RIMINI – In una serata densa di emozione e cultura, il Teatro Galli di Rimini ha ospitato il ritorno, dopo quattordici anni di assenza, del prestigioso Premio Fellini, conferito al regista messicano Alfonso Cuarón. Vincitore di quattro premi Oscar, tra cui quelli per la regia di “Gravity” e “Roma”, Cuarón ha accolto il riconoscimento nella città natale del Maestro del cinema italiano, offrendo al pubblico una lezione magistrale che ha spaziato dall’impegno civile alla poetica cinematografica.
Il Cinema come Atto Politico
Interrogato a margine della cerimonia sul contesto politico internazionale, il cineasta ha affermato con nettezza: “Tutto il cinema è politico, perché è un riflesso di tutta una visione“. Una dichiarazione che definisce il suo approccio all’arte come intrinsecamente connessa alla società e alle sue dinamiche. Tuttavia, Cuarón ha preferito non addentrarsi in commenti su specifiche figure politiche come Donald Trump, liquidando la questione come “retorica e blablabla” e aggiungendo: “Lo odio. Credo che sia ovvio“. Una scelta che sottolinea la sua volontà di elevare il dibattito al di là della cronaca spicciola, per concentrarsi sui principi fondamentali che animano la sua opera.
L’Eredità Ineludibile di Federico Fellini
Il cuore del suo intervento è stato, inevitabilmente, il tributo a Federico Fellini. “Stare nel posto dove il grande Fellini è nato e che ha marcato il resto del suo cinema, è veramente un’emozione“, ha confessato Cuarón rispondendo in un italiano fluente. Per il regista messicano, l’influenza di Fellini non risiede in un modello formale da imitare, ma in qualcosa di molto più profondo e radicale. “È impossibile scappare da Fellini, ti resta addosso“, ha dichiarato, rivelando come, anche durante la lavorazione del suo film autobiografico “Roma”, avesse ritrovato echi de “La strada” e “Le notti di Cabiria” solo a posteriori.
Ha poi aggiunto una riflessione cruciale sulla natura dell’ispirazione felliniana: “Il cinema di Fellini è uno di quei cinema che sembra una diversità, ma tutto è tremendamente collegato. È un regista che non può essere un’ispirazione su una questione formale e creativa. È un’ispirazione come possibilità dell’impossibile“. Una visione che vede nel Maestro riminese non una guida da seguire, ma un “labirinto” che apre a infinite possibilità creative. Alla fine di ogni suo film, ha chiosato Cuarón, “c’è sempre la visione di una nuova possibilità, un mondo che finisce, ma con la vita che continua“.
Un Premio che è “un Dono della Vita”
Il Premio Fellini 2025 è stato consegnato dal sindaco di Rimini, Jamil Sadegholvaad, che ha definito l’opera di Cuarón “una forza etica capace di restituirci speranza e fiducia negli esseri umani“. Le motivazioni ufficiali del premio sottolineano il parallelismo tra i due registi, accomunati dalla “capacità di guardare il mondo con la meraviglia della fanciullezza e della giovinezza, che ha consentito ad entrambi di trasformare i propri ricordi intimi e personali in memoria universale“. Un legame evidente tra “Amarcord” e “Roma”, opere che hanno trasformato Rimini e il quartiere Roma di Città del Messico in patrimoni dell’immaginario collettivo mondiale.
Visibilmente emozionato, Cuarón ha definito il riconoscimento “un incredibile dono della vita. Un abbraccio, una validazione, non per la carriera da regista, ma è qualcosa di molto più profondo“. Ha ricordato la sua adolescenza, quando il cinema rappresentava un rifugio da un universo che appariva buio, e come proprio in quel periodo abbia imparato ad amare il cinema di Fellini.
Un Intenso Fine Settimana Riminese
La visita di Alfonso Cuarón a Rimini è stata un’immersione totale nell’universo felliniano. Prima della cerimonia al Teatro Galli, il regista ha incontrato la stampa nelle iconiche sale del Grand Hotel, confessando l’emozione di trovarsi in un luogo mitico, visto innumerevoli volte attraverso i film del Maestro. Ha inoltre dedicato tempo a una meticolosa visita al Fellini Museum, soffermandosi a lungo nelle sale e mostrando una profonda conoscenza dell’opera del cineasta riminese. La serata si è poi conclusa al Cinema Fulgor, dove Cuarón ha introdotto la proiezione del suo capolavoro “Roma”. Il giorno seguente, il regista è stato protagonista di un incontro a Bologna, presso il Cinema Modernissimo, consolidando il ponte culturale tra l’Emilia-Romagna e il grande cinema internazionale.
