Un filo invisibile e odoroso lega epoche, civiltà e personalità straordinarie, un accessorio impalpabile capace di svelare l’essenza più profonda di chi lo indossa. È il profumo, protagonista assoluto del nuovo libro della giornalista e scrittrice Cristina Penco, “Il Profumo – Una storia di seduzione e identità fra icone e tendenze”, edito da Diarkos nella collana Brand. Un’opera che, con la perizia della storica e la passione della narratrice, traccia una mappa olfattiva attraverso i secoli, dimostrando come le fragranze abbiano sempre avuto un ruolo cruciale nella definizione delle icone di ogni tempo.

Dalle sabbie assolate dell’Antico Egitto alle corti sfarzose d’Europa, fino ai red carpet contemporanei, il profumo ha rappresentato un linguaggio universale di potere, seduzione e affermazione identitaria. L’autrice, genovese classe 1980 e già nota per le sue biografie dedicate a figure femminili di spicco e alle famiglie reali, ci conduce in un viaggio evocativo alla scoperta delle firme olfattive che hanno accompagnato donne leggendarie.

Un’eredità che viene da lontano: il profumo nell’antichità

La storia del profumo è antica quasi quanto la civiltà. Le sue origini si perdono nella notte dei tempi, con testimonianze che risalgono addirittura al 3000 a.C. Furono gli Egizi i primi maestri profumieri, sviluppando tecniche di estrazione degli oli essenziali e attribuendo alle fragranze una duplice valenza, sacra e profana. Da un lato, il profumo era il “sudore divino”, un tramite per comunicare con gli dei e accompagnare i defunti nell’aldilà; dall’altro, un prezioso strumento di bellezza e cura del corpo per le classi più elevate, un simbolo di status sociale. Emblematica è la figura di Cleopatra: la regina d’Egitto, consapevole del potere evocativo degli aromi, utilizzò unguenti e oli profumati non solo per il suo fascino personale, ma come vera e propria arma di seduzione, con cui incantò Giulio Cesare e Marco Antonio, cospargendo di petali di rosa le sue stanze per creare atmosfere indimenticabili.

Questa eredità fu raccolta e amplificata dal mondo greco-romano. I Greci, affascinati dalle essenze orientali, elevarono la profumeria a forma d’arte, utilizzando mirra, incenso e rosa per adornare corpi e case, attribuendo alle fragranze anche proprietà curative. Con l’Impero Romano, l’arte profumiera raggiunse un nuovo apice di prestigio. I Romani importavano spezie esotiche da terre lontane come l’India e l’Arabia, trasformando i profumi in simboli di lusso che permeavano ogni aspetto della vita sociale, dai corpi alle domus, dai templi ai famosi bagni pubblici, in quelli che potremmo definire i primi esempi di marketing olfattivo.

Donne, potere e gocce preziose: le icone e le loro fragranze

Attraversando i secoli, Cristina Penco intreccia la storia del profumo con le biografie di donne che hanno lasciato un’impronta indelebile. Se Cleopatra ne fece uno strumento di potere, altre sovrane e icone ne hanno fatto un tratto distintivo della propria personalità.

  • Maria Antonietta: la regina di Francia, con la sua passione per le essenze floreali, in particolare la rosa e la violetta, rese la sua fragranza un simbolo della raffinatezza e degli eccessi della corte di Versailles.
  • Sissi d’Austria: l’imperatrice Elisabetta, in contrasto con la sfarzosità di altre corti, prediligeva aromi freschi, naturali e delicati, come quelli alla violetta, per proiettare un’immagine di purezza, eleganza e malinconica raffinatezza.
  • Mata Hari: la celebre spia e danzatrice usava profumi esotici e conturbanti come parte del suo personaggio, un’arma di seduzione e mistero per affascinare e carpire segreti.
  • Frida Kahlo: la sua fierezza e il suo spirito anticonformista si riflettevano anche nelle sue scelte olfattive, che spesso includevano note intense e floreali, come la tuberosa, a richiamare la lussureggiante natura del suo Messico.
  • Grace Kelly e Audrey Hepburn: icone di stile del XX secolo, hanno legato la loro immagine a fragranze che ne rispecchiavano l’eleganza innata e la grazia senza tempo, trasformando i loro profumi preferiti in veri e propri oggetti del desiderio.

Queste figure, e molte altre, dimostrano come un profumo non sia mai solo una scia, ma un racconto, una dichiarazione di intenti, una firma invisibile che parla di noi più di mille parole.

Dal mito alla pratica: scegliere la propria firma olfattiva

“Il Profumo” di Cristina Penco non è solo un saggio storico, ma anche una guida pratica per orientarsi nel complesso universo delle fragranze contemporanee. La parte finale del volume, infatti, si avvale del contributo di autorevoli personalità del panorama italiano per offrire al lettore consigli preziosi su come scegliere il profumo perfetto. Vengono esplorate le diverse famiglie olfattive – agrumata, floreale, orientale, legnosa, etc. – e analizzate le tendenze del momento, in un settore, quello della profumeria, che è un connubio di arte e scienza.

L’opera si pone quindi come uno strumento per comprendere che la scelta di una fragranza è un atto intimo e personale, un modo per esprimere i propri desideri e la propria personalità. Un profumo può essere fugace come un sogno, ma anche persistente come una traccia indelebile nella memoria, capace di evocare ricordi ed emozioni con una potenza ineguagliabile.

Con questo libro, Cristina Penco, esperta di costume, società e lifestyle, aggiunge un nuovo importante tassello alla sua produzione per Diarkos, che già include biografie di successo come “Meghan Markle. Una Duchessa ribelle” (2019), “I Windsor. La dinastia di Elisabetta II” (2022) e “Anna Bolena. Potere e seduzione” (2023). Un’autrice che sa raccontare la storia attraverso le storie, svelando i legami sottili che uniscono il passato al presente, proprio come la scia di un profumo indimenticabile.

Di euterpe

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