Kremenchuk, importante città industriale nella regione centrale di Poltava, in Ucraina, si è risvegliata in piena emergenza a seguito di un massiccio attacco combinato sferrato dalle forze russe durante la notte. L’offensiva, che secondo le prime ricostruzioni avrebbe impiegato un mix di droni e missili balistici, ha deliberatamente preso di mira le infrastrutture critiche della città, provocando gravi disagi per decine di migliaia di abitanti.
A dare l’allarme è stato il sindaco della città, Vitaliy Maletsky, che attraverso il suo canale Telegram ha descritto la situazione con parole preoccupate: “Un altro massiccio attacco combinato alle infrastrutture di Kremenchuk”. Il primo cittadino ha confermato che l’attacco ha causato “interruzioni di corrente, acqua e riscaldamento in alcune zone della città”, un colpo durissimo per la popolazione civile.
La risposta delle autorità e i danni subiti
Immediatamente dopo l’attacco, le autorità locali e i servizi di emergenza si sono mobilitati. “Tutti i servizi cittadini stanno lavorando 24 ore su 24 per ripristinare i sistemi critici il prima possibile”, ha aggiunto il sindaco Maletsky, esortando i cittadini a rimanere nei rifugi fino alla fine dell’allarme aereo. La priorità assoluta è ora quella di valutare l’entità completa dei danni e di ripristinare le forniture essenziali per garantire la sopravvivenza e il benessere dei residenti.
Secondo il governatore regionale ad interim, Volodymyr Kohut, l’offensiva ha colpito diverse aziende del settore energetico nel distretto di Kremenchuk. L’impatto dei missili e la caduta dei detriti dei droni abbattuti hanno innescato incendi e danneggiato apparecchiature tecniche vitali, rendendo complesse e potenzialmente lunghe le operazioni di ripristino. Le interruzioni di corrente, secondo il gestore della rete elettrica ucraina Ukrenergo, potrebbero durare in alcune aree colpite fino a 16 ore al giorno, una condizione che esaspera le difficoltà quotidiane.
Un attacco su larga scala: il contesto strategico
L’attacco a Kremenchuk non è un evento isolato, ma si inserisce in una più ampia strategia russa che, fin dall’inizio del conflitto, ha preso di mira sistematicamente le infrastrutture energetiche e civili ucraine. Questa notte, secondo l’aeronautica di Kiev, la Russia avrebbe lanciato un’ondata di oltre 650 droni e 51 missili balistici su tutto il territorio nazionale, inclusi i potenti missili ipersonici Kh-47M2 “Kinzhal”. Mosca ha descritto l’operazione come una “risposta” ai recenti bombardamenti ucraini.
La scelta di colpire Kremenchuk non è casuale. La città riveste un’importanza strategica notevole per diversi motivi:
- Polo Industriale: Ospita una delle più grandi raffinerie di petrolio del paese, già bersaglio di precedenti attacchi, e un significativo tessuto industriale.
- Nodo Logistico: La sua posizione sul fiume Dnipro la rende un cruciale snodo per i trasporti e la logistica.
Colpire le sue infrastrutture energetiche significa non solo infliggere sofferenza alla popolazione, ma anche tentare di paralizzare l’economia e la capacità bellica del paese, rendendo più difficile il sostentamento sia dei civili che delle forze armate.
L’impatto umanitario e la resilienza ucraina
Al momento non sono state segnalate vittime dirette a Kremenchuk a causa di questo specifico attacco, ma l’impatto sulla vita quotidiana è devastante. Vivere senza elettricità, acqua corrente e riscaldamento significa non poter cucinare, lavarsi, e affrontare condizioni di vita estremamente precarie. Questa strategia, che mira a fiaccare il morale della popolazione, rappresenta una grave violazione del diritto internazionale umanitario, come sottolineato da diverse organizzazioni internazionali.
Nonostante la durezza degli attacchi, la risposta delle autorità e la resilienza dei cittadini dimostrano ancora una volta la determinazione del popolo ucraino. I tecnici sono già al lavoro tra le macerie per riparare i danni, in una corsa contro il tempo per restituire una parvenza di normalità a una città ferita ma non sconfitta.