DAVOS (Svizzera) – Un argento che luccica come l’oro e che accende le speranze del fondo italiano. Sulla neve di Davos, da sempre amica ai colori azzurri, l’Italia conquista il suo primo, pesantissimo podio stagionale nella Coppa del Mondo di sci di fondo grazie a una performance magistrale nella Team Sprint a tecnica libera. I protagonisti di questa giornata memorabile sono il veterano Federico Pellegrino e il giovane talento Elia Barp, autori di una gara tatticamente perfetta, conclusa al secondo posto alle spalle dell’inarrivabile Norvegia I di Johannes Klæbo ed Erik Valnes.
Un risultato straordinario, arrivato al termine di una finale combattuta e caotica, che ha visto gli azzurri chiudere con il tempo di 14:02.99, a soli 2.04 secondi dai vincitori norvegesi (14:00.95). Ma è il duello per la seconda piazza ad aver tenuto tutti con il fiato sospeso: in un volatone finale mozzafiato, Pellegrino ha saputo regolare lo svedese Edvin Anger, assicurando all’Italia la medaglia d’argento per appena 5 centesimi di secondo sulla Svezia I (Anger e Johan Haeggstroem).
Cronaca di una gara al cardiopalma
La finale della Team Sprint è stata, come da previsione, una battaglia di nervi e strategia. La partenza si è rivelata subito caotica, con ben 15 team a contendersi le posizioni di testa. Proprio in queste fasi concitate, Elia Barp è stato protagonista di una scivolata nella prima frazione che avrebbe potuto compromettere la gara. Tuttavia, il giovane fondista di Trichiana non si è perso d’animo, dimostrando carattere e rimanendo agganciato al gruppo di testa. Con il passare delle frazioni, la coppia azzurra ha saputo risalire progressivamente, con Pellegrino abile a recuperare posizioni preziose.
La svolta è arrivata nell’ultima, decisiva frazione. Mentre Klæbo, come da copione, lanciava l’attacco decisivo sull’ultima salita involandosi verso la vittoria, alle sue spalle si scatenava la bagarre per il podio. È qui che è emersa tutta la classe e l’esperienza di Federico Pellegrino. Con una mossa da manuale, il “Chicco” nazionale ha attaccato sul finale della salita, superando diversi avversari e portandosi in seconda posizione. Un capolavoro tattico e atletico che gli ha permesso di entrare sul rettilineo finale con il vantaggio necessario per resistere al ritorno della Svezia e consegnare all’Italia un argento meritatissimo.
Pellegrino: il Re di Davos nel giorno della consacrazione olimpica
Per Federico Pellegrino questo podio ha un sapore speciale. Arriva nella “sua” Davos, una pista dove ha sempre raccolto risultati di prestigio, con quattro successi individuali in carriera (2014, 2015, 2020 e 2022) e ben nove podi complessivi. Ma soprattutto, questo argento arriva nel giorno stesso in cui è stato ufficialmente designato dal CONI come portabandiera dell’Italia Team ai Giochi Olimpici Invernali di Milano Cortina 2026. Una coincidenza che carica questo risultato di un valore simbolico enorme, a testimonianza della longevità e della competitività di un atleta straordinario.
“Siamo arrivati in gara sulle nostre Alpi e ci siamo ripresi quello che io, per una spaccata sbagliata, l’anno scorso ho perso, ovvero il podio nella sprint qui di Davos”, ha dichiarato Pellegrino a fine gara, sottolineando la voglia di riscatto e la perfetta intesa con il compagno.
Barp, il futuro è adesso: la crescita di un talento
Se Pellegrino rappresenta la certezza e l’esperienza, Elia Barp è la ventata di freschezza e il futuro del movimento. La sua performance, nonostante la caduta iniziale, è stata di altissimo livello. Ha saputo gestire la pressione di una finale di Coppa del Mondo al fianco di un mostro sacro come Pellegrino, dimostrando maturità e una condizione fisica eccellente. Per il giovane bellunese si tratta di un risultato che lo proietta definitivamente nell’élite mondiale della specialità e che conferma la bontà del lavoro svolto dalla federazione sul settore giovanile.
Una prova di forza per tutta la squadra azzurra
A completare l’ottima giornata per i colori azzurri, va registrata anche la buona prestazione della seconda squadra italiana. La coppia formata da Martino Carollo e Davide Graz ha chiuso con un solido ottavo posto a 7.88 secondi dai vincitori, confermando la profondità e la competitività del team italiano. Anche in campo femminile, la coppia formata da Caterina Ganz e Federica Cassol ha raggiunto la finale, chiudendo in nona posizione.
