx si danno la mano”, ha esordito Meloni citando Antonello Venditti, per poi aggiungere: “E chi scappa dimostra di non avere contenuti”. Un riferimento inequivocabile alla decisione della leader dem di declinare l’invito. La premier ha poi proseguito con ironia, ringraziando i leader dell’opposizione che hanno invece partecipato: “Voglio ringraziare i tanti leader delle opposizioni che hanno partecipato, Conte, Bonelli, Renzi, Marattin, Calenda, Magi e voglio ringraziare anche Elly Schlein che con il suo nannimorettiano ‘mi si nota di più se vengo o sto in disparte o se non vengo per niente’ ha comunque fatto parlare di noi”.

Il “Campo Largo” riunito ad Atreju

La stoccata più incisiva è arrivata subito dopo, con una battuta che mira a sottolineare le divisioni interne al centrosinistra. “La cosa divertente è che il presunto campo largo l’abbiamo riunito noi e quella che dovrebbe federarli è l’unica che non si è presentata”, ha concluso la premier tra gli applausi della platea di Castel Sant’Angelo. Meloni ha rincarato la dose, ricordando di aver proposto un confronto a tre con Conte e la stessa Schlein, proposta rifiutata, a suo dire, non per timore di un dibattito con lei, ma per l’impossibilità dei due leader di confrontarsi tra loro. “E questi vogliono governare la nazione. Come la governano? Con le lettere degli avvocati?”, ha chiosato.

La presenza frammentata dell’opposizione

La giornata dedicata al confronto con le opposizioni, infatti, ha visto sfilare sul palco diversi esponenti di primo piano, ma ha anche messo in luce le diverse sensibilità e strategie all’interno del fronte anti-governativo. Hanno partecipato, tra gli altri:

  • Giuseppe Conte (M5S): Il leader del Movimento 5 Stelle ha ricevuto qualche fischio, soprattutto criticando la politica estera del governo. Non ha mancato di sottolineare l’assenza della “padrona di casa”, Giorgia Meloni, auspicando un confronto diretto in futuro.
  • Matteo Renzi (Italia Viva): Il suo intervento è stato tra i più accesi, con un duro scontro sulle riforme costituzionali, in particolare premierato e autonomia, con i ministri Casellati e Calderoli. Renzi ha rivendicato la sua scelta di partecipare per dialogare, anche da posizioni critiche.
  • Carlo Calenda (Azione): Il leader di Azione ha ricevuto applausi parlando di Ucraina e responsabilità nazionale, ribadendo la sua posizione di opposizione costruttiva: “Sono all’opposizione, ma voto ciò che ritengo giusto”.
  • Angelo Bonelli (Alleanza Verdi e Sinistra) e Riccardo Magi (+Europa): Anche loro presenti al dibattito, portando le istanze delle rispettive forze politiche.

La replica a distanza di Elly Schlein

Mentre Meloni parlava ad Atreju, Elly Schlein chiudeva a Roma l’Assemblea nazionale del PD. Da quel palco, la segretaria ha replicato indirettamente, accusando la destra di essere “ossessionata dal potere” e di ignorare i veri problemi del Paese come le bollette, la sanità e il carovita, per concentrarsi su riforme come il premierato. Riguardo al confronto, ha ribattuto: “È lei che è fuggita dal confronto. Venga in Parlamento, ma a parlare del Paese reale, non a fare cabaret”. L’assenza di Schlein, secondo alcuni osservatori dem, non sarebbe stata casuale ma una scelta strategica per riaccendere il duello diretto con la premier.

I temi del discorso di Meloni

Oltre all’attacco alle opposizioni, l’intervento della Presidente del Consiglio ha toccato diversi temi chiave della sua agenda politica. Ha parlato di politica estera, commentando le recenti dichiarazioni di Donald Trump su un possibile disimpegno degli USA: “Buongiorno Europa, per ottant’anni abbiamo appaltato la nostra sicurezza, ora tocca a noi”. Ha rivendicato i successi del governo, la stabilità e la credibilità internazionale riconquistata, citando il calo dello spread. Non sono mancati riferimenti ai temi identitari, come la difesa del ruolo educativo dei genitori e la rivendicazione di una “Italia a testa alta” nel mondo.

Di veritas

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