ROMA – L’urna di Washington ha parlato e per il Brasile di Carlo Ancelotti la strada verso la gloria ai Mondiali del 2026, che si terranno tra Stati Uniti, Messico e Canada, si preannuncia subito in salita. La Seleção è stata inserita in un girone che il suo commissario tecnico non ha esitato a definire “difficile”, un raggruppamento che vedrà i verdeoro opposti alla sorpresa dell’ultimo mondiale, il Marocco, alla coriacea Scozia e all’imprevedibile Haiti. Un sorteggio che impone massima concentrazione fin dal primo minuto, come sottolineato dallo stesso Ancelotti in un’intervista rilasciata al canale brasiliano Sportv.
L’ANALISI DI “RE CARLO”: RISPETTO E AMBIZIONE
Con la consueta pacatezza e lucidità tattica, Carlo Ancelotti ha dissezionato le future avversarie, mettendo in chiaro che non ci sarà spazio per la superficialità. “Dobbiamo cercare di arrivare primi nel girone”, ha esordito il tecnico italiano, fissando subito l’obiettivo primario. “Soprattutto, dobbiamo prepararci bene per la prima partita, che sarà molto importante e pensare a vincere tutte e tre le gare”.
Il focus principale è inevitabilmente sulla gara d’esordio: “Prima contro il Marocco, la più difficile, e poi contro le altre due avversarie. Dobbiamo essere fiduciosi”. Le parole di Ancelotti tradiscono un profondo rispetto per i “Leoni dell’Atlante”, capaci di raggiungere una storica semifinale in Qatar nel 2022, eliminando Nazionali del calibro di Spagna e Portogallo. “Il Marocco ha fatto molto bene all’ultimo Mondiale”, ha ricordato il CT, memore di come proprio in quell’edizione il suo Brasile si fermò ai quarti. Una squadra, quella nordafricana, che ha mantenuto una struttura solida e un’esperienza internazionale di altissimo livello.
Ma le insidie non finiscono qui. “La Scozia ha una squadra molto forte; sarà molto difficile”, ha aggiunto Ancelotti, consapevole della fisicità e del carattere indomito della “Tartan Army”, un avversario sempre ostico da affrontare in una competizione breve e intensa come la Coppa del Mondo. Haiti, infine, rappresenta l’incognita del girone, una squadra da non sottovalutare per non incorrere in passi falsi potenzialmente fatali.
IL NODO NEYMAR: UNA PORTA APERTA ALLA MERITOCRAZIA
Oltre all’analisi del girone, un altro tema caldo tiene banco in casa Brasile: il possibile ritorno di Neymar. L’asso brasiliano, assente dalla Nazionale da oltre due anni, resta una figura centrale nel dibattito calcistico del paese. Ancelotti, da grande gestore di campioni, non chiude la porta ma detta condizioni chiare, basate su un principio di meritocrazia assoluta.
Il tecnico ha spiegato che le convocazioni definitive verranno fatte solo a maggio, lasciando a tutti i giocatori la possibilità di guadagnarsi un posto. “Se Neymar merita di essere ai Mondiali, se è in forma e migliore di qualcun altro, giocherà”, ha dichiarato Ancelotti con fermezza, aggiungendo di “non dover nulla a nessuno”. Un messaggio forte e chiaro: il talento da solo non basta. Per vestire la maglia verdeoro sotto la sua gestione serviranno condizione fisica impeccabile, intensità e la capacità di essere decisivi per la squadra. La sfida a “O’Ney” è lanciata: riconquistare la Seleção sul campo è l’unica via per partecipare al sogno mondiale.
PROSSIME TAPPE: TEST DI LUSSO VERSO IL MONDIALE
Il cammino di preparazione del Brasile prevede tappe di altissimo livello per testare uomini e schemi in vista della competizione. A marzo, la squadra di Ancelotti volerà negli Stati Uniti per affrontare due amichevoli di prestigio contro due colossi del calcio europeo: la Francia, vice-campione del mondo in carica, e la Croazia, semifinalista in Qatar. Due banchi di prova fondamentali che forniranno indicazioni preziose al commissario tecnico, il quale ha già anticipato che la lista dei convocati per queste due gare sarà molto simile a quella definitiva per i Mondiali.
