ROMA – In un mondo attraversato da crescenti tensioni e conflitti, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha scelto la Giornata Mondiale dei Diritti Umani per ribadire un principio fondamentale e quanto mai attuale: “Esiste un rapporto inscindibile tra diritti umani e pace”. Con un messaggio denso di significato, il Capo dello Stato ha sottolineato come il rispetto della dignità di ogni persona sia la premessa essenziale per un futuro di stabilità e convivenza, mettendo in guardia contro i pericoli di un “generale arretramento della civiltà giuridica”.

Un richiamo alla coscienza collettiva a 76 anni dalla Dichiarazione Universale

Il Presidente ha evocato il valore storico e rivoluzionario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, adottata 76 anni fa dalle macerie morali e materiali dei conflitti mondiali. Quel documento, ha ricordato Mattarella, pose al centro dell’ordinamento internazionale un principio tanto semplice quanto potente: “ogni persona, in quanto tale, è titolare di diritti inviolabili”. Un messaggio che, secondo il Capo dello Stato, “continua a sollecitare la nostra coscienza collettiva” di fronte alle molteplici violazioni che ancora oggi affliggono il pianeta.

Le parole del Presidente dipingono un quadro preoccupante della situazione attuale. “Le guerre – vecchie e nuove – tornano a proiettare la loro ombra sulle popolazioni civili, causando vittime inermi e portando ovunque sofferenza e distruzione”, ha affermato, con un chiaro riferimento ai numerosi conflitti in corso, dall’Ucraina al Medio Oriente, fino alle crisi dimenticate in Africa e Asia. A questo si aggiungono fenomeni insidiosi come le violenze contro donne e minori, le discriminazioni, l’erosione delle libertà democratiche e il riaffiorare di razzismo e disuguaglianze, “fenomeni che la storia aveva già ammonito a non ripetere”.

Il ruolo insostituibile del diritto internazionale e delle istituzioni multilaterali

Di fronte a queste sfide globali, Mattarella ha indicato una via maestra: il rafforzamento del diritto internazionale e delle istituzioni multilaterali. Questi, ha spiegato, non sono concetti astratti ma “strumenti concreti di protezione per gli Stati come per ciascun singolo essere umano”. Indebolire questo sistema, ha avvertito con fermezza, “significa esporre ogni individuo, in particolare i più vulnerabili al rischio che l’esistenza finisca per essere regolata dalla prevaricazione e dall’abuso della forza”. Il sistema di protezione internazionale dei diritti umani, sviluppatosi dopo il 1945, si fonda proprio su una serie di trattati e meccanismi di garanzia che mirano a tradurre i principi in norme vincolanti.

L’impegno dell’Italia e i valori della Costituzione

Il Presidente della Repubblica ha poi rinnovato il “convinto sostegno” dell’Italia a un ordine internazionale basato sul rispetto dei diritti umani. Un impegno che, ha precisato, “discende dalla nostra storia e dai valori scolpiti nella Costituzione: il ripudio della guerra, la promozione della giustizia, l’affermazione della solidarietà, dell’uguaglianza e della libertà”. Questi stessi valori, ha aggiunto, hanno ispirato la costruzione del progetto europeo, che è diventato nel tempo “uno spazio di pace e di diritti senza precedenti”.

Questo posizionamento si inserisce in una lunga tradizione italiana di promozione del multilateralismo e della tutela dei diritti fondamentali, come pilastri della propria politica estera e della propria identità nazionale.

Dalla memoria all’azione: un appello alla responsabilità

La conclusione del messaggio del Presidente è un forte appello all’azione e alla responsabilità condivisa. “Ricordare la centralità dei diritti umani non significa indulgere nella memoria del dolore, ma assumere quella memoria come guida per l’azione”, ha dichiarato Mattarella. L’obiettivo, ha chiarito, è impedire che la violenza prevalga sulle regole e affermare l’universalità dei principi che tutelano la dignità umana.

La sfida, dunque, è trasformare la Dichiarazione del 1948 da “un enunciato di alti ideali” a un “concreto codice di condotta cui tutti gli Stati scelgano di conformarsi”. Un compito arduo ma imprescindibile per garantire un futuro di pace, giustizia e libertà per tutti, in un momento storico in cui le fondamenta stesse del diritto internazionale sembrano essere messe in discussione.

Di veritas

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