Nardò (Lecce) – Si chiude con un sospiro di sollievo e una scia di interrogativi il caso di Tatiana Tramacere, la studentessa di 27 anni scomparsa da Nardò il 24 novembre scorso. Dopo undici giorni di ricerche spasmodiche che hanno tenuto l’Italia con il fiato sospeso, la giovane è stata ritrovata viva e in buone condizioni di salute. Si trovava a poche centinaia di metri da casa sua, nella mansarda di un amico, Dragos Ioan Gheormescu, 30 anni, di origini rumene. È stato proprio lui, dopo ore di silenzio e sospetti, a rompere il silenzio, parlando di una “avventura di comune accordo” e chiedendo scusa per l’allarme generato.
Il ritrovamento dopo undici giorni di apprensione
La svolta è arrivata nella serata del 4 dicembre, quando i Carabinieri del comando provinciale di Lecce, coordinati dal procuratore Giuseppe Capoccia, hanno effettuato una perquisizione nell’abitazione di Gheormescu. Gli specialisti del Ris erano entrati nell’appartamento dopo aver interrogato a lungo il 30enne, considerato l’ultima persona ad aver visto Tatiana. La ragazza è stata trovata in un vano della mansarda. La notizia ha scatenato un’ondata di gioia e sollievo tra la folla che si era radunata all’esterno, dopo ore di tensione alimentate anche da false notizie sul ritrovamento di un corpo. “È un momento di gioia aver trovato mia figlia, un sollievo. Sembrava si stesse realizzando il peggio ma ringraziando l’Arma dei Carabinieri è andato tutto bene. È un momento bellissimo, un regalo di Natale”, ha dichiarato commosso il padre, Rino Tramacere.
Le dichiarazioni di Dragos Gheormescu: “Era la sua volontà, volevo tutelarla”
Intercettato dai giornalisti, Dragos Ioan Gheormescu ha fornito la sua versione dei fatti, una narrazione che sposta la vicenda dal piano del reato a quello di una scelta personale e condivisa. “Abbiamo trascorso questi undici giorni bene. Sereni. Tra di noi c’è affetto. Io non ho obbligato Tatiana a rimanere, era anche sua volontà farlo”, ha affermato. Secondo la sua ricostruzione, confermata anche dalla stessa Tatiana agli inquirenti, sarebbe stata la ragazza a chiedergli aiuto per “isolarsi dal mondo per un po’”. “È stata lei ad organizzare tutto e a chiedermi di aiutarla perché diceva che ero l’unico di cui si fidava”, ha spiegato Gheormescu.
In una dichiarazione letta pubblicamente, ha poi aggiunto: “Il forte sentimento reciproco tra me e Tatiana che si è consolidato di fatto in questi giorni non mi ha fatto ben comprendere le conseguenze, anche di natura pubblica, derivanti da questa nostra avventura, che ripeto era di comune accordo. Ho voluto tutelare Tatiana nelle sue scelte personali di cambiare vita”.
Le scuse alla famiglia e alla comunità di Nardò
Consapevole dell’angoscia causata, Gheormescu ha porto le sue scuse. “Sono profondamente rammaricato ed anche alla luce della giornata di ieri e degli interventi degli organi di polizia chiedo scusa ai genitori e ai parenti di Tatiana, ai militari dell’Arma e ai magistrati e a tutta la comunità di Nardò”, ha dichiarato, estendendo le scuse anche ai proprietari dell’immobile in cui vive. Parole che tentano di ricucire lo strappo con una comunità mobilitatasi in massa per le ricerche, vivendo giorni di grande preoccupazione.
Indagini verso l’archiviazione: nessun reato ipotizzato
La versione dell’allontanamento volontario, corroborata dalle dichiarazioni di entrambi i protagonisti, ha indirizzato la Procura di Lecce verso l’archiviazione del caso. Inizialmente, il 30enne era stato indagato per istigazione al suicidio, un’ipotesi formulata nel tentativo di attivare tutti gli strumenti investigativi possibili, incluso il sequestro del suo cellulare. Tuttavia, dopo il ritrovamento e le testimonianze raccolte, non sembrano emergere reati. Come spiegato da fonti della Procura, il procurato allarme sarebbe escluso in quanto la ragazza, maggiorenne, non ha sporto denuncia. Anche l’ipotesi di sequestro di persona è stata scartata quasi subito. Le indagini tecniche, incluse le immagini di videosorveglianza che ritraggono i due entrare insieme e serenamente nell’abitazione di lui, sembrano confermare la tesi della fuga volontaria.
Il ritorno a casa e le condizioni di Tatiana
Dopo il ritrovamento, Tatiana Tramacere è stata trasportata all’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce per accertamenti, dove è stata giudicata in buone condizioni di salute. Successivamente, ha fatto ritorno a casa, riabbracciando i suoi familiari. Il padre ha però descritto la figlia come “sofferente, smagrita, senza forze”, aggiungendo che al suo ritorno si è chiusa in un silenzio quasi totale. La famiglia, tramite il proprio legale, ha chiesto rispetto e serenità per permettere a Tatiana di riprendersi. “Non vogliamo ancora pressarla e stressarla, vogliamo aspettare che sia lei a decidere di parlare”, ha detto il fratello Vladimir.
