Un ritorno che ha il sapore della storia, della pacificazione e, forse, di un nuovo inizio. Dopo un’assenza durata quattordici anni, Gianfranco Fini, figura cardine della destra italiana, calcherà nuovamente il palco di Atreju, la celebre kermesse di Fratelli d’Italia. Un evento che segna la fine di una lunga “damnatio memoriae” e che culminerà in un confronto dal forte valore simbolico con Francesco Rutelli, trentadue anni dopo la loro storica sfida per la guida del Campidoglio che diede il via alla Seconda Repubblica.
Un evento dal titolo emblematico: “Trentadue anni dopo”
L’appuntamento è fissato per la terza giornata della manifestazione, in un panel intitolato “Trentadue anni dopo. È cambiato (quasi) tutto in Italia e nel mondo. Quale bilancio e quali prospettive?”. Un titolo che evoca non solo il tempo trascorso, ma anche la profonda trasformazione del panorama politico nazionale e internazionale. A moderare l’incontro sarà la giornalista Hoara Borselli, con l’introduzione di Angelica Lupacchini, giovane consigliere comunale di Fratelli d’Italia, nata proprio nel 1993, anno di quella storica contesa elettorale. Questo dialogo non è un mero esercizio di “amarcord”, come ha sottolineato Giovanni Donzelli, responsabile dell’organizzazione di FdI, ma una riflessione sulle radici per comprendere il presente e delineare il futuro.
La lunga assenza e la rottura con Berlusconi
L’ultima apparizione di Fini ad Atreju risale al 13 settembre 2008. Da allora, molte cose sono cambiate. La rottura con Silvio Berlusconi nel 2010, culminata con il celebre “Che fai, mi cacci?” durante il Consiglio nazionale del Popolo della Libertà, segnò l’inizio del suo allontanamento. L’anno successivo, Giorgia Meloni, allora presidente della Giovane Italia, dopo “aver riflettuto moltissimo”, decise di non invitarlo più, pur presagendo un suo futuro ritorno. Quel futuro è oggi. In quegli anni, il solo nominare Fini ad Atreju scatenava i fischi della platea, a testimonianza di una ferita profonda all’interno della comunità politica della destra.
Il riavvicinamento e le lodi a Giorgia Meloni
Negli ultimi mesi, i segnali di un riavvicinamento si sono fatti sempre più concreti. Fini ha pubblicamente riconosciuto di aver “sbagliato” a non credere nel potenziale di Giorgia Meloni, definendo la sua ascesa politica un “autentico capolavoro”. L’ex leader di Alleanza Nazionale ha lodato la capacità della premier di “ricomporre una comunità politica”, riportandola in una casa comune, e di aver dimostrato con i fatti la solidità della postura internazionale dell’Italia. Parole che hanno spianato la strada a questo invito, accolto da Fini con commozione. “Arriva da parte di giovani che nel ’93 non erano nemmeno nati. Vogliono capire il passato, le radici, invece di reciderle”, ha dichiarato, sottolineando l’importanza della continuità generazionale.
Le reazioni contrastanti della base
Se l’invito è stato accolto con entusiasmo dalle nuove generazioni, non mancano le perplessità tra i veterani e la base storica della destra. Il ricordo della rottura con Berlusconi e delle scelte politiche successive è ancora vivo. “Speriamo non rifaccia la cavolata che fece con Berlusconi…”, commenta Franco, 69 anni, storico elettore del MSI. Gli fa eco Ernesto, un altro militante di lunga data: “Per me ha fatto il suo, ha avuto una chance e se l’è giocata male”. Questi sentimenti evidenziano una diffidenza radicata, il timore che il ritorno di Fini possa essere dettato da un tentativo di riposizionamento ora che Fratelli d’Italia è saldamente al governo.
Atreju: da festa giovanile a centro della politica italiana
Nata nel 1998 da un’idea della stessa Giorgia Meloni, allora dirigente di Azione Giovani, Atreju si è trasformata da festa di partito a uno degli appuntamenti politici più importanti del panorama nazionale. Il nome, ispirato al protagonista de “La storia infinita”, simboleggia la lotta contro “il nulla che avanza”. Negli anni, la kermesse ha ospitato figure di spicco della politica nazionale e internazionale, diventando un vero e proprio “Sanremo della politica”. L’edizione di quest’anno, che si svolge ai giardini di Castel Sant’Angelo, si preannuncia particolarmente ricca di ospiti e dibattiti, confermando il suo ruolo di baricentro del dibattito pubblico.
Il futuro della destra e l’ipotesi della Terza Repubblica
Il ritorno di Fini si inserisce in un contesto politico in cui Fratelli d’Italia, come spiegato da Donzelli, vede “le condizioni per entrare in una Terza Repubblica, con una destra pienamente di governo”. Il confronto tra Fini e Rutelli, protagonisti dell’alba della Seconda Repubblica, assume quindi un significato ancora più profondo: un ponte tra passato e futuro per analizzare le trasformazioni e le prospettive di un’area politica che, sotto la guida di Giorgia Meloni, ha raggiunto traguardi storici. Resta da vedere se la premier deciderà di essere presente a questo momento così significativo. “Questa è casa sua, viene quando vuole”, fanno sapere da Fratelli d’Italia, lasciando aperta ogni possibilità.
