Hong Kong è tornata alle urne in una giornata segnata da un’atmosfera complessa e carica di tensioni. I cittadini sono stati chiamati a eleggere i nuovi membri del Consiglio Legislativo (LegCo), ma queste non sono state elezioni come le altre. Si tratta, infatti, del secondo appuntamento elettorale da quando Pechino ha imposto una drastica riforma del sistema politico, pensata per garantire che solo i “patrioti” possano accedere alle cariche pubbliche. A complicare ulteriormente il quadro, un tragico incendio, il più mortale degli ultimi decenni, ha scosso la città poche settimane prima del voto, gettando un’ombra sulla campagna elettorale e sollevando interrogativi sulla gestione delle emergenze da parte del governo.
Una Riforma Elettorale che Cambia il Volto della Politica
Per comprendere appieno il significato di queste elezioni, è necessario fare un passo indietro. In seguito alle massicce e a tratti violente proteste pro-democrazia che hanno scosso Hong Kong nel 2019, Pechino ha impresso una decisa accelerazione al processo di integrazione della città-stato sotto il suo controllo. Nel 2020 è stata introdotta una controversa legge sulla sicurezza nazionale, che ha di fatto messo a tacere gran parte del dissenso, criminalizzando atti di secessione, sovversione e collusione con forze straniere. Questa legge è stata poi integrata da un’ulteriore normativa nel marzo 2024, che ha ampliato le categorie di reato.
Il passo successivo è stata la riforma del sistema elettorale nel 2021, che ha ridisegnato la composizione del Consiglio Legislativo. Dei 90 seggi totali, solo 20 sono ora eletti direttamente dal pubblico. La maggioranza, ben 40 seggi, viene scelta da un Comitato Elettorale composto da 1.500 membri attentamente selezionati e fedeli a Pechino. I restanti 30 seggi sono appannaggio delle cosiddette “circoscrizioni funzionali”, che rappresentano specifici settori professionali e industriali. Ma il vero cuore della riforma è il Comitato per la Revisione dell’Eleggibilità dei Candidati, un organo che ha il potere di esaminare e approvare ogni singola candidatura, assicurandosi che rispetti il requisito fondamentale del “patriottismo”. Questa architettura, secondo i critici, ha di fatto escluso qualsiasi voce di opposizione significativa, trasformando il panorama politico di Hong Kong. Molti esponenti del fronte pro-democrazia sono stati incarcerati, si sono dimessi o hanno scelto la via dell’esilio.
L’Affluenza alle Urne: un Indicatore Chiave
In questo contesto, l’affluenza alle urne è diventata un dato politicamente sensibile, un vero e proprio termometro del consenso (o della sua mancanza) verso il nuovo sistema. La prima tornata elettorale sotto le nuove regole, nel 2021, aveva registrato un’affluenza storicamente bassa, fermandosi appena al 30%. Anche in questa occasione, nonostante i ripetuti appelli del leader di Hong Kong, John Lee, che ha esortato i cittadini a votare per “promuovere le riforme”, i dati iniziali mostrano una partecipazione contenuta. Poco prima di mezzogiorno, l’affluenza si è attestata al 10,33%, un dato leggermente superiore al 9,35% registrato alla stessa ora nelle elezioni precedenti, ma che prefigura un risultato finale probabilmente lontano dai livelli pre-riforma, quando il campo pro-democrazia riusciva a mobilitare circa il 60% dell’elettorato.
La Tragedia di Wang Fuk Court e le sue Ripercussioni
A turbare una campagna elettorale già di per sé anomala è intervenuto il devastante incendio che a fine novembre ha colpito il complesso residenziale di Wang Fuk Court, nel nord di Hong Kong, causando la morte di almeno 159 persone. La tragedia ha suscitato un’ondata di sgomento e rabbia nella popolazione, con accuse di negligenza e mancati controlli di sicurezza durante i lavori di ristrutturazione in corso. Le indagini hanno rivelato che i residenti avevano più volte segnalato il mancato rispetto delle norme di sicurezza da parte dell’azienda appaltatrice. L’incendio ha bruscamente interrotto la campagna elettorale e ha spostato l’attenzione pubblica sulla capacità del governo di gestire le crisi e proteggere i cittadini. Il governo ha annunciato che proporrà un disegno di legge per gli interventi di soccorso e ricostruzione nella prima riunione del nuovo Consiglio Legislativo. Tuttavia, la gestione dell’emergenza e la repressione di alcune iniziative critiche, come l’arresto di uno studente che aveva avviato una petizione per indagini trasparenti, hanno alimentato ulteriori tensioni.
Un Futuro Politico Incerto
Le elezioni di oggi segnano un ulteriore passo nel consolidamento del nuovo ordine politico di Hong Kong, un ordine in cui il principio “un paese, due sistemi”, che avrebbe dovuto garantire un alto grado di autonomia alla città fino al 2047, appare sempre più svuotato. La scomparsa di un’opposizione politica strutturata dal Consiglio Legislativo solleva interrogativi cruciali sulla futura governance della città, sulla tutela dei diritti e delle libertà e sulla sua capacità di mantenere il ruolo di centro finanziario globale. Il voto, oscurato dalla tragedia e caratterizzato da un’evidente apatia elettorale, non è solo una formalità procedurale, ma un momento di riflessione profonda sul futuro di una delle città più dinamiche e complesse del mondo.
