Un fulmine a ciel sereno, o forse la tempesta che tutti si aspettavano dopo l’ennesima prestazione incolore. Le parole di Kosta Runjaic, tecnico dell’Udinese, al termine della sconfitta casalinga per 1-2 contro il Genoa, pesano come macigni sul futuro immediato della squadra friulana. Presentatosi in conferenza stampa pur essendo squalificato, il tecnico tedesco non ha usato mezzi termini per esprimere tutta la sua frustrazione e delusione, mettendo sé stesso davanti a tutti come capro espiatorio e annunciando una reazione imminente.
“Sono qui perché sono il primo responsabile”: l’analisi spietata di Runjaic
“Sono qui in conferenza stampa, nonostante la squalifica, perché sono il primo responsabile di quanto è accaduto”. L’incipit della conferenza stampa di Runjaic è una dichiarazione d’intenti. Nessuna scusa, nessun alibi. L’allenatore si assume il carico di una sconfitta che brucia, non tanto per il risultato in sé, quanto per l’atteggiamento mostrato in campo. “Sono deluso e arrabbiato per l’approccio e per il fatto che i ragazzi devono capire che partite come questa, se non si possono vincere, si deve fare di tutto almeno per non perderle”. Un concetto base dello sport, un mantra che l’Udinese sembra aver dimenticato proprio tra le mura amiche del Bluenergy Stadium.
L’analisi del tecnico è impietosa e va dritta al cuore del problema: la mentalità. Le statistiche, spesso ancora di salvezza per allenatori in difficoltà, vengono cestinate senza appello. “Le statistiche di oggi possiamo prenderle e buttarle nel cestino, perché prevalgono le ingenuità difensive. Abbiamo fatto troppo poco per vincere la partita”. Parole che evidenziano una fragilità difensiva e una mancanza di concretezza che sono costate care contro un Genoa cinico e ben organizzato.
Un primo tempo da dimenticare e la critica ai titolari
Runjaic non risparmia nessuno, nemmeno i giocatori di maggior esperienza, coloro che avrebbero dovuto trascinare la squadra. La sua critica si concentra in particolare su un primo tempo definito “approcciato malissimo”. “Non penso che il problema siano stati i cambi che non hanno inciso, perchè quel primo tempo, in cui abbiamo approcciato malissimo, lo hanno giocato i titolari”. Una stoccata diretta a chi è sceso in campo dall’inizio, incapace di trovare la “scintilla” e di giocare “gli uni per gli altri”, come sottolineato dallo stesso allenatore.
La sconfitta contro il Genoa, la seconda consecutiva in casa dopo quella contro il Bologna, ha fatto scattare un campanello d’allarme. L’Udinese, che in caso di vittoria avrebbe potuto consolidare una posizione tranquilla in classifica, si ritrova ora a dover fare i conti con una situazione più complicata del previsto. La reazione nella ripresa, culminata con il gol del momentaneo pareggio di Piotrowski, non è bastata a cancellare una prestazione insufficiente, macchiata da un’ingenuità sul gol decisivo di Norton-Cuffy che Runjaic ha definito “inaccettabile”.
“So cosa bisogna fare. Lo farò coi miei metodi”: la promessa di un cambio di rotta
Di fronte a una situazione critica, Runjaic non si nasconde e promette una reazione forte e decisa. “Dobbiamo lavorare su tanti aspetti. Sono il primo responsabile e so anche cosa bisogna fare. Lo farò coi miei metodi”. Una frase che suona quasi come un ultimatum, un avvertimento alla squadra che da ora in poi la musica dovrà cambiare. Il tecnico tedesco si dice pronto a essere “molto franco e chiaro con i ragazzi”, perché perdere in questo modo è inaccettabile.
L’obiettivo è ritrovare le “basi”, ripartire da quei concetti di aggressività, responsabilità e solidità difensiva che sono mancati. L’allenatore chiede ai suoi giocatori di assumersi maggiori responsabilità e di dimostrare di meritare la maglia che indossano. La strada è tracciata: lavoro, chiarezza e metodi forti per scuotere l’ambiente e invertire una rotta che si stava facendo pericolosa. La sfida contro il Napoli diventa ora un banco di prova cruciale per capire se le parole del tecnico si trasformeranno in fatti concreti sul campo.
