ROMA – Un addio commosso a Montecitorio per un nuovo, prestigioso incarico. Alberto Stefani, fresco di elezione a Presidente della Regione Veneto, ha formalizzato le sue dimissioni da membro della Camera dei deputati con una lettera datata 6 dicembre. Una decisione che, sebbene attesa, apre ora un nuovo capitolo politico per il collegio uninominale n. 1 di Rovigo, nella VIII Circoscrizione Veneto 2, che dovrà tornare alle urne per eleggere il suo nuovo rappresentante in Parlamento.

Il commiato di Stefani e l’avvio della procedura

Nel suo ultimo intervento in Aula, un emozionato Stefani ha ripercorso la sua esperienza parlamentare, iniziata con “tanti sogni e tanto entusiasmo e la consapevolezza che la politica sia uno strumento straordinario per cambiare le cose”. Ha sottolineato il valore del “confronto leale” con gli avversari e ha promesso di portare nella sua terra, il Veneto, l’importanza del “lavoro silenzioso dietro le quinte”, studiando per ottenere “i risultati migliori per la mia gente”. Il suo discorso si è concluso con un vibrante omaggio alla sua regione: “Evviva il Veneto, viva San Marco”.

Con le sue dimissioni, si è attivato un preciso iter istituzionale. La Giunta delle elezioni della Camera prenderà atto della sua decisione, dopodiché, con un decreto del Presidente della Repubblica e su deliberazione del Consiglio dei Ministri, verranno ufficialmente indette le elezioni suppletive. Nel frattempo, il numero totale dei deputati a Montecitorio scenderà temporaneamente da 400 a 399.

Cosa sono le elezioni suppletive

Le elezioni suppletive sono uno strumento previsto dalla legge elettorale italiana, nota come “Rosatellum” (legge 3 novembre 2017, n. 165), per coprire i seggi rimasti vacanti nei collegi uninominali. A differenza del sistema proporzionale, dove si attinge da una lista di candidati, nel sistema maggioritario uninominale il seggio è legato a una singola persona. Quando questa decade, si dimette o scompare, è necessario indire una nuova tornata elettorale limitata a quel specifico collegio per eleggere un sostituto. Dalla data delle dimissioni, scatteranno novanta giorni per la celebrazione delle elezioni.

Il collegio di Rovigo e gli scenari futuri

Il collegio uninominale Veneto 2 – 01, che comprende l’intera provincia di Rovigo e 36 comuni della provincia di Padova, si prepara dunque a una nuova campagna elettorale. Alberto Stefani era stato eletto in questo collegio nelle elezioni politiche del 2022, consolidando una forte presenza del centrodestra nel territorio.

La partita per la sua successione si preannuncia di grande interesse. Sebbene sia prematuro fare nomi, le prime indiscrezioni indicano un possibile ritorno in campo per l’ex governatore Luca Zaia, il cui nome circola con insistenza come potenziale candidato di punta per il centrodestra. La sua figura, estremamente popolare in Veneto, rappresenterebbe una candidatura di peso, quasi una garanzia di successo per la coalizione. Tuttavia, si valutano anche altri profili all’interno della Lega e degli alleati di Fratelli d’Italia e Forza Italia.

Il centrosinistra e le altre forze politiche dovranno lavorare per individuare un candidato credibile e in grado di intercettare il consenso in un territorio tradizionalmente complesso. La campagna elettorale, seppur breve, sarà un importante banco di prova per misurare lo stato di salute dei partiti e le dinamiche politiche locali in vista dei futuri appuntamenti elettorali.

Un passaggio di consegne nel segno della continuità

L’elezione di Stefani a Presidente del Veneto, avvenuta dopo le elezioni regionali del 23 e 24 novembre, segna un passaggio di consegne all’interno della Lega e del centrodestra veneto. La sua ascesa rappresenta una nuova generazione politica che si affaccia alla guida della Regione, raccogliendo l’eredità pesante ma solida di Luca Zaia. Le sue prime dichiarazioni da governatore eletto si sono concentrate sulla volontà di non rappresentare un “Veneto che si chiude in se stesso ma che ha voglia di guardare avanti”, pur mantenendo un forte legame con l’identità e gli interessi del territorio. Ora, l’attenzione si sposta su Rovigo, chiamata a scegliere chi porterà la sua voce a Roma per il resto della legislatura.

Di veritas

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