PAVIA – Svolta nella strategia difensiva nel nuovo filone d’inchiesta sull’omicidio di Chiara Poggi, il crimine che il 13 agosto 2007 sconvolse la quiete di Garlasco. Andrea Sempio, il 37enne indagato per concorso in omicidio, non si sottoporrà ad alcun interrogatorio da parte dei pubblici ministeri della Procura di Pavia fino a quando le attuali indagini non saranno formalmente concluse. La decisione è stata comunicata dal suo legale, l’avvocato Liborio Cataliotti, che ha definito questa scelta “un vantaggio previsto dal codice che vogliamo custodire gelosamente”.
La linea difensiva appare chiara: attendere che l’accusa scopra le proprie carte. “Sempio non parlerà con i magistrati perché al momento non è ancora svelata la linea dell’accusa”, ha precisato l’avvocato Cataliotti in un’intervista al quotidiano “La Provincia Pavese”. Questa mossa tattica mira a preservare ogni possibile opzione difensiva in attesa di avere un quadro completo degli elementi raccolti dagli inquirenti.
Il nodo dell’impronta 33 e l’attesa per la perizia BPA
Un altro punto cruciale della vicenda riguarda la cosiddetta “impronta 33”, una traccia parziale del palmo della mano destra rinvenuta sul muro delle scale che conducono alla cantina della villetta di via Pascoli, luogo del ritrovamento del corpo di Chiara. Su questo reperto, la difesa ha annunciato di non voler richiedere, per ora, una specifica perizia.
La ragione di tale decisione è legata a doppio filo con un altro accertamento tecnico ritenuto prioritario: la Bloodstain Pattern Analysis (BPA). Si tratta di una disciplina scientifica che, attraverso lo studio della forma, dimensione e distribuzione delle tracce ematiche, permette di ricostruire la dinamica di un evento criminoso. “Non ha senso chiedere una perizia su questa impronta”, ha spiegato l’avvocato Cataliotti, “prima che ci vengano comunicati gli esiti della nuova analisi BPA, che fa parte degli accertamenti previsti nell’incidente probatorio”.
La nuova perizia BPA, affidata al RIS di Cagliari, è considerata un elemento che potrebbe potenzialmente riscrivere la dinamica dell’aggressione, suggerendo che il delitto si sia consumato in più fasi e in punti diversi della villetta, in particolare lungo le scale. L’analisi, molto più dettagliata rispetto a quella del 2007, si avvale di tecnologie avanzate come laser scanner 3D per una ricostruzione tridimensionale della scena del crimine.
Le nuove analisi sul DNA e il contesto investigativo
L’inchiesta su Andrea Sempio, amico del fratello della vittima, è stata riaperta dopo che nuove analisi genetiche hanno evidenziato una compatibilità tra il DNA trovato sotto le unghie di Chiara Poggi e quello della linea paterna di Sempio. Una recente relazione della genetista Denise Albani, che sarà discussa in incidente probatorio il 18 dicembre, ha indicato che la probabilità di un contributo di Sempio al DNA misto rinvenuto è significativamente superiore rispetto a quella di soggetti ignoti.
Tuttavia, l’attribuzione dell’impronta 33 a Sempio rimane incerta e, secondo alcune fonti, su di essa non sarebbero state trovate tracce di sangue ma solo di sudore, rendendola una prova della sua frequentazione della casa ma non necessariamente della sua presenza il giorno del delitto. Per l’omicidio di Chiara Poggi è stato condannato in via definitiva a 16 anni di reclusione il fidanzato dell’epoca, Alberto Stasi. Le nuove indagini, avviate nel marzo 2025, potrebbero ora portare a scenari processuali completamente nuovi.
La difesa di Sempio, ora guidata dall’avvocato Cataliotti, noto per aver seguito altri casi di grande risonanza mediatica, attende dunque gli sviluppi scientifici per delineare compiutamente la propria strategia, in un caso giudiziario che, a oltre diciotto anni di distanza, continua a essere denso di misteri e colpi di scena.
