La Nuvola dell’Eur, iconico scenario della fiera della piccola e media editoria “Più Libri Più Liberi”, è diventata il palcoscenico di un acceso dibattito che intreccia cultura, politica e principi costituzionali. Al centro della contesa, la presenza dello stand di Passaggio al Bosco, casa editrice accusata di distribuire testi che glorificano figure e ideologie nazifasciste e antisemite, che ha innescato una catena di reazioni culminate con la decisione del sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, di disertare l’inaugurazione e la ferma difesa del dialogo da parte del Ministro della Cultura, Alessandro Giuli.
La posizione del Ministro Giuli: “Mai rinunciare alla battaglia delle idee”
Intervenendo direttamente dalla fiera, il Ministro Alessandro Giuli ha espresso una posizione netta, allineandosi a quella dell’Associazione Italiana Editori (AIE), organizzatrice dell’evento. “La posizione che ritengo più ragionevole è quella dell’Aie”, ha dichiarato Giuli, per poi rafforzare il suo pensiero citando il filosofo Massimo Cacciari: “Si può giudicare nel peggiore dei modi o inaccettabile un punto di vista di un editore, quale che esso sia, però la risposta più giusta è non censurare e non assentarsi dal dibattito pubblico”. Per il Ministro, la via maestra non è l’esclusione, ma il confronto, anche aspro. “Fosse anche un dibattito che si concretizza in una contestazione, entro i limiti naturalmente dell’ordine e delle regole, e contestare, dibattere, discutere. Ma mai rinunciare alla battaglia”, ha chiosato, sottolineando l’importanza di affrontare le idee avverse sul terreno del confronto dialettico piuttosto che con il muro della censura.
Riguardo alla scelta del sindaco Gualtieri, Giuli ha commentato con rispetto ma con altrettanto chiaro dissenso: “Ha fatto la sua scelta. Rispetto le scelte di chiunque, se c’è chi ritiene inabitabile la Nuvola oggi è una sua scelta, non la condivido però la rispetto”. Il Ministro ha poi affrontato la questione della presunta anticostituzionalità della casa editrice, escludendo tale ipotesi: “Non credo che la presenza di Passaggio al Bosco vada contro i principi della Costituzione, altrimenti non sarebbero stati in grado di accedere alla Nuvola”. Ha ricordato l’esistenza di un filtro all’ingresso, menzionato anche dal presidente di AIE, Innocenzo Cipolletta, che vaglia l’adesione degli espositori ai principi della Costituzione e alla Carta Internazionale dei Diritti dell’Uomo. Con una nota personale, ha voluto ribadire il suo profondo legame con la Carta fondamentale dello Stato: “Personalmente io ho giurato sulla Costituzione in cuor mio molto prima di giurare nelle mani del presidente della Repubblica Mattarella, il che vi dà la misura di cosa penso di tutta la faccenda”.
La scelta di Gualtieri e la protesta del mondo culturale
La decisione del primo cittadino di Roma di non partecipare alla fiera ha rappresentato il gesto più eclatante di una protesta montata nei giorni precedenti l’apertura. L’assessore alla Cultura, Massimiliano Smeriglio, ha dichiarato: “L’antifascismo è per noi un vincolo costituzionale insuperabile”. La presenza di una casa editrice apertamente legata ad ambienti dell’estrema destra neofascista è stata giudicata da molti incompatibile con i valori di una manifestazione culturale che dovrebbe promuovere l’inclusività. L’assenza di Gualtieri non è stata un atto isolato. Oltre ottanta tra autori, autrici ed editori, tra cui spiccano i nomi di Alessandro Barbero, Antonio Scurati, Zerocalcare, Carlo Ginzburg e Daria Bignardi, hanno firmato un appello per contestare la presenza di Passaggio al Bosco. Il fumettista Zerocalcare ha poi annunciato la sua decisione di non partecipare all’evento, affermando: “non si condividono gli spazi con i nazisti”. A questa ondata di protesta si è aggiunta la casa editrice Orecchio Acerbo, che ha deciso di lasciare l’Aie in totale disaccordo con la scelta di ammettere l’editore contestato.
Il ruolo dell’AIE e il filtro dei valori
L’Associazione Italiana Editori, per bocca del suo presidente Innocenzo Cipolletta, ha difeso la scelta di ammettere la casa editrice, appellandosi alla libertà di espressione e al regolamento della fiera. Cipolletta ha chiarito che tutti gli editori presenti hanno sottoscritto un documento in cui dichiarano di riconoscersi nei valori della Costituzione. Questo “filtro” all’ingresso, tuttavia, non ha placato le polemiche, con i detrattori che sostengono che le pubblicazioni e l’ideologia di riferimento di Passaggio al Bosco contraddicano nei fatti i principi sottoscritti. Il catalogo della casa editrice include infatti testi che, secondo i critici, esaltano figure del pantheon nazifascista. La questione solleva un interrogativo complesso: dove si colloca il confine tra la libertà di manifestazione del pensiero, tutelata dall’articolo 21 della Costituzione, e l’apologia di ideologie che si pongono in antitesi con i valori democratici su cui si fonda la Repubblica stessa?
Un dibattito che infiamma la cultura
La vicenda di “Più Libri Più Liberi” trascende il singolo episodio per diventare un caso emblematico delle tensioni che attraversano il mondo culturale e politico italiano. Da un lato, si erge il principio, difeso dal Ministro Giuli, di un’arena culturale aperta a tutte le voci, dove le idee si combattono con altre idee. Dall’altro, la posizione di chi, come il sindaco Gualtieri e un’ampia parte del mondo intellettuale, ritiene che non possa esserci spazio, in contesti pubblici e istituzionali, per chi si ispira a ideologie condannate dalla storia e dalla Costituzione. La “battaglia delle idee” evocata dal Ministro si scontra con la “inabitabilità” di uno spazio condiviso, sollevando domande cruciali sul ruolo della cultura, sulla responsabilità degli organizzatori di eventi e sul significato stesso di pluralismo nell’Italia contemporanea.
