PISA – Una vittoria che pesa come un macigno nella corsa per non retrocedere. Il Parma di Carlos Cuesta sbanca l’Arena Garibaldi-Romeo Anconetani superando di misura un Pisa sempre più in crisi. A decidere il delicato scontro salvezza è un calcio di rigore trasformato con freddezza da Adrian Benedyczak sul finire del primo tempo, episodio che indirizza una gara spigolosa e combattuta. Per i nerazzurri di Alberto Gilardino è la seconda sconfitta consecutiva, un risultato che li inchioda al terz’ultimo posto in classifica e acuisce le difficoltà di una squadra che fatica a trovare la via del gol.
La cronaca del match: decide un rigore, il VAR protagonista
La partita si sblocca al 37′ del primo tempo, quando il direttore di gara, il signor Doveri di Roma, viene richiamato al VAR per un tocco di mano in area di Antonio Caracciolo su un tiro dal limite di Britschgi. Dopo l’on-field review, l’arbitro non ha dubbi e assegna il penalty ai ducali. Dal dischetto si presenta Adrian Benedyczak che spiazza Scuffet e porta in vantaggio i suoi. L’attaccante polacco, al suo primo gol stagionale in campionato, verrà anche ammonito per essersi tolto la maglia ed aver esultato polemicamente sotto la curva pisana.
Prima dell’episodio decisivo, la gara era stata equilibrata, con poche emozioni. Il Parma si era reso pericoloso al 13′ con lo stesso Benedyczak, la cui conclusione era stata però neutralizzata da un attento Simone Scuffet. Il Pisa, pur mostrando un atteggiamento volenteroso, non è mai riuscito a impensierire seriamente la retroguardia ospite, guidata da un’ottima coppia di centrali formata da Delprato e Valenti.
La reazione sterile del Pisa e la follia di Nzola
Nella ripresa, mister Gilardino prova a scuotere i suoi con una serie di cambi, inserendo forze fresche come Leris e Akinsanmiro. Il Pisa alza il baricentro e aumenta la pressione, collezionando calci d’angolo e mischie in area avversaria, ma senza mai trovare la lucidità necessaria per creare nitide palle gol. L’occasione più grande per il pareggio capita sui piedi di M’Bala Nzola al 57′, quando, servito da Touré, calcia incredibilmente alto da posizione ravvicinatissima. Un errore pesante che segna la partita dell’attaccante angolano.
Il forcing finale dei padroni di casa si rivela sterile e confusionario. Il Parma si difende con ordine e riesce a contenere gli assalti nerazzurri. A rendere ancora più amara la giornata del Pisa arriva, al 93′, l’incredibile gesto di frustrazione di Nzola: l’attaccante, dopo aver perso palla, rifila un calcione a Keita, rimediando un’inevitabile espulsione diretta che lascia i suoi in dieci uomini e chiude di fatto la contesa. Un episodio che macchia la sua prestazione e che costringerà Gilardino a fare a meno del suo centravanti nella prossima, delicata sfida.
Le analisi post-partita e le prospettive
Al termine della gara, l’amarezza è palpabile nelle parole del tecnico del Pisa, Alberto Gilardino: “C’è grandissima amarezza. Queste partite si decidono con gli episodi e così è stato. Nella ripresa è stata una partita a senso unico, abbiamo fatto 47 cross ma dobbiamo essere più cattivi per riprendere gare come questa”. Sull’espulsione di Nzola ha aggiunto: “Ha fatto una stupidaggine, un errore che un giocatore della sua esperienza non deve commettere”.
Di umore opposto Carlos Cuesta, allenatore del Parma, che si gode tre punti vitali: “Proviamo a vincere tutte le partite, ma sappiamo che ogni volta è diverso e dobbiamo essere bravi ad adattarci. Oggi ci siamo riusciti e abbiamo guadagnato tre punti importanti”. Il tecnico ha anche spiegato la discussa sostituzione di Oristanio, entrato al 75′ e tolto dopo appena un quarto d’ora: “È stata una scelta mia, legata solo ad aspetti tattici perché il Pisa stava facendo tanti cross e volevo irrobustire la difesa. Non ha alcuna colpa”.
Questa vittoria permette al Parma di allungare sulla zona retrocessione e di guardare con più serenità al futuro. Per il Pisa, invece, la situazione si fa sempre più complicata. La squadra toscana dovrà ritrovare al più presto la via del gol e soprattutto la lucidità nei momenti chiave per invertire una rotta che, al momento, la vede pericolosamente invischiata nella lotta per non retrocedere.
