Un vero e proprio terremoto ha scosso i vertici dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano, una delle strutture sanitarie più prestigiose d’Italia. L’amministratore unico, Francesco Galli, ha rassegnato le proprie “irrevocabili dimissioni” a seguito di una riunione d’urgenza del Consiglio di Amministrazione del Gruppo San Donato, che aveva già votato all’unanimità l’avvio della procedura di revoca nei suoi confronti. La decisione drastica è la conseguenza diretta del caos esploso nella notte tra il 6 e il 7 dicembre scorsi nel reparto di cure intensive.
Il caos nel “polo Iceberg” e l’affidamento alla cooperativa esterna
Al centro della bufera ci sono i gravi disservizi verificatisi al terzo piano del cosiddetto “polo Iceberg”, un’area nevralgica dell’ospedale che ospita l’admission room, il reparto di medicina ad alta intensità e quello di cure intensive. La gestione di questi delicatissimi reparti era stata affidata a una cooperativa esterna di infermieri. Una scelta che si è rivelata fatale. Durante il fine settimana dell’Immacolata, sono emerse criticità gravissime che hanno messo a repentaglio la sicurezza dei pazienti.
Secondo quanto trapelato da alcune email interne scambiate tra medici e direzione sanitaria, il personale della cooperativa si sarebbe dimostrato non all’altezza del compito, privo delle competenze necessarie per gestire pazienti in condizioni critiche. Si parla di “situazioni ad elevatissimo rischio”, con episodi allarmanti. Tra questi, un’operatrice che non conosceva bene la lingua italiana avrebbe confuso il nome di un farmaco, somministrandone una dose dieci volte superiore a quella prescritta. Un altro infermiere, al suo primo turno in assoluto al San Raffaele, non sapeva dove fossero i farmaci né come gestire la ventilazione non invasiva. La situazione è degenerata al punto da costringere la direzione a bloccare i nuovi accessi dal pronto soccorso e a trasferire d’urgenza i pazienti già ricoverati in altri reparti per garantirne la sicurezza. È stata persino istituita un’unità di crisi interna per gestire l’emergenza.
La reazione istituzionale: l’indagine dell’Ats
La gravità dei fatti ha provocato l’immediata reazione delle istituzioni regionali. L’assessore al Welfare della Regione Lombardia, Guido Bertolaso, ha disposto l’avvio immediato di un’indagine da parte dell’Ats (Agenzia di Tutela della Salute) di Milano. L’inchiesta, ha spiegato Bertolaso, servirà a “ricostruire con precisione quanto accaduto e verificare eventuali criticità organizzative o procedurali”, assicurando che saranno assunte tutte le misure necessarie per evitare il ripetersi di simili eventi. Anche i NAS (Nuclei Antisofisticazioni e Sanità dei Carabinieri) hanno effettuato verifiche all’interno della struttura ospedaliera. Il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, ha assicurato che “nulla sarà nascosto”.
Il nuovo vertice: Marco Centenari alla guida del San Raffaele
Contestualmente alle dimissioni di Galli, il CdA del Gruppo San Donato ha nominato Marco Centenari come nuovo amministratore unico dell’Ospedale San Raffaele. Centenari, classe 1968 e originario di Castelleone (Cremona), è una figura di grande esperienza nel settore. Laureato in Ingegneria Chimica al Politecnico di Milano e con un master in Business Administration alla Bocconi, vanta una lunga carriera manageriale all’interno dello stesso Gruppo San Donato, di cui è anche Amministratore Delegato. Aveva già guidato il San Raffaele dal 2021 fino a inizio 2025. Nel suo doppio incarico, Centenari ha assicurato la “totale disponibilità della struttura ospedaliera e di tutti i professionisti coinvolti, affinché sia assicurata l’assoluta trasparenza e siano tutelate prima di tutto la salute e la sicurezza dei cittadini”. In una prima dichiarazione, ha sottolineato che l’episodio “non è ciò che siamo”, respingendo speculazioni e confermando che l’evento è stato prontamente gestito.
Le polemiche sull’esternalizzazione e il ruolo delle cooperative
La vicenda ha riacceso il dibattito sull’eccessivo ricorso a cooperative esterne nel settore sanitario, una pratica nata durante l’emergenza Covid ma che rischia di diventare una regola. I sindacati, come il Nursing Up, avevano già denunciato da tempo i rischi di queste scelte “fallimentari e scellerate”, che mortificano la professione infermieristica e mettono a repentaglio la sicurezza dei pazienti. L’episodio del San Raffaele, secondo molti, è la dimostrazione di come una sanità sempre più orientata al profitto e al risparmio sui costi del personale possa compromettere la qualità delle cure, anche in strutture considerate d’eccellenza.
