NAPOLI – Un sospiro di sollievo ha attraversato la comunità di Portici e l’intera area metropolitana di Napoli con la notizia del ritrovamento di Suamy Rispoli, la sedicenne scomparsa lo scorso 2 dicembre. La giovane, che non aveva fatto ritorno alla casa famiglia dove era ospitata da gennaio, è stata rintracciata dai Carabinieri nel capoluogo campano. Le sue condizioni di salute sono buone, un dettaglio che chiude con esito positivo una vicenda che ha tenuto tutti con il fiato sospeso per giorni.

La scomparsa dopo la scuola e l’allarme

La scomparsa di Suamy era avvenuta martedì 2 dicembre, dopo la sua regolare uscita da scuola. Non vedendola rientrare, la direttrice della struttura di accoglienza aveva immediatamente sporto denuncia di allontanamento, dando il via alle ricerche. A far crescere l’eco della notizia era stato l’appello lanciato sui social network dalla madre della ragazza, a cui era stata sospesa la potestà genitoriale. La donna, in preda all’angoscia, aveva espresso forte preoccupazione per la fragilità della figlia, temendo che potesse esserle accaduto qualcosa. Il telefono della sedicenne risultava spento dalle 14:30 del giorno della scomparsa, un elemento che aveva ulteriormente complicato le prime fasi delle indagini.

Secondo alcune ricostruzioni, il giorno successivo alla sparizione, Suamy avrebbe contattato un’amica chiedendole di non essere cercata, un messaggio che lasciava presagire un allontanamento volontario. Al momento della scomparsa, la ragazza indossava una maglietta blu, jeans e un pellicciotto nero, e portava con sé uno zaino scolastico.

Le indagini e il ritrovamento

Le forze dell’ordine si sono immediatamente attivate per ricostruire gli ultimi movimenti della giovane. Le indagini dei Carabinieri si sono concentrate sui contatti e sui possibili spostamenti di Suamy, analizzando ogni possibile pista. L’impegno degli inquirenti ha dato i suoi frutti, portando al rintracciamento della ragazza a Napoli, precisamente nel quartiere di Miano. La notizia del ritrovamento è stata accolta con immensa gioia e sollievo dalla casa famiglia, gestita dalla cooperativa sociale “Un seme di pace”, che si è detta “felicissima” e pronta a riaccogliere la giovane “a braccia aperte”.

La cooperativa ha tenuto a precisare la natura volontaria dell’allontanamento, sottolineando le complesse situazioni familiari e le fragilità psicologiche con cui spesso si confrontano le ragazze ospitate nelle loro strutture. “Le nostre armi sono l’ascolto, l’accoglienza, la possibilità di ricreare legami”, hanno dichiarato, evidenziando come le comunità non siano case di reclusione e non possano esercitare coercizione.

Il contesto familiare e il futuro di Suamy

La vicenda di Suamy si inserisce in un contesto familiare complesso, che aveva portato il Tribunale dei Minori a disporre il suo collocamento in una struttura protetta da gennaio. La madre della ragazza, assistita dall’avvocato Giovanni Micera, aveva sollevato dubbi su come la giovane fosse riuscita ad allontanarsi, nonostante i precedenti “alert” lanciati riguardo alla sua vulnerabilità. Dopo il ritrovamento, è stato reso noto che Suamy è stata temporaneamente affidata a uno zio paterno, come da lei stessa richiesto.

Ora, con il positivo epilogo delle ricerche, l’attenzione si sposta sul futuro della sedicenne. La magistratura minorile valuterà gli interventi di sostegno e protezione più adeguati per garantire il suo benessere e supportarla nel suo percorso di crescita, tenendo conto delle delicate circostanze personali e familiari che hanno caratterizzato questa difficile parentesi della sua vita.

Di veritas

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