PARIGI – In un’intensa giornata diplomatica che sottolinea l’urgenza della crisi ucraina, i leader di Francia, Regno Unito e Germania hanno avuto un colloquio telefonico cruciale con il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. La conversazione, durata 40 minuti, ha visto la partecipazione del presidente francese Emmanuel Macron, del primo ministro britannico Keir Starmer e del cancelliere tedesco Friedrich Merz, con l’obiettivo dichiarato di “cercare di fare progressi” verso una soluzione pacifica del conflitto.
Un Fronte Occidentale Unito ma Cauto
Secondo fonti dell’Eliseo, il vertice telefonico si è concentrato sugli ultimi sviluppi dei negoziati di pace attualmente guidati dagli Stati Uniti. I quattro leader hanno espresso apprezzamento per gli sforzi diplomatici in corso, mirati a raggiungere una “pace giusta e duratura per l’Ucraina e porre fine agli omicidi”. La nota congiunta, diffusa sia da Parigi che da Londra, ha evidenziato come il lavoro intensivo sul piano di pace continuerà nei prossimi giorni, riconoscendo che ci si trova in un “momento critico per l’Ucraina, il suo popolo e per la sicurezza condivisa nella regione euro-atlantica”.
Questa telefonata segue un incontro avvenuto lunedì a Londra tra i tre leader europei e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, durante il quale è stato discusso e rivisto il piano di pace proposto dagli Stati Uniti. L’Europa sta cercando di “blindare” Zelensky, fornendogli un sostegno compatto in vista delle trattative, con un’enfasi particolare sulla necessità di ottenere chiare garanzie di sicurezza per Kiev e sulla contrarietà a cessioni territoriali forzate.
Le Divergenze tra USA ed Europa
Nonostante la facciata di unità, emergono divergenze significative tra la posizione americana e quella europea, in particolare sulla questione dei territori ucraini controllati da Mosca. Mentre Washington sembra spingere per un approccio più pragmatico che potrebbe includere concessioni territoriali per accelerare un accordo, i leader europei si mostrano più cauti. Il cancelliere tedesco Merz ha espresso “scetticismo” su alcuni dettagli del piano statunitense, sottolineando la necessità di discutere a fondo ogni punto.
Lo stesso presidente Trump, in recenti dichiarazioni, ha usato “parole forti”, lasciando intendere l’esistenza di dispute e avvertendo che non vuole “perdere tempo con l’Ucraina”, esortando Zelensky ad essere “realista”. Questo atteggiamento ha alimentato i timori europei che Washington possa negoziare un accordo direttamente con Mosca, scavalcando gli alleati e mettendo Kiev sotto pressione per accettare condizioni sfavorevoli.
Il Contesto Geopolitico e le Prossime Mosse
Il vertice telefonico si inserisce in un contesto geopolitico estremamente complesso. L’Ucraina ha recentemente inviato all’amministrazione Trump la sua risposta ufficiale al piano di pace americano, un documento in 20 punti che dovrebbe definire i parametri per porre fine alla guerra. Il presidente Zelensky si è detto fiducioso che “questa settimana possa portare novità” e contribuire a “porre fine allo spargimento di sangue”.
Domani, giovedì 11 dicembre, è previsto un incontro nel formato della “Coalizione dei Volenterosi”, il gruppo di paesi che sostiene attivamente Kiev, per discutere ulteriormente le garanzie di sicurezza. I prossimi giorni saranno decisivi per capire se le posizioni di Stati Uniti ed Europa riusciranno a convergere verso una strategia comune. Il cancelliere Merz ha ribadito tre punti fondamentali per l’Europa: una tregua che metta fine alla guerra, garanzie di sicurezza “robuste, giuridiche e materiali” e la tutela degli interessi di sicurezza europei. “Nessuna pace sopra le nostre teste”, ha concluso, sottolineando l’importanza di un coinvolgimento diretto dell’Europa nei negoziati.
Mentre la diplomazia lavora senza sosta, la situazione sul campo rimane tesa. La Russia, dal canto suo, osserva attentamente le mosse occidentali. Il Cremlino ha notato una “concordanza” tra le recenti dichiarazioni di Trump e le proprie posizioni, un fattore che potrebbe influenzare le future dinamiche negoziali. La comunità internazionale resta con il fiato sospeso, in attesa di sviluppi che potrebbero ridisegnare gli equilibri di potere e la sicurezza dell’intero continente europeo.
