Bergamo – Ci sono notti che pesano più di altre. Notti in cui la storia bussa alla porta e chiede il conto, in cui il futuro di un’intera nazione sportiva si decide in novanta minuti. Giovedì 26 marzo, alle ore 20:45, lo stadio di Bergamo sarà il teatro di una di queste notti: l’Italia di Gennaro Gattuso affronterà l’Irlanda del Nord nella semifinale dei play-off per l’accesso al Mondiale. Una partita secca, senza appello, che per gli Azzurri non rappresenta solo un ostacolo verso la rassegna iridata, ma anche l’occasione per esorcizzare fantasmi che infestano la memoria del nostro calcio da oltre sessant’anni.
Bergamo, il fortino della rinascita
La scelta della FIGC di puntare su Bergamo non è casuale. La città orobica, simbolo di resilienza e passione, si è rivelata un vero e proprio talismano per la Nazionale. Nei quattro precedenti disputati tra le sue mura, l’Italia non ha mai conosciuto la sconfitta. Un bilancio di due vittorie e due pareggi che infonde fiducia in un ambiente che ha bisogno di certezze. Il ricordo più recente e significativo è legato proprio all’attuale commissario tecnico: sei mesi fa, infatti, fu proprio qui che iniziò l’era di Gennaro Gattuso, con un roboante 5-0 sull’Estonia che segnò il suo debutto sulla panchina azzurra. Prima di allora, la memoria torna al pareggio per 1-1 contro i Paesi Bassi in Nations League nell’ottobre 2020, una partita dal forte valore simbolico per omaggiare una terra duramente colpita dalla pandemia. Completano lo score l’1-1 in amichevole con la Turchia nel novembre 2006 e un’altra vittoria per 5-0, contro Malta, nel lontano gennaio 1987.
Irlanda del Nord: un nome che evoca incubi
Se Bergamo è sinonimo di speranza, l’Irlanda del Nord è un nome che fa tremare i polsi. Il bilancio complessivo degli 11 precedenti pende nettamente dalla parte dell’Italia, con 7 vittorie, 3 pareggi e una sola, maledetta, sconfitta. Ma è proprio quell’unica macchia a pesare come un macigno. Era il 15 gennaio 1958 e, nel gelo di Belfast, un’inattesa sconfitta per 2-1 costò agli Azzurri la prima, storica mancata qualificazione a un campionato del Mondo, quello di Svezia. Un trauma sportivo che ha segnato generazioni di tifosi.
Come se non bastasse, la storia recente ha riaperto quella ferita. Proprio a Belfast, nel novembre 2021, uno scialbo 0-0 nell’ultima partita del girone di qualificazione a Qatar 2022 condannò l’Italia di Mancini ai play-off, poi rivelatisi fatali contro la Macedonia del Nord. Due precedenti che suonano come un monito: l’Irlanda del Nord, squadra storicamente fisica, organizzata e difficile da perforare, non va mai sottovalutata. Nonostante una rosa composta in gran parte da giocatori che militano nelle serie inferiori inglesi, la loro forza risiede nel collettivo e in una tenacia che può mettere in difficoltà chiunque.
La sfida di “Ringhio”: grinta e cuore per il Mondiale
A sei mesi dal suo insediamento, Gennaro Gattuso si trova di fronte al primo, vero crocevia della sua gestione. Arrivato per riportare entusiasmo e quella “fame” che da sempre lo contraddistingue, il CT sa che questa partita vale una stagione. La sua Italia dovrà essere un riflesso del suo allenatore: aggressiva, compatta e pronta a lottare su ogni pallone. L’obiettivo è chiaro: sfruttare il fattore campo, l’inviolabilità di Bergamo e il calore del pubblico per mettere subito in chiaro le gerarchie e non lasciare spazio a nuove, dolorose sorprese. Vincere non è solo un’opzione, è l’unica via per continuare a sognare e per dimostrare che il nuovo corso azzurro ha fondamenta solide. La strada per i Mondiali passa da qui, da una notte a Bergamo, contro i fantasmi del passato.
