Genova – Una giornata di fuoco per il capoluogo ligure, trasformato in un campo di battaglia dalla protesta dei metalmeccanici. Migliaia di lavoratori, oltre 5.000 secondo le stime sindacali, hanno incrociato le braccia e sono scesi in piazza per lo sciopero generale indetto da Fiom, Fim e Usb, paralizzando di fatto la città. Il culmine della mobilitazione si è raggiunto nel corso della mattinata con l’occupazione delle banchine 2 e 3 della stazione di Genova Brignole, uno dei principali snodi ferroviari della regione.
La protesta, nata in solidarietà con i lavoratori dello stabilimento ex Ilva di Cornigliano, in sciopero da giorni contro il cosiddetto “piano a ciclo corto” del governo, ha aggregato la rabbia di tutte le principali realtà industriali genovesi, da Ansaldo Energia a Fincantieri, passando per Piaggio Aerospace. Una mobilitazione compatta che testimonia il timore diffuso per il futuro dell’industria siderurgica e metalmeccanica, considerata un pilastro dell’economia non solo locale ma nazionale.
Tensione alla stazione di Brignole e in città
L’azione più eclatante è stata l’irruzione dei manifestanti all’interno della stazione Brignole. Dopo un presidio nell’atrio, i lavoratori sono saliti verso i binari, occupando le banchine al grido di “Lavoro, lavoro!” e intonando cori contro il ministro delle Imprese Adolfo Urso e la premier Giorgia Meloni. Fumogeni sono stati accesi e i caschetti da lavoro sono stati battuti ritmicamente a terra e contro le strutture, in un gesto di forte impatto simbolico.
La strategia dichiarata dai sindacati era quella di non invadere fisicamente i binari per non interrompere del tutto la circolazione. Tuttavia, per ovvie ragioni di sicurezza, le autorità ferroviarie hanno disposto la sospensione del traffico dei treni, con la cancellazione di almeno un convoglio in arrivo e significativi disagi per i pendolari e i viaggiatori. All’esterno, la situazione non era meno critica: un mezzo pesante è stato posizionato di traverso per bloccare la rotonda di via Tolemaide, mandando in tilt la viabilità in una vasta area della città che comprende la bassa Valbisagno, la Foce e il centro.
Scontri davanti alla Prefettura
Prima di dirigersi verso la stazione, il corteo, partito dal quartiere di Cornigliano, aveva raggiunto la Prefettura, trovandola blindata da un imponente schieramento di forze dell’ordine. Qui si sono registrati i momenti di maggiore tensione della giornata. I manifestanti hanno tentato di forzare il blocco, lanciando caschetti, uova, petardi e fumogeni contro il palazzo del governo e le grate di protezione. La polizia ha risposto con un fitto lancio di lacrimogeni per disperdere la folla. Durante gli scontri, un delegato sindacale della Fiom è rimasto ferito alla testa, colpito probabilmente da un candelotto.
Le ragioni della protesta e le voci dei sindacati
Al centro della vertenza vi è il futuro dello stabilimento ex Ilva di Genova e, più in generale, dell’intera siderurgia italiana. I sindacati contestano il piano industriale presentato dal governo, che a loro dire è stato “cancellato dalla sera alla mattina” senza un adeguato confronto. Michele De Palma, segretario generale della Fiom-Cgil, presente al corteo, ha dichiarato: “Scioperiamo e manifestiamo perché vogliamo tornare a lavorare sulla base del piano che il governo stesso, insieme ai commissari, aveva presentato”. Tale piano prevedeva un percorso di decarbonizzazione con la realizzazione di tre impianti di preridotto (DRI) e quattro forni elettrici, di cui uno a Genova.
La richiesta, ribadita a gran voce durante la manifestazione, è quella di una convocazione urgente a Palazzo Chigi per aprire un tavolo di confronto serio. “L’unica soluzione è che convochino subito un tavolo a Palazzo Chigi, lo chiediamo da troppo tempo e non ci hanno mai risposto”, ha affermato De Palma. Anche il segretario della Cgil Liguria ha sottolineato la gravità della situazione: “Questo è quello che succede quando il governo non risponde ai lavoratori”.
Alla manifestazione ha partecipato anche la sindaca di Genova, Silvia Salis, che ha espresso solidarietà ai lavoratori e ha annunciato un imminente incontro a Roma con il ministro, al quale chiederà nuovamente garanzie sul futuro del sito produttivo genovese.
