Roma – In un contesto nazionale segnato da crescenti disuguaglianze, crisi demografica e una spesa pubblica in contrazione, la cooperazione sociale italiana lancia una sfida coraggiosa, una proposta programmatica per ridisegnare il futuro del welfare. È stato presentato oggi a Roma, presso l’Eurostars Roma Aeterna, il Manifesto “Controvento” di Legacoopsociali, documento conclusivo di un percorso partecipato che ha attraversato l’Italia intera. L’evento rappresenta il culmine degli Stati Generali della cooperazione sociale, un’iniziativa che si inserisce come tappa fondamentale verso la Biennale dell’economia cooperativa di Legacoop.
Il Manifesto non è un semplice documento di intenti, ma il distillato di un processo di ascolto e confronto che ha coinvolto oltre 500 persone tra operatori, cooperatori e stakeholder. Un percorso che ha toccato diverse città italiane, con tappe significative a Biella, Fabriano e Salerno, oltre a incontri regionali in Umbria e Sardegna. A questo si è affiancata una potente campagna di comunicazione social, #controvento, che ha raccolto più di 300 video-testimonianze di operatori e operatrici sociali, dando voce a chi quotidianamente costruisce il tessuto sociale del Paese.
I tre pilastri del Manifesto “Controvento”
Il documento si articola su tre assi strategici, pensati per offrire risposte concrete alle urgenze del presente e per costruire un sistema di welfare più equo e sostenibile:
- Restituire pieno valore economico e professionale al lavoro sociale: Il primo punto affronta la necessità non più rinviabile di migliorare il contratto collettivo nazionale, riconoscendo la dignità e la professionalità di decine di migliaia di lavoratori del settore. Si tratta di un passo cruciale per valorizzare professioni essenziali per la cura e il benessere delle comunità.
- Garantire opportunità di inclusione lavorativa: Attraverso il modello dell’impresa sociale, in particolare le cooperative di tipo B, il Manifesto punta a rafforzare i percorsi di inserimento lavorativo per le persone svantaggiate. Un approccio che coniuga solidarietà, sviluppo e impresa, dimostrando come sia possibile creare lavoro “vero” per chi è ai margini.
- Promuovere un welfare innovativo e di comunità: Il terzo asse propone una visione di welfare capace di superare la logica emergenziale per costruire un sistema integrato, che risponda in modo personalizzato ai bisogni delle persone lungo tutto l’arco della vita e che garantisca i diritti per tutti.
Le voci dei protagonisti: Ascari e Gamberini
“Vogliamo contribuire al dibattito pubblico e dar voce a una visione di welfare capace di andare controvento, di progredire anche quando il contesto economico, sociale e culturale sembra spingere in direzione opposta”, ha dichiarato Massimo Ascari, presidente nazionale di Legacoopsociali. Ascari ha sottolineato come le proposte del Manifesto nascano “dall’ascolto delle persone e dei territori” e rappresentino un patrimonio di esperienze da portare ai tavoli istituzionali per migliorare una delle infrastrutture sociali più importanti del Paese.
Gli ha fatto eco Simone Gamberini, presidente di Legacoop, che ha definito il Manifesto “un primo contributo in vista di un confronto, non più rinviabile, per assicurare un futuro sostenibile al nostro sistema di welfare”. Gamberini ha evidenziato le minacce che gravano sul sistema attuale, come la crisi demografica e le crescenti disuguaglianze, invocando la necessità di “un progetto di welfare per l’Italia, con politiche di medio periodo”. Ha inoltre ribadito il ruolo insostituibile delle cooperative sociali, chiedendo alle pubbliche amministrazioni “una maggiore disponibilità alla co-programmazione e co-progettazione dei servizi, nonché ad un giusto riconoscimento, anche economico, del valore del lavoro sociale”.
Un settore vitale per l’economia e la società
I numeri di Legacoopsociali testimoniano la rilevanza del settore: l’associazione rappresenta oltre 2.300 cooperative che occupano complessivamente 135.658 persone. Di queste, il 74% sono donne e 12.000 sono persone svantaggiate inserite al lavoro. Il valore della produzione si attesta intorno ai 6 miliardi di euro. Dati che descrivono un comparto fondamentale non solo per la coesione sociale, ma anche per l’economia nazionale.
All’evento ha partecipato anche l’economista Tito Boeri, che ha lodato il modello cooperativo per la sua capacità di “massimizzare il benessere dei membri lungo l’intero ciclo di vita, non solo il valore per l’azionista nel breve periodo”. La governance partecipata e l’orizzonte a lungo termine, secondo Boeri, rendono le cooperative attori credibili anche nella transizione ecologica, riducendo l’incentivo al “greenwashing”.
Anche la Ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Calderone, ha riconosciuto l’importanza della cooperazione, affermando che con il Manifesto essa “diventa un riferimento” e auspicando la promozione di reti tra pubblico, privato e terzo settore per costruire un percorso comune basato sull’innovazione.
Una rotta per il futuro
Il Manifesto “Controvento” non è un punto di arrivo, ma, come sottolineato dai suoi promotori, un punto di partenza. Una base solida su cui costruire un dialogo con le istituzioni e con tutti gli attori sociali per riformare il sistema di welfare italiano. La sfida è quella di trasformare le proposte in politiche concrete, capaci di garantire equità, inclusione e benessere per le comunità, navigando con coraggio e visione anche quando i venti sembrano contrari.
