Nel mondo dell’automobilismo, poche silhouette sono evocative come quella della Lotus Esprit S1. Una forma a cuneo, pura e senza compromessi, nata dalla matita geniale di Giorgetto Giugiaro e consacrata a icona immortale sul grande schermo dall’agente segreto più famoso al mondo. Oggi, a cinquant’anni esatti dal suo debutto al Salone di Parigi del 1975, quella leggenda torna a far battere i cuori degli appassionati grazie a Encor, una nuova e ambiziosa azienda britannica che ha presentato la sua incredibile Series 1: un restomod che non è un semplice omaggio, ma una vera e propria reincarnazione in chiave moderna.
Un Atto di “Miglioramento Rispettoso”
La filosofia di Encor, come sottolineato dai suoi fondatori, è quella del “miglioramento rispettoso”. L’obiettivo non è stravolgere, ma esaltare l’essenza della Esprit originale, portandola a un livello di prestazioni e finiture che all’epoca sarebbero state impensabili. Il team, composto da veterani con esperienze in marchi come Lotus, Aston Martin, Koenigsegg e Pagani, ha unito artigianato, ingegneria moderna e una profonda conoscenza del patrimonio storico per creare qualcosa di unico. A guidare il design è Daniel Durrant, ex capo progettista di Lotus per la Emira, che descrive il lavoro sulla Esprit come “un’enorme responsabilità”. “Ogni linea che abbiamo perfezionato, ogni decisione che abbiamo preso, è stata presa per onorare l’intento dell’originale, lasciando che l’auto si comporti, si percepisca e funzioni nel modo in cui la sua silhouette ha sempre promesso”, ha dichiarato Durrant.
Dalla Vetroresina al Carbonio: La Metamorfosi della Scocca
Il cuore della trasformazione risiede nel materiale. L’originale Esprit S1, fedele alla filosofia di leggerezza di Colin Chapman, utilizzava una carrozzeria in vetroresina. La Encor Series 1 compie un balzo quantico nel futuro, adottando una scocca monoscocca interamente in fibra di carbonio. Questo non solo riduce drasticamente il peso, ma garantisce una rigidità torsionale e una precisione costruttiva inimmaginabili negli anni ’70. Il processo è partito dalla scansione 3D di un esemplare originale, i cui dati sono stati poi affinati al CAD per ottimizzare le superfici e l’aerodinamica, eliminando la linea di giunzione tipica della scocca in due pezzi del passato. Il risultato è una forma ancora più pura e affilata, con giochi tra i pannelli degni di una supercar contemporanea. La carrozzeria è leggermente più larga per ospitare pneumatici moderni e un sistema di raffreddamento per i freni più efficiente.
Il Cuore V8: Potenza e Anima Analogica
Se l’ispirazione estetica è la S1, la base tecnica di partenza per questo restomod è una delle ultime Lotus Esprit V8, prodotte fino al 2004. Da questa “donor car”, Encor recupera il telaio a trave centrale e, soprattutto, il motore. Si tratta del leggendario V8 biturbo da 3,5 litri, che viene però completamente smontato e ricostruito. L’intervento è radicale:
- Pistoni forgiati
- Nuovi iniettori potenziati
- Turbocompressori rigenerati e ottimizzati
- Corpo farfallato a controllo elettronico
- Sistemi di raffreddamento e alimentazione modernizzati
- Un nuovo impianto di scarico in acciaio inossidabile
Grazie a queste modifiche, la potenza sale a circa 400 CV con una coppia di 475 Nm. Abbinato a un peso a vuoto che si attesta sotto i 1.200 kg (paragonabile a quello di una Mazda MX-5 moderna), questo propulsore permette alla Series 1 di scattare da 0 a 100 km/h in circa 4 secondi e di raggiungere una velocità massima di quasi 280 km/h. La trasmissione rimane un cambio manuale a 5 marce, ma profondamente rivisto in collaborazione con lo specialista Quaife, con un albero di ingresso rinforzato e un differenziale autobloccante elicoidale per gestire al meglio la potenza.
Un Abitacolo tra Heritage e Tecnologia
L’interno della Encor Series 1 è un capolavoro di equilibrio. L’impostazione originale, con la sua plancia inclinata e la console avvolgente, è stata mantenuta, ma reinterpretata con materiali e tecnologie moderne. Spiccano i classici rivestimenti in tessuto Tartan, un omaggio diretto alla S1. La strumentazione, però, è ora completamente digitale, integrata in un cruscotto ricavato da un unico blocco di alluminio. Nonostante la modernità, l’approccio rimane analogico: lo sterzo, ad esempio, è ancora idraulico per non perdere il feeling puro e diretto della Esprit originale. L’impianto frenante è firmato AP Racing, mentre le sospensioni sono state aggiornate alle specifiche della più performante Esprit Sport 350.
Un’Icona Cinematografica e un Sogno per Pochi
Non si può parlare della Lotus Esprit senza menzionare il suo ruolo in “La spia che mi amava” del 1977. La scena in cui la sportiva bianca di James Bond, guidata da Roger Moore, si trasforma in un sottomarino è entrata nella storia del cinema, consolidando lo status di icona della vettura. Sebbene la Encor Series 1 non sia anfibia, incarna lo stesso spirito audace e avveniristico. La produzione sarà limitatissima: solo 50 esemplari, uno per ogni anno trascorso dal debutto del modello originale. Il prezzo riflette l’esclusività e la cura artigianale del progetto: si parte da 430.000 sterline, a cui vanno aggiunte le tasse e, soprattutto, il costo della vettura donatrice. Le prime consegne sono previste a partire dal secondo trimestre del 2026.
