BRUXELLES – Una giornata di alta tensione al Consiglio dei Trasporti dell’Unione Europea a Bruxelles, dove il Vicepresidente del Consiglio e Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, ha delineato una posizione netta e combattiva in difesa degli interessi italiani nel settore automotive e della logistica. Al centro del dibattito, due temi cruciali che stanno ridisegnando il futuro della mobilità continentale: la transizione ecologica dei motori e la regolamentazione delle dimensioni dei veicoli pesanti.
Una Retromarcia Necessaria: La Difesa dei Motori a Combustione e dei Biocarburanti
Con un intervento appassionato, il Ministro Salvini ha espresso forti critiche verso le politiche europee di abbandono dei motori tradizionali. “Non vorrei che ripetessimo gli errori del passato, quando discutevamo dello stop ai motori alimentati a benzina e diesel e pochi Paesi ritenevano fosse un errore strategico, drammatico e clamoroso”, ha dichiarato. Le sue parole riecheggiano una preoccupazione crescente per le conseguenze economiche e sociali di una transizione considerata troppo rapida e ideologica. “La verità sta dimostrando che era tale e spero in una seppur tardiva retromarcia”, ha aggiunto, auspicando una revisione delle scadenze che salvi “i motori a combustione interna”.
In questo scenario, Salvini ha evidenziato il ruolo fondamentale che possono giocare i biocarburanti come “alimentazione a impatto limitato”. Questa posizione si inserisce in un dibattito più ampio sulla neutralità tecnologica, principio secondo cui l’UE non dovrebbe favorire una singola tecnologia (come l’elettrico) ma permettere a diverse soluzioni a basse emissioni di competere per raggiungere gli obiettivi climatici. L’Italia, con la sua forte filiera industriale legata all’automotive, vede nei carburanti sintetici e di origine biologica una via per preservare know-how e posti di lavoro, garantendo al contempo una progressiva decarbonizzazione.
Il “No” alla Direttiva sui Veicoli Pesanti: Sostenibilità Economica Prima di Tutto
Il secondo fronte di scontro ha riguardato la proposta di revisione della direttiva Ue su pesi e dimensioni dei veicoli pesanti. Su questo punto, la posizione italiana è stata inequivocabile: “L’Italia voterà contro”. La motivazione, spiegata da Salvini, risiede nel timore che la nuova normativa, pensata per favorire la diffusione dei camion elettrici, finisca per penalizzare ingiustamente il settore dell’autotrasporto.
Il nocciolo della questione è tecnico ma con profonde implicazioni economiche. I veicoli elettrici, a causa del peso delle batterie, hanno una capacità di carico utile inferiore rispetto ai loro omologhi diesel. La direttiva, secondo il ministro, non compenserebbe adeguatamente questa differenza, costringendo le aziende di trasporto “a rinunciare a parte del carico e quindi a parte del proprio guadagno”. Questo, ha sottolineato Salvini, va contro un principio cardine: “La sostenibilità ambientale deve sempre essere accompagnata dalla sostenibilità economica e sociale”. Il rischio, secondo il governo italiano, è di perseguire un “obiettivo irraggiungibile” che danneggia un settore vitale per l’economia nazionale.
Il ministro ha anche sollevato il tema delle infrastrutture, evidenziando come l’introduzione di “super tir” su strade, ponti e viadotti spesso datati richieda estrema cautela. Associazioni come Fercargo hanno espresso preoccupazione per la fragilità della rete stradale italiana, non progettata per sostenere mezzi più pesanti e lunghi.
Critiche Estese: Il Sistema ETS e gli Equilibri di Mercato
Le critiche di Salvini si sono estese anche ad altre normative europee, in particolare al sistema di scambio di quote di emissione (ETS) applicato ai settori marittimo e aereo. Queste regolamentazioni, secondo il ministro, rischiano di penalizzare la competitività dei trasporti italiani e mediterranei. L’Italia, insieme a Grecia e Malta, ha infatti presentato un’informativa per evidenziare le conseguenze negative dell’ETS marittimo, chiedendone la sospensione e l’introduzione di correttivi per proteggere i segmenti più fragili come il transhipment e i collegamenti con le isole.
Inoltre, il ministro ha lanciato un avvertimento su possibili distorsioni della concorrenza, affermando che la nuova normativa sui veicoli pesanti rischia di “mettere in serie difficoltà uno dei player del settore, avvantaggiandone un altro”, senza però fare nomi espliciti. Questa affermazione allude a un complesso gioco di equilibri industriali e geopolitici all’interno dell’Unione, dove le decisioni normative possono avere vincitori e vinti.
Sicurezza Stradale: Un Obiettivo Condiviso
Nonostante i toni critici su diversi dossier, Salvini ha espresso pieno sostegno e apprezzamento per le iniziative europee volte a migliorare la sicurezza stradale. “È un tema prioritario per me e per il governo italiano: continuiamo a lavorare per ridurre i morti e i feriti sulle nostre strade”, ha affermato. Su questo fronte, c’è piena convergenza sulla necessità di adottare “regole comuni che possano aiutare ad avere un numero più elevato di controlli in tutti gli stati membri”, a dimostrazione che il dialogo tra Roma e Bruxelles può essere costruttivo quando gli obiettivi sono condivisi e pragmatici.
