Il pianeta ha ancora sete di petrolio, e nel 2025 questa sete ha raggiunto livelli mai visti prima. La domanda petrolifera mondiale ha toccato il picco record di 105 milioni di barili al giorno nel terzo trimestre, un dato che non solo segna una crescita costante in linea con la media dell’ultimo decennio, ma riafferma con forza la centralità dell’oro nero nel panorama energetico globale. A rivelarlo è il preconsuntivo ‘Energia e mobilità 2025’ presentato dall’Unem (Unione energie per la mobilità), che dipinge un quadro complesso, dove la transizione energetica fatica a decollare con la velocità auspicata.
La domanda complessiva di energia a livello mondiale è in continua ascesa, registrando un aumento dell’1,8% rispetto al 2024. Un incremento trainato da due motori potenti e inarrestabili: la crescita demografica e l’espansione esponenziale dell’economia digitale, con data center e intelligenza artificiale che richiedono quantità sempre maggiori di elettricità. In questo scenario, il petrolio si conferma la prima fonte energetica, coprendo oltre il 33% del fabbisogno totale.
Il Dominio Incontrastato delle Fonti Fossili
Nonostante gli sforzi globali verso la decarbonizzazione, i combustibili fossili mantengono una posizione dominante. Secondo il rapporto Unem, l’86% della domanda totale di energia è ancora soddisfatta da fonti fossili, una percentuale sorprendentemente simile a quella di dieci anni fa. In un solo anno, il consumo di queste fonti è cresciuto di 148 Milioni di tonnellate equivalenti di petrolio (Mtep), pari a un incremento dell’1,2%.
Il mix energetico globale del 2025 vede il seguente assetto:
- Petrolio: oltre il 33%
- Carbone: circa il 27%
- Gas Naturale: circa il 25%
- Rinnovabili: 9% (in crescita dal 6% del 2015)
- Nucleare: poco più del 5%
Questi dati, sottolinea l’Unem, evidenziano come il percorso di transizione energetica sia significativamente più lento di quanto il dibattito pubblico spesso rappresenti, sia a livello mondiale che europeo.
Lo Scenario Geopolitico e Produttivo
Sul fronte dell’offerta, il 2025 vede un aumento della produzione petrolifera soprattutto nei paesi non-OPEC+. Gli Stati Uniti consolidano il loro ruolo di primo produttore mondiale con 21 milioni di barili al giorno. Sorprendentemente, nonostante le sanzioni internazionali, la Russia riesce a mantenere i suoi livelli storici di produzione ed export, attestandosi intorno ai 10 milioni di barili giornalieri.
Interessante notare come i prezzi del greggio Brent abbiano risposto più ai fondamentali di mercato che ai rischi geopolitici, con una media per il 2025 di 68,7 dollari al barile, circa 11 dollari in meno rispetto al 2024 (-14%). Questa dinamica ha portato l’Agenzia Internazionale dell’Energia (AIE) a rivedere le proprie stime, posticipando il cosiddetto ‘Peak oil’ (il picco della produzione petrolifera) a non prima del 2050 e sollecitando nuovi investimenti per evitare crisi di approvvigionamento simili a quelle degli anni ’70.
Le Prospettive Future: Crescita Continua e il Ruolo delle Rinnovabili
Le previsioni per il prossimo futuro non indicano un’inversione di tendenza. Per il 2026, si prevede che la domanda mondiale di petrolio possa salire ulteriormente fino a 105,5 milioni di barili al giorno. Parallelamente, anche la domanda di elettricità è in forte crescita, con stime che parlano di un +3,3% nel 2025 e un +3,7% nel 2026. La buona notizia è che, secondo l’AIE, le fonti rinnovabili dovrebbero essere in grado di coprire oltre il 90% di questo aumento della domanda elettrica. Si stima infatti che la produzione combinata di eolico e fotovoltaico supererà quella del carbone tra la fine del 2025 e l’inizio del 2026, segnando un punto di svolta storico.
Tuttavia, il quadro complessivo rimane complesso. Report di autorevoli istituti come McKinsey indicano che i combustibili fossili manterranno una quota significativa del mix energetico anche oltre il 2050, rappresentando ancora tra il 41% e il 55% del consumo globale in quello scenario temporale. Questo paradosso, con la crescita simultanea di rinnovabili e fossili, si spiega con una fame di energia apparentemente insaziabile a livello globale, che supera la capacità delle sole fonti pulite di soddisfare la domanda aggiuntiva.
Il Contesto Italiano
In Italia, la situazione riflette in parte le tendenze globali. La domanda energetica nel 2025 rimane pressoché stabile (-0,3%), con il petrolio che si conferma la prima fonte (37%), seguito a breve distanza dal gas (36,5%). Nonostante gli ingenti investimenti del PNRR, la produzione da fonti rinnovabili ha subito una lieve flessione (-0,9%), penalizzata soprattutto dal calo dell’idroelettrico. Sul fronte dei carburanti, il 2025 si chiude con prezzi ai minimi dal 2022, ma si prospetta un cambiamento a partire da gennaio 2026, quando un intervento sulle accise potrebbe rendere il gasolio più costoso della benzina.
