Dalle sale del Museo della Moda di Napoli, unico presidio museale pubblico dedicato alla moda in Italia, emerge un tributo vibrante e rigoroso a uno dei più grandi maestri della couture italiana: Fausto Sarli. La mostra “Sarli”, inaugurata l’11 dicembre 2025 e visitabile fino al 31 maggio 2026, non è una semplice retrospettiva, ma un’immersione profonda nell’universo di un creativo che ha saputo elevare la sartoria a forma d’arte, unendo la precisione del taglio alla plasticità della scultura.

Nato a Napoli nel 1927, Fausto Sarli è stato una figura tanto geniale quanto riservata nel panorama dell’alta moda internazionale. Soprannominato lo “scultore dell’alta moda”, ha portato la prestigiosa tradizione sartoriale partenopea sulle passerelle più importanti, distinguendosi per un’estetica basata su linee pure, volumi architettonici e un’impeccabile maestria tecnica. La sua carriera, iniziata con un folgorante debutto a Palazzo Pitti a Firenze nel 1956, è stata costellata di successi e riconoscimenti, vestendo dive del cinema, icone della musica e personalità di spicco in tutto il mondo.

Un’Esposizione Curata nel Dettaglio

L’esposizione, fortemente voluta e ideata da Maria d’Elia, presidente del Museo della Moda, e curata con perizia da Paola Maddaluno, è un progetto ambizioso sostenuto dalla Regione Campania e patrocinato dalla Camera Nazionale della Moda Italiana, in stretta collaborazione con l’Archivio Sarli. Il cuore della mostra è costituito da 22 abiti che lo stesso Sarli donò alla sua città natale nel 2003. Questi capi, parte della collezione permanente del museo, sono stati oggetto di un meticoloso e lungo restauro che ha permesso di restituire loro l’originaria magnificenza.

Come sottolinea la presidente d’Elia, l’obiettivo è “restituire alle creazioni l’aura originaria” per celebrare il maestro e far conoscere anche alle nuove generazioni “la forza, il rigore e la bellezza delle sue opere”. Un impegno che si traduce in un allestimento suggestivo, firmato da Michele Iodice, che amplifica la potenza scultorea degli abiti attraverso un gioco di luci e ombre, dominato dall’oro e dal nero, i colori simbolo dell’etichetta Sarli.

Un Viaggio Tematico nell’Universo di Sarli

L’itinerario espositivo si snoda attraverso cinque sezioni tematiche – movimento, colore, suono, concetto e attesa – che offrono una chiave di lettura inedita per comprendere la visione creativa dello stilista. Questo percorso accompagna il visitatore in un viaggio che copre quasi cinquant’anni di produzione, dalla metà degli anni ’50 fino agli inizi del nuovo millennio.

Si possono ammirare le creazioni della collezione “Polinesia”, con i suoi vibranti motivi floreali e le cappe spettacolari, per poi passare alla collezione “Cerchio”, un’esplorazione della perfezione geometrica applicata al corpo femminile, fino alla celebre collezione “Diva”. Ogni abito è una testimonianza della sua ricerca incessante, della sua manualità eccelsa e della plasticità del risultato finale.

Capi Iconici e Storie Intrecciate

Tra i pezzi più pregiati in mostra, spiccano due creazioni di haute couture della collezione primavera/estate 1969, indossate da una delle più grandi dive di Hollywood, Liz Taylor. Si tratta di un capospalla senza maniche interamente ricamato con perle di varie dimensioni a formare un motivo geometrico, e un abito corto in stile charleston, anch’esso tempestato di perle bianche e marroni a creare un disegno astratto.

Un altro pezzo carico di storia è il tubino in cady di seta nero indossato da Mina nel 1961 durante la trasmissione televisiva “Giardini d’Inverno”. L’abito, con il suo iconico “scollo ad acquasantiera” drappeggiato e rifinito con jais, accompagnò la cantante nell’indimenticabile interpretazione de “Il cielo in una stanza”, diventando parte della storia della musica e del costume italiano.

L’Eredità di un Maestro

La curatrice Paola Maddaluno evidenzia come Sarli abbia “riscritto le regole della couture attraverso il gesto sapiente del taglio”. Un atto creativo che, secondo la curatrice, rivela “il senso di libertà di un ‘creativo barocco’ che ha concepito la moda come una piega infinita”. Questa mostra non è solo un omaggio a un talento straordinario, ma anche un’occasione per riscoprire un approccio alla moda fondato sul rigore, sull’eleganza pura e su un’instancabile ricerca della bellezza. Un’eredità preziosa che Napoli, la sua città, ha il compito e l’onore di custodire e tramandare.

Di davinci

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