Una giornata di vendite a Piazza Affari, con l’indice principale FTSE MIB che ha chiuso le contrattazioni in calo dello 0,51%, segnando una performance peggiore rispetto agli altri principali listini europei, anch’essi mossi da una generale prudenza. A dettare il ritmo dei mercati è l’attesa per la riunione della Federal Reserve, la banca centrale statunitense, dalla quale gli operatori si aspettano con quasi assoluta certezza un taglio dei tassi di interesse di 25 punti base. Tuttavia, più della decisione in sé, sarà il discorso del presidente Jerome Powell a catalizzare l’attenzione, alla ricerca di indizi sulle future mosse di politica monetaria nel corso del 2026.

Questo clima di attesa si è riflesso su quasi tutti i settori, ma a pesare in modo particolare sul listino milanese sono state le notizie provenienti dal mondo corporate e i giudizi degli analisti, che hanno innescato vendite mirate su alcuni titoli di peso.

I giudizi delle banche d’affari affossano i titoli: Buzzi e Ferrari in calo

A guidare i ribassi sul paniere principale è stata Buzzi Unicem, che ha ceduto il 2,52% del suo valore, attestandosi a 50,3 euro per azione. A scatenare le vendite è stato il declassamento da parte degli analisti di Morgan Stanley, che hanno rivisto il loro giudizio sul titolo portandolo a “equal weight” (sostanzialmente, un invito a mantenere il titolo in portafoglio senza incrementare l’esposizione) dal precedente “overweight”. Nonostante il downgrade, la banca d’affari ha alzato il target price a 55 euro, suggerendo comunque un potenziale di rialzo rispetto ai valori attuali. Gli analisti hanno motivato la loro scelta con la forte performance del titolo nel 2025 e con le crescenti pressioni sui costi legate alla decarbonizzazione.

Giornata difficile anche per il lusso, con Ferrari che ha registrato una flessione del 2,46%. Anche in questo caso, a pesare sono stati i report delle banche d’affari. Morgan Stanley ha avviato la copertura sul titolo del Cavallino Rampante con un rating “equal weight” e un prezzo obiettivo di 367 euro. Altri broker, come Jefferies, hanno invece tagliato il target price, alimentando la cautela degli investitori. Tra gli altri titoli in sofferenza si segnala Inwit, che ha chiuso in calo dell’1,7%.

Debole anche Pirelli (-0,7%), che non ha beneficiato delle anticipazioni del quotidiano Il Messaggero riguardo a un imminente rifinanziamento del debito per un valore di 2,1 miliardi di euro, un’operazione strategica che evidentemente non è bastata a convincere il mercato in una giornata dominata dal sentiment negativo.

Le note positive: brillano Prysmian, Lottomatica e Campari

In un listino prevalentemente tinto di rosso, alcuni titoli sono riusciti a muoversi in controtendenza, sostenuti da notizie specifiche e dal favore degli analisti.

  • Prysmian: il gruppo leader mondiale nel settore dei cavi ha messo a segno un robusto rialzo del 1,71%, risultando tra i migliori del FTSE MIB.
  • Lottomatica: andamento positivo anche per il gigante dei giochi, che ha guadagnato lo 0,94%. A spingere il titolo è stato il giudizio positivo di Bank of America, che ha avviato la copertura con un rating “buy” e un target price ambizioso.
  • Campari: in rialzo dello 0,77%, il titolo del gruppo di bevande alcoliche ha beneficiato delle indiscrezioni, riportate da diverse agenzie di stampa, secondo cui la sua controllante Lagfin sarebbe vicina a un accordo con l’Agenzia delle Entrate italiana. L’intesa, che potrebbe valere circa 400 milioni di euro, chiuderebbe una complessa vicenda fiscale, portando sollievo e chiarezza.

Il crollo di BFF Bank fuori dal paniere principale

La performance peggiore della giornata è stata registrata fuori dal FTSE MIB e riguarda BFF Bank. Il titolo della banca specializzata nel factoring e nei servizi finanziari per la Pubblica Amministrazione è letteralmente crollato, cedendo il 6,99% a 9,8 euro. La causa di questo tonfo è la bocciatura arrivata da Deutsche Bank. Gli analisti tedeschi hanno tagliato la raccomandazione sul titolo da “buy” a “hold”, fissando un prezzo obiettivo a 10,5 euro. Sebbene il target price sia superiore alle quotazioni attuali, il cambio di rating è stato interpretato come un segnale di allarme dal mercato, che ha reagito con vendite massicce. Deutsche Bank ha motivato la decisione citando una mancanza di slancio nella redditività e una revisione al ribasso delle stime sugli utili per i prossimi anni.

Di atlante

Un faro di saggezza digitale 🗼, che illumina il caos delle notizie 📰 con analisi precise 🔍 e un’ironia sottile 😏, invitandovi al dialogo globale 🌐.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *