Milano – Un dualismo marcato ha caratterizzato la serata inaugurale della stagione lirica del Teatro alla Scala. Da un lato, il successo trionfale all’interno del Piermarini, con oltre undici minuti di calorosi applausi per “Una Lady Macbeth del distretto di Mcensk” di Dmitrij Šostakovič. Dall’altro, un risultato di ascolti televisivi che segna una flessione significativa rispetto al passato. La diretta su Rai1, appuntamento ormai tradizionale per il 7 dicembre, ha raccolto davanti allo schermo un milione e 11mila spettatori, pari al 6,4% di share. Un dato che, seppur considerevole per un’opera lirica, si posiziona come il più basso degli ultimi anni.
Un’opera potente ma di nicchia
La scelta di inaugurare la stagione con un titolo tanto potente quanto complesso come la “Lady Macbeth” di Šostakovič, cantata in russo e nota per la sua cruda modernità, era stata fin da subito considerata una scommessa artistica. L’opera, composta nel 1934 e osteggiata dallo stesso Stalin, racconta una storia di passione, violenza e oppressione, con scene esplicite che hanno richiesto un avviso al pubblico presente in sala. La magistrale direzione del Maestro Riccardo Chailly, alla sua ultima Prima da direttore musicale, e l’innovativa regia di Vasily Barkhatov sono state universalmente lodate dal pubblico del teatro, che ha tributato ovazioni a tutto il cast. In particolare, la protagonista, il soprano Sara Jakubiak, ha offerto un’interpretazione intensa e memorabile.
Tuttavia, la complessità del titolo e la sua scarsa notorietà presso il grande pubblico televisivo sembrano aver influito sui dati Auditel. Il confronto con le inaugurazioni passate è impietoso: il “Don Carlo” di due anni fa aveva totalizzato un milione e 400mila spettatori, mentre il record assoluto spetta alla “Tosca” del 2019, che aveva quasi raggiunto i tre milioni di spettatori (2.850.000). Anche rispetto a edizioni più recenti, come “La forza del destino” del 2024 (1,6 milioni di spettatori) e il “Boris Godunov” del 2022 (quasi 1,5 milioni), il calo è evidente.
Il successo in teatro e le prospettive future
Nonostante i dati televisivi, la serata del 7 dicembre è stata un successo indiscutibile per il Teatro alla Scala, registrando anche un incasso record al botteghino di 2.679.482 euro. La scelta coraggiosa di Chailly è stata premiata dal pubblico più esperto e dalla critica, che ha riconosciuto l’alto valore artistico dell’operazione. La regia di Barkhatov ha trasposto l’azione in un ristorante degli anni ’50, utilizzando la struttura di un flashback durante un’indagine di polizia, una scelta che ha aggiunto un ulteriore livello di lettura all’opera.
Ora lo sguardo si volge al futuro. Il prossimo anno, in occasione del cinquantesimo anniversario della prima diretta Rai dalla Scala, si tornerà a un caposaldo del repertorio italiano: l’“Otello” di Giuseppe Verdi. La direzione sarà affidata al nuovo direttore musicale, Myung-Whun Chung, mentre la regia sarà curata da Damiano Michieletto. Una scelta che, sulla carta, promette di riconciliare il teatro con il grande pubblico televisivo, puntando su un titolo amato e universalmente riconosciuto, nella speranza di invertire il trend degli ascolti e celebrare degnamente un anniversario così importante per la cultura italiana.
