Dublino – In un mondo in rapida trasformazione, spinto dall’innovazione tecnologica e da nuove tensioni geopolitiche, il sistema monetario internazionale si trova a un bivio cruciale. È in questo scenario complesso che si è levata la voce autorevole di Fabio Panetta, Governatore della Banca d’Italia, che, in occasione della prestigiosa Whitaker Lecture tenuta presso la Banca Centrale d’Irlanda a Dublino, ha tracciato una linea netta tra il futuro digitale della moneta e i rischi di una finanza senza ancore. “Anche in un ambiente completamente digitale, la fiducia sarà la base del sistema monetario”, ha affermato Panetta, sottolineando come nessuna tecnologia potrà “sostituire l’autorità dello Stato e la credibilità di una banca centrale indipendente”.

Il futuro è digitale, ma ancorato alla stabilità pubblica

Secondo il Governatore, la transizione verso un ordine monetario più digitale è inevitabile, ma non deve essere caotica. Il sistema, per rimanere solido, continuerà a basarsi su un’architettura a due livelli, composta da moneta pubblica e moneta privata. Senza questo ancoraggio alla stabilità offerta dalle banche centrali, ha avvertito Panetta, gli asset digitali privati “non saranno per nulla stabili”. Il periodo di transizione potrebbe portare con sé “maggiore volatilità o instabilità”, rendendo indispensabili “regole chiare” e una forte “cooperazione internazionale” per governare il cambiamento ed evitare una pericolosa frammentazione monetaria.

Le Stablecoin sotto accusa: “Due peccati originali”

Una parte significativa dell’intervento di Panetta è stata dedicata a un’analisi critica delle stablecoin, le criptovalute che mirano a mantenere un valore stabile ancorandosi a valute tradizionali come il dollaro. Nonostante la loro rapida crescita e il potenziale ruolo nei pagamenti transfrontalieri, secondo il Governatore, questi strumenti soffrono di “due peccati originali” che le norme possono solo mitigare, ma non eliminare del tutto.

  • Violazione dell’unicità della moneta: Il primo “peccato” risiede nel fatto che le stablecoin minano il principio fondamentale dell’unicità della moneta. Anche se ancorate alla stessa valuta, il loro valore può divergere, creando incertezza e instabilità.
  • Vulnerabilità intrinseca: Il secondo punto debole è la loro natura “intrinsecamente vulnerabile” alle corse agli sportelli digitali, ovvero a vendite massicce e incontrollate. Questa fragilità emerge soprattutto nei momenti di tensione sui mercati, quando sorgono dubbi sulla qualità delle riserve che dovrebbero garantirne il valore.

Panetta ha evidenziato come queste dinamiche possano innescare effetti di contagio simili a quelli delle crisi bancarie tradizionali, ma in un contesto molto meno regolamentato.

Rischi per l’integrità finanziaria e la privacy

Oltre alle debolezze strutturali, il Governatore ha messo in luce ulteriori rischi legati alla diffusione delle stablecoin. La loro circolazione, spesso opaca e basata su transazioni peer-to-peer, “limita fortemente l’abilità delle autorità” di tracciare i flussi finanziari e contrastare le attività illecite. Questo pone seri “rischi all’integrità finanziaria” del sistema globale.

Panetta ha inoltre sollevato dubbi sulla loro reale efficienza in termini di costi e ha messo in guardia contro le “specifiche debolezze operative”. In un sistema basato su infrastrutture a registro distribuito (DLT), eventi come la “perdita delle chiavi di sicurezza, cyberattacchi e debolezze nella governance” possono portare a una “perdita irreversibile dei fondi”. Si tratta di un rischio, ha precisato, che “non si pone nel sistema dei pagamenti tradizionali ancorato alla moneta pubblica”.

Infine, una domanda cruciale sulla tutela dei cittadini: in un sistema decentralizzato e privo di un chiaro ancoraggio giurisdizionale, “chi salvaguarda la privacy, limita la profilatura e previene gli abusi?”.

La risposta europea: l’Euro Digitale come bene pubblico

Di fronte a queste sfide, la risposta dell’Europa e dell’Eurosistema è chiara: lo sviluppo di un Euro Digitale. Questo progetto non mira a sostituire il contante, ma ad affiancarlo, offrendo ai cittadini una versione elettronica della moneta pubblica: sicura, gratuita, garantita dalla Banca Centrale Europea e accettata ovunque nell’area euro. Come sottolineato in altre occasioni da esponenti della Banca d’Italia, l’euro digitale è concepito come un “vero bene pubblico per l’era digitale”, uno strumento pensato per essere inclusivo e accessibile a tutti, anche a chi ha meno familiarità con la tecnologia. L’obiettivo è rafforzare la sovranità monetaria europea e offrire un’alternativa affidabile e regolamentata all’avanzata delle criptovalute private.

Di atlante

Un faro di saggezza digitale 🗼, che illumina il caos delle notizie 📰 con analisi precise 🔍 e un’ironia sottile 😏, invitandovi al dialogo globale 🌐.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *