Roma – Sospiro di sollievo nel panorama politico italiano: Emma Bonino è stata dimessa dall’ospedale San Filippo Neri di Roma, dove si trovava ricoverata da circa una settimana. La notizia, accolta con grande gioia da tutto il mondo politico e non solo, è stata ufficializzata da un comunicato del suo partito, +Europa, diffuso attraverso i canali social.

“Siamo felici di annunciare che Emma è finalmente tornata a casa e che le sue condizioni sono stabili”, si legge nella nota, che conferma il rientro a casa della storica leader radicale, 77 anni, dopo giorni di apprensione per il suo stato di salute.

Il ricovero e il percorso ospedaliero

La vicenda ha avuto inizio nella tarda serata del 30 novembre, quando Emma Bonino ha accusato un malore che ha reso necessario il ricovero d’urgenza in codice rosso presso l’ospedale Santo Spirito di Roma. La diagnosi iniziale è stata di grave insufficienza respiratoria, che ha richiesto l’immediato trasferimento nel reparto di terapia intensiva. Nonostante la criticità della situazione, fonti vicine alla politica hanno fin da subito sottolineato come sia sempre rimasta vigile e cosciente.

Successivamente, per garantirle un percorso di cura più specifico e appropriato (“un setting appropriato”, secondo la Asl Roma 1), la senatrice è stata trasferita presso la Stroke Unit dell’ospedale San Filippo Neri. Qui, grazie a un deciso miglioramento delle sue condizioni, il 5 dicembre ha potuto lasciare il reparto di terapia sub-intensiva per proseguire la convalescenza in un reparto ordinario, fino alle dimissioni definitive avvenute lunedì 8 dicembre.

Una combattente: le precedenti battaglie per la salute

Questo ricovero si inserisce in un quadro clinico che ha visto Emma Bonino affrontare con coraggio e determinazione diverse sfide negli ultimi anni. Molti ricordano la sua battaglia, annunciata pubblicamente nel 2015, contro un tumore al polmone sinistro, un microcitoma polmonare in forma aggressiva. Un percorso di cure durato otto anni, dal quale nel 2023 aveva annunciato di essere guarita. Già nell’ottobre del 2024, inoltre, era stata ricoverata per circa una settimana a causa di problemi respiratori simili.

+Europa: “Il Paese ha bisogno della sua visione”

Il comunicato di +Europa non si è limitato a dare la buona notizia sulle dimissioni, ma ha voluto sottolineare con forza l’insostituibile peso politico e culturale di Emma Bonino. “Il nostro Paese ha ancora un profondo bisogno della sua visione, della sua forza e della sua determinazione“, scrive il partito, legando la sua figura alle sfide attuali del continente.

In un passaggio carico di significato, il post ripropone una sua citazione da un’intervista del 2019, definendola “più attuale che mai”: “L’Europa che non ci piace è tutta l’Europa che manca e che dobbiamo fare”. Queste parole, scelte in un momento definito “un attacco senza precedenti” per l’Europa, risuonano come un richiamo all’azione e un manifesto del pensiero europeista e riformatore che da sempre contraddistingue l’impegno politico di Bonino.

Un punto di riferimento trasversale

Le dimissioni di Emma Bonino chiudono una settimana di preoccupazione che ha attraversato l’intero arco costituzionale, a testimonianza del profondo rispetto di cui gode come figura storica delle battaglie per i diritti civili in Italia e in Europa. La sua carriera, che l’ha vista ricoprire incarichi di prestigio come Ministra degli Esteri, Commissaria Europea e Vicepresidente del Senato, è un patrimonio della Repubblica. Il suo ritorno a casa non è solo una buona notizia sul piano umano, ma rappresenta la continuità di una voce critica e propositiva, essenziale per il dibattito pubblico italiano ed europeo.

Di veritas

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