Lisbona – Un nuovo, inquietante capitolo si aggiunge alla già complessa crisi politica della Guinea-Bissau. All’alba di domenica 14 dicembre, la polizia portoghese ha arrestato presso l’aeroporto Figo Maduro di Lisbona l’imprenditore guineense Tito Gomes Fernandes. L’uomo, considerato una figura molto vicina all’ex presidente Umaro Sissoco Embaló, recentemente deposto da un colpo di stato, è stato trovato in possesso di valigie contenenti quasi cinque milioni di euro in contanti. La somma è stata immediatamente posta sotto sequestro dalle autorità.

Fernandes era appena atterrato con un volo proveniente da Bissau, la capitale della Guinea-Bissau. Il velivolo, inizialmente classificato come volo militare, aveva come destinazione finale la città portoghese di Beja. A bordo del volo si trovava anche la moglie dell’ex presidente Embaló, che tuttavia non è stata sottoposta a fermo. L’arresto di Fernandes solleva interrogativi cruciali sulla fuga di capitali e sulle reti di potere che circondano l’ex leader guineense, attualmente in Marocco ma con la presunta intenzione di raggiungere il Portogallo.

Il Contesto: un Colpo di Stato Travagliato

L’arresto si inserisce in un quadro di profonda instabilità per la Guinea-Bissau. Il 26 novembre scorso, un colpo di stato militare ha rovesciato il presidente Umaro Sissoco Embaló, al potere dal 2020. Il golpe è avvenuto in un momento di alta tensione politica, subito dopo il primo turno delle elezioni presidenziali del 23 novembre, i cui risultati non erano ancora stati ufficialmente diffusi. Sia Embaló che il suo principale sfidante, Fernando Dias da Costa, avevano rivendicato la vittoria.

I militari, guidati dal generale Horta Nta Na Man, che ha assunto la carica di presidente di transizione, hanno giustificato l’intervento con la necessità di contrastare una presunta minaccia alla stabilità del paese legata a gruppi di narcotrafficanti. Tuttavia, fin da subito sono emersi dubbi e accuse secondo cui il colpo di stato sarebbe stato orchestrato dallo stesso Embaló per evitare una sconfitta elettorale e mantenere il potere. A rafforzare questi sospetti, il fatto che uomini incappucciati abbiano assaltato gli uffici della commissione elettorale, distruggendo schede e server.

I Protagonisti della Crisi

  • Umaro Sissoco Embaló: Ex generale e presidente dal 2020, la sua presidenza è stata caratterizzata da una crescente instabilità e da accuse di autoritarismo. Eletto nel 2019 in elezioni contestate, proviene da una scissione del partito storico PAIGC, con la fondazione del Movimento per l’alternativa democratica (Madem G-15). Dopo il golpe, è riuscito a lasciare il paese e si troverebbe in Marocco.
  • Domingos Simões Pereira: Storico oppositore di Embaló e leader del Partito Africano per l’Indipendenza della Guinea e di Capo Verde (PAIGC), il partito che guidò la lotta per l’indipendenza dal Portogallo. Pereira, che era stato escluso dalle elezioni, è stato arrestato durante il colpo di stato e risulta ancora detenuto.
  • Tito Gomes Fernandes: L’imprenditore arrestato a Lisbona, la cui vicinanza a Embaló suggerisce un possibile ruolo nella gestione delle finanze dell’ex presidente e del suo entourage.

Un Paese Segnato dall’Instabilità e dal Narcotraffico

La Guinea-Bissau, indipendente dal Portogallo dal 1974, ha una lunga storia di instabilità politica, segnata da numerosi colpi di stato e tentativi di golpe. Questa fragilità istituzionale ha reso il paese un crocevia fondamentale per il traffico internazionale di droga, in particolare di cocaina proveniente dall’America Latina e diretta in Europa. La debolezza dello stato e la corruzione endemica hanno permesso alle reti criminali di infiltrarsi a vari livelli, alimentando ulteriormente l’instabilità politica.

La comunità internazionale, inclusa la Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale (ECOWAS), ha condannato il colpo di stato e chiesto il ripristino dell’ordine costituzionale e il rilascio dei prigionieri politici. Tuttavia, la situazione sul campo rimane estremamente fluida e complessa. L’arresto di Lisbona potrebbe ora fornire agli inquirenti elementi preziosi per far luce sui flussi finanziari illeciti e sulle dinamiche di potere che hanno portato all’ennesima crisi in questa travagliata nazione dell’Africa occidentale.

Di atlante

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