Cagliari – Le scorie polemiche di Cagliari-Roma non si placano. A tenere banco è ancora il brutto episodio che ha visto protagonista il centrocampista del Cagliari, Michael Folorunsho, reo di aver rivolto pesanti insulti a sfondo sessista al difensore della Roma, Mario Hermoso. Le immagini, diventate rapidamente virali sul web, hanno immortalato il labiale inequivocabile del giocatore rossoblù, scatenando un’ondata di indignazione e un acceso dibattito sull’etica e il rispetto sui campi di gioco. A distanza di giorni, a rompere il silenzio è l’allenatore del Cagliari, Fabio Pisacane, che in conferenza stampa ha offerto la sua lettura dei fatti, cercando di gettare acqua sul fuoco ma senza nascondere la gravità del gesto.
La difesa di Pisacane: “Né giustificazioni, né condanne”
“Sappiamo che in campo succedono molte cose e che talvolta si va oltre il limite, poi sappiamo che spesso c’è chi è più furbo e mette la mano davanti alla bocca”. Con queste parole, il tecnico rossoblù ha introdotto la sua analisi, ammettendo la tensione che caratterizza certi frangenti di una partita, pur senza voler giustificare l’accaduto. Pisacane ha raccontato di aver parlato immediatamente con il suo giocatore dopo la partita: “Michael era molto dispiaciuto. Si è reso conto dell’errore. Sa bene che non è stato un bel gesto e si è scusato immediatamente”.
L’allenatore ha voluto porre l’accento sulle qualità umane di Folorunsho, descrivendolo come un “ragazzo incredibile, genuino e spontaneo, sin troppo”. Secondo Pisacane, l’episodio “non lo rappresenta e non ci rappresenta”, sottolineando come il centrocampista abbia sempre mantenuto un comportamento rispettoso all’interno del club, dove è benvoluto da tutti. La linea del tecnico è chiara: nessuna giustificazione per l’errore commesso, ma nemmeno una condanna senza appello per un ragazzo che, a suo dire, potrà “fare tesoro di questa esperienza e trarre esempio positivo per il suo futuro professionale e personale”.
Il contesto dell’episodio e le mancate sanzioni
L’episodio si è verificato al 78′ minuto di una partita già tesa, con la Roma in dieci uomini. Un contatto in area tra Ghilardi e Palestra ha scatenato le proteste del Cagliari e, nel parapiglia che ne è seguito, è esplosa la lite tra Folorunsho e Hermoso. Entrambi i giocatori sono stati ammoniti dall’arbitro Zufferli, una decisione che ha fatto discutere. Nonostante la gravità degli insulti, immortalati dalle telecamere, il Giudice Sportivo non ha preso ulteriori provvedimenti. Il nome di Folorunsho compare nel comunicato ufficiale solo tra i calciatori ammoniti per comportamento scorretto.
Questa decisione ha sollevato interrogativi sull’applicabilità della prova TV in casi simili. Il regolamento, infatti, restringe l’uso di tale strumento a “fatti di condotta violenta o gravemente antisportiva o concernenti l’uso di espressione blasfema” non visti dall’arbitro. Gli insulti sessisti, per quanto beceri, non rientrerebbero in queste categorie, creando un paradosso normativo che ha alimentato ulteriormente il dibattito. La Procura Federale, pur avendo manifestato l’intenzione di approfondire l’episodio, non sembra intenzionata ad aprire un fascicolo, ritenendo che non sussistano gli elementi per configurare una discriminazione secondo l’articolo 28 del Codice di Giustizia Sportiva.
Le scuse del giocatore e l’importanza dell’esempio
Subito dopo la partita, consapevole del clamore mediatico, Folorunsho aveva affidato a una storia su Instagram le sue scuse pubbliche: “Solo dopo la partita ho rivisto le immagini. Non posso che chiedere scusa. L’adrenalina ha preso il sopravvento. A una offesa ho risposto con un’altra. Chiedo scusa a chi si è sentito colpito”. Un mea culpa che, unito alle parole del suo allenatore, cerca di chiudere una pagina decisamente negativa.
Lo stesso Pisacane ha concluso il suo intervento sottolineando la responsabilità che i calciatori hanno nei confronti del pubblico, specialmente dei più giovani: “Non è stato un bello spettacolo da vedere perché il calcio è guardato da tutti, in primis i bambini e quindi le generazioni che verranno, e dobbiamo sapere che ciò che facciamo e diciamo viene visto, assimilato e analizzato da tantissime persone”. Un monito importante che evidenzia come certi comportamenti, al di là delle sanzioni sportive, lascino un segno profondo nell’immagine di questo sport, richiamando tutti a un maggior senso di responsabilità.
