Parigi si prepara a riaccendere una delle sue stelle più luminose. Le Palace, il leggendario teatro e night club situato al numero 8 di rue du Faubourg-Montmartre, riaprirà le sue porte alla fine del 2026. La notizia, confermata dal nuovo proprietario Mickael Chetrit, ha fatto il giro del mondo, riaccendendo i ricordi di un’epoca d’oro in cui il locale era l’epicentro della vita culturale e mondana non solo francese, ma internazionale. Dopo due anni di chiusura e un progressivo stato di abbandono, il tempio della notte parigina è pronto a rinascere, promettendo di far rivivere lo spirito audace e avanguardista che lo rese unico.

Un’eredità di sfarzo e avanguardia

Per comprendere l’importanza di questa riapertura, bisogna fare un passo indietro nel tempo, precisamente al 1978, quando l’impresario Fabrice Emaer trasformò un vecchio teatro del XVII secolo in un club destinato a entrare nella storia. Ispirato allo Studio 54 di New York, Le Palace divenne ben presto il suo alter ego parigino, un luogo dove le barriere sociali, sessuali e artistiche venivano abbattute notte dopo notte. Tra le sue mura, decorate con sfarzo e un tocco di decadenza, si mescolavano le più grandi celebrità dell’epoca con giovani artisti e gente comune, in un mix esplosivo di creatività e libertà.

Le serate al Palace erano eventi memorabili, frequentate da un olimpo di star e intellettuali: Andy Warhol, Mick Jagger, Yves Saint Laurent, Karl Lagerfeld, e ancora Kenzo Takada e Paloma Picasso erano ospiti abituali. Era un palcoscenico per la moda, un laboratorio per nuove idee e, soprattutto, un santuario della musica. Sul suo palco si sono esibiti artisti che hanno definito un’era, come Prince, Serge Gainsbourg e l’iconica Grace Jones, che tenne a battesimo il locale con un concerto indimenticabile. Il Palace non era solo una discoteca, ma un fenomeno culturale che ha segnato profondamente la cultura pop e l’emergere della cultura gay.

Il declino e la promessa di una nuova alba

Dopo la morte prematura di Fabrice Emaer nel 1983, il locale iniziò un lento declino. Cambiò più volte proprietà e, nonostante alcuni tentativi di rilancio, non riuscì mai a replicare la magia degli anni d’oro, fino alla chiusura definitiva nel 2023. Il silenzio è calato su un luogo che per anni era stato sinonimo di musica, festa ed eccesso, lasciando un vuoto nel cuore della vita notturna parigina.

Oggi, la visione di Mickael Chetrit, imprenditore e produttore di 42 anni già proprietario di altre sale parigine come il Palais des Glaces, promette di scrivere un nuovo capitolo. L’obiettivo, come da lui dichiarato, è “ricreare il DNA del Palace all’epoca in cui accoglieva i concerti”, puntando a farne di nuovo un punto di riferimento per la scena musicale. Il progetto di rinnovamento, che durerà un anno, è stato affidato a una firma d’eccezione: il celebre decoratore Jacques Garcia, che in gioventù fu lui stesso un frequentatore del Palace e che promette di restituire “esuberanza” e splendore al locale, preservandone gli elementi storici come facciata, mosaici e affreschi.

Cosa aspettarsi dal nuovo Palace?

La riapertura è prevista per ottobre 2026. Il nuovo Palace avrà una capienza di circa 1400 persone e si propone di ospitare concerti di artisti internazionali e della nuova scena francese, mescolando i generi come nella sua tradizione. L’ambizione di Chetrit è chiara: non una semplice operazione nostalgica, ma la volontà di far rivivere lo spirito del Palace in chiave contemporanea. “Il Palace rappresentava un’epoca di feste in cui tutto sembrava possibile. Oggi tutto è cambiato, ma vogliamo continuare a mescolare i generi”, ha spiegato l’imprenditore. L’attesa è grande per vedere se la Parigi del 2026 saprà accogliere e far propria l’eredità di un luogo che ha insegnato al mondo a ballare senza limiti, “con una forma di eleganza”.

Di euterpe

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