Roma – Si sono aperti i cancelli di Atreju, la storica manifestazione organizzata da Fratelli d’Italia che, fino al 14 dicembre, animerà i giardini di Castel Sant’Angelo nella Capitale. L’edizione di quest’anno, intitolata “Bentornato orgoglio italiano”, si preannuncia densa di dibattiti e spunti di riflessione, ma a catturare immediatamente l’attenzione dei media e del pubblico sono state due installazioni particolari che delineano una precisa strategia comunicativa e culturale: il “Bullometro” e il “Pantheon dell’egemonia dei valori”.

Il “Bullometro”: pagelle ironiche alle “parole d’odio” della sinistra

All’interno del villaggio allestito per l’evento, tra stand gastronomici, una pista di pattinaggio e l’immancabile albero di Natale, spicca un pannello lungo una decina di metri che ha subito suscitato curiosità e polemiche. Si tratta del cosiddetto “Bullometro”, una sorta di lavagna goliardica dove vengono assegnati voti in “originalità” e “livore” a frasi pronunciate da esponenti politici, giornalisti e intellettuali riconducibili all’area di sinistra, definite dagli organizzatori come “parole d’odio”.

L’intento, come spiegato dagli esponenti di FdI, è quello di utilizzare l’ironia per far riflettere sul linguaggio che alimenta il clima di tensione politica. Tra i “valutati” figurano nomi noti della politica e della cultura:

  • Maria Elena Boschi: riceve un 3 in “originalità” ma un 10 in “livore” per la sua celebre frase “c’è un posto speciale all’inferno per le donne che non aiutano le donne”.
  • Maurizio Landini: il segretario della CGIL ottiene un 1 in “originalità” e un 10 in “livore” per aver definito Giorgia Meloni “una cortigiana”, accompagnato dalla nota “ha fatto sciopero dell’educazione”.
  • Francesca Albanese: la relatrice speciale dell’ONU per i territori palestinesi occupati si vede assegnare un 2 e un 3 per la sua affermazione “Condanno l’aggressione alla Stampa ma sia un monito”. La nota a margine sottolinea come la frase abbia “tutte le sembianze di una minaccia. Alla faccia della libertà di stampa”.
  • Piergiorgio Odifreddi: il matematico e saggista riceve un 2 in “originalità” e un 10 in “livore” per la frase “Sparare a Martin Luther King e sparare a un rappresentante Maga non è la stessa cosa”.

L’iniziativa, promossa in particolare dalle organizzazioni giovanili del partito, Gioventù Nazionale e Azione Universitaria, mira a ribaltare l’accusa di linguaggio aggressivo, spesso rivolta alla destra, puntando i riflettori su quelli che vengono considerati eccessi verbali da parte degli avversari politici.

L’Egemonia dei Valori: una rilettura di Gramsci in chiave identitaria

Accanto alla provocazione del “Bullometro”, Atreju propone una riflessione più profonda, sebbene altrettanto discussa, sul concetto di “egemonia culturale”. Un secondo pannello illustrativo, intitolato appunto “Egemonia dei valori”, cita esplicitamente Antonio Gramsci per poi reinterpretarne il pensiero. L’analisi del filosofo marxista sull’egemonia come dominio culturale e direzione intellettuale di una classe viene qui traslata in un “pantheon ideale” di figure che, secondo gli organizzatori, hanno incarnato un’egemonia basata su “coraggio, eroismo e libertà” piuttosto che su logiche politiche.

L’obiettivo dichiarato è quello di contrapporre all’egemonia culturale della sinistra un’ “egemonia del merito” e dei valori. La galleria di personaggi è eterogenea e, in alcuni casi, sorprendente:

  • Guglielmo Marconi: Egemonia della tecnica.
  • Gabriele D’Annunzio: Egemonia della poesia.
  • Ettore Majorana: Egemonia della scoperta.
  • Simone Veil: Egemonia delle radici.
  • Edith Stein: Egemonia dell’amore.
  • Amedeo Guillet: Egemonia dell’avventura.
  • Pier Paolo Pasolini: Egemonia della tradizione.
  • Nicola Calipari: Egemonia del dovere.
  • Sammy Basso: Egemonia del coraggio.
  • Charlie Kirk: Egemonia delle idee.

La scelta di includere figure come Pier Paolo Pasolini, intellettuale critico e certamente non ascrivibile alla destra, o Simone Veil, sopravvissuta alla Shoah e figura simbolo dell’Europa, testimonia la volontà di costruire una narrazione culturale ampia, che vada oltre i confini tradizionali del proprio campo politico. Andrea Moi, responsabile della comunicazione di FdI, ha chiarito che l’intento non è creare un “pantheon di destra”, ma “ribaltare il concetto dell’egemonia culturale di sinistra”, privilegiando il “potere dell’esempio” rispetto all’ “occupazione di spazi di potere”.

Contesto e prospettive di Atreju 2025

Fondata nel 1998 da una giovane Giorgia Meloni, Atreju è diventata negli anni la principale manifestazione della destra italiana, un appuntamento fisso per dibattiti politici e culturali. L’edizione di quest’anno si svolge in un clima politico consolidato per Fratelli d’Italia, partito di maggioranza relativa alla guida del governo. Le iniziative come il “Bullometro” e il pantheon sull'”egemonia” non sono solo provocazioni, ma segnali di un progetto culturale più ampio: quello di affermare una nuova narrazione nazionale, sfidando apertamente l’influenza culturale che la sinistra ha storicamente esercitato nel Paese. La kermesse, che vedrà la partecipazione di ministri, leader di opposizione e ospiti internazionali, si concluderà come da tradizione con l’intervento della Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, atteso per domenica 14 dicembre.

Di veritas

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