Roma – Un’altra voce autorevole si unisce al coro di dissenso che sta scuotendo le fondamenta della fiera nazionale della piccola e media editoria, “Più Libri Più Liberi”. Massimo Giannini, noto giornalista ed ex direttore de La Stampa, ha annunciato la sua decisione di non partecipare all’evento, schierandosi apertamente con il fumettista Zerocalcare e lo scrittore Corrado Augias. La causa scatenante è la controversa presenza allo stand della casa editrice Passaggio al Bosco, accusata da più parti di promuovere un catalogo con simpatie neo-nazifasciste e antisemite.

La scelta di Giannini, comunicata attraverso una lunga lettera pubblicata su Repubblica, non è passata inosservata e ha aggiunto un ulteriore strato di complessità a un dibattito già acceso. “Io sto con Zerocalcare. E sto con Augias”, ha esordito il giornalista, chiarendo fin da subito la sua posizione. “Anch’io, nel mio piccolo, non sarò oggi a Più Libri Più Liberi, dove avrei dovuto parlare all’Arena Repubblica Robinson”, ha proseguito, sottolineando come la sua non sia una richiesta di censura preventiva. “Non pretendo che Passaggio al Bosco sia chiusa d’imperio per le sue dichiarate simpatie neo-nazifasciste e antisemite. Ma anch’io mi rifiuto di condividere la stessa agorà”.

Le Radici della Protesta: Un Appello del Mondo della Cultura

La decisione di Giannini, Augias e Zerocalcare non è un fulmine a ciel sereno, ma l’apice di una protesta montata nei giorni precedenti l’inaugurazione della fiera, che si tiene a Roma dal 4 all’8 dicembre. Oltre cento autori, editori e artisti, tra cui spiccano nomi come Alessandro Barbero, Antonio Scurati, Daria Bignardi e case editrici come Minimum Fax e Fandango Libri, avevano firmato un appello per contestare la presenza di Passaggio al Bosco. Nella lettera si esprimeva “sorpresa” e preoccupazione per l’inclusione di una casa editrice “il cui catalogo si basa in larga parte sull’esaltazione di esperienze e figure fondanti del pantheon nazifascista e antisemita”.

I firmatari hanno posto domande dirette all’Associazione Italiana Editori (AIE), organizzatrice dell’evento, chiedendo una riflessione sull’opportunità di ospitare contenuti che, a loro avviso, contrastano con i valori democratici che una fiera culturale dovrebbe promuovere.

La Difesa della “Cultura Costituzionale”

Nella sua argomentata lettera, Massimo Giannini ha voluto precisare la natura del suo dissenso, inquadrandolo non come un atto di paura o di intolleranza, ma come una scelta fondata sulla “cultura costituzionale”. “Il ‘legittimo impedimento’ ad abitare lo stesso spazio pubblico con chi esalta il Blut und Boden, inneggiando alla sovranità del sangue e del suolo e alla superiorità della nazione e della razza — sostiene Giannini – per me non nasce dalla ‘paura’ ma dalla cultura. In questo caso non quella politica ma costituzionale”. Un richiamo, dunque, al patto di valori e principi sancito dalla Costituzione italiana del 1948.

Giannini ha inoltre criticato quello che definisce un uso “spregiudicato” del concetto di free speech da parte delle destre, accusandole di invocarlo “a corrente alternata” per giustificare “qualunque nefandezza”.

Le Reazioni: Tra Solidarietà e Difesa della Pluralità

La vicenda ha inevitabilmente spaccato il mondo culturale e l’opinione pubblica. Da un lato, le defezioni eccellenti hanno innescato un’ondata di proteste anche all’interno della fiera stessa. Sabato, decine di editori hanno aderito a una serrata simbolica, oscurando i propri stand per mezz’ora in segno di dissenso. Un piccolo corteo ha attraversato i padiglioni della Nuvola, intonando “Bella Ciao” e gridando “Fuori i fascisti dalla fiera” davanti allo stand di Passaggio al Bosco.

Dall’altro lato, non sono mancate le voci a difesa della pluralità e contro ogni forma di censura. Il presidente dell’AIE, Innocenzo Cipolletta, ha rispedito al mittente la richiesta di espulsione, affermando che spetterà ai lettori valutare i libri e alla Magistratura vigilare sulla liceità dei contenuti, in un Paese dove vige il divieto di apologia del fascismo.

Curiosamente, la polemica sembra aver generato un effetto boomerang. Marco Scatarzi, direttore di Passaggio al Bosco, ha dichiarato che lo stand è stato tra i più visitati, con lunghe file e libri andati a ruba, affermando di aver venduto praticamente tutto. “Noi rispondiamo col sorriso, siamo una casa editrice […] e facciamo cultura”, ha commentato Scatarzi, definendo le contestazioni un “regalo”.

Zerocalcare e Augias: I Primi a Dire “No”

È stato il fumettista Zerocalcare (al secolo Michele Rech) a dare per primo il via alla catena di rinunce, con un video-fumetto diventato virale in cui spiegava il suo “paletto rigido: non si condividono gli spazi con i nazisti”. Per lui, la presenza di Passaggio al Bosco rappresentava una “normalizzazione” e una legittimazione di ideologie incompatibili con i valori democratici. Poco dopo, si è unito Corrado Augias, che avrebbe dovuto presentare un incontro su Piero Gobetti, figura simbolo dell’antifascismo. “La mia tolleranza si ferma davanti al nazismo”, ha scritto Augias in una lettera, specificando di non volere “nulla a che spartire” con l’editore in questione.

La fiera “Più Libri Più Liberi” si conclude quindi in un clima di tensione, lasciando aperta una ferita nel dibattito culturale italiano. La questione sollevata va oltre il singolo caso e interroga profondamente sulla gestione degli spazi culturali, sul significato della libertà di espressione e sui confini invalicabili che una democrazia deve porre a difesa dei propri principi fondanti.

Di euterpe

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